Prima di andare ai consigli su come usare in maniera creativa il bilanciamento del bianco, riprendo giusto due informazioni basilari: a 3000K la luce è rossa e calda. Con l’aumentare della temperatura la luce tende a “raffreddarsi” diventando bianca (5000K) e quindi blu (8000K). Nel prosieguo del post farò riferimento ai tre colori sopracitati o a luce “calda” e “fredda” per indicare una parte della scala dei colori.
Il problema più grande, quando abbiamo una macchina fotografica in mano, è la sua precisione rispetto ai nostri occhi: ciò che per noi ha una temperaruta (di colore) per la macchina ne ha un altro. L’esempio classico è una foto dall’ombra: per noi il paesaggio dinanzi può sembrare illuminato con una dominante bianca mentre in realtà è più freddo del previsto con una dominante blu. E di questo ce ne accorgeremmo solo visionando la foto.
Abbiamo quindi commesso un errore nello scattare? In teoria si, in quanto non abbiamo bilanciato correttamente il bianco. In pratica, dipende: dalla situazione, dalla nostra vena artistica e da cosa volevamo realmente fotografare.
Bisogna ricordarsi che toni differenti generano differenti sensazioni: rosso o arancio danno una sensazione di calore, blu di freddo. Quindi, perché non sfruttare ciò per fare delle fotografie ancora più particolari? “Colorare” un tramonto di arancione significa renderlo molto caldo mentre dare un pizzico di azzurro alla neve significa generare, nell’osservatore, la sensazione del freddo. Una terza dimensione da aggiungere alla bidimensionalità delle foto.
Come controllare la temperatura del colore
Di modi ce ne sono: filtri colorati, gel, le regolazioni della macchina fotografica, il post processing. Gel e filtri colorati sono oramai in fase di lento abbandono: i fasti delle pellicole sono lontani e ora, ciò che i filtri facevano, può essere tranquillamente simulato dal software della nostra reflex.
La prima cosa da fare, quando si scatta una foto e si vuole giocare con la temperatura del colore, è definire il formato di salvataggio: deve essere RAW. Questo per un motivo molto semplice: una foto in formato RAW può essere bilanciata nel colore in post processing senza perdita di informazioni (e quindi andare a correggere eventuali errori fatti in fase di scatto).
Cosa non vera nel caso del JPEG: con questo formato dobbiamo indovinare il giusto bilanciamento prima della foto, nessun errore è possibile. Errore che non sempre è apprezzabile sul piccolo display della nostra macchina fotografica.
In più, considerando il tipo di foto che stiamo facendo (un panorama principalmente) il fatto di usare il RAW non ci danneggia più di tanto in termini di velocità.
La seconda cosa da prendere in considerazione è l’opzione del bilanciamento del bianco del nostro apparecchio: buona parte dei fotografi in erba non utilizza questa funzione lasciando la fotocamera impostata su AWB (bilanciamento del bianco automatico). Lo scopo di AWB è quello di rimuovere variazioni di colore e rendere il bianco bianco come sembrerebbe a 5.600 K (circa). Questa NON è una buona scelta per le immagini a cui si vuole dare la dimensione “dell’emozione”.
L’alternativa al AWB è quella di utilizzare una delle funzioni di bilanciamento del bianco predefinita come ombra, luce diurna, tungsteno.
Ricordate che queste impostazioni vengono utilizzate per annullare il cambiamento di colore rispetto ai 5600K…ma possono anche essere utilizzate per introdurre un cambiamento di colore! Se per esempio si imposta il bilanciamento del bianco per il tuo tungsteno le immagini riprese in luce naturale a mezzogiorno saranno blu: il tungsteno ha una temperatura di 3.000 K/3.500 K, mentre la luce del giorno è pari a 5.600 K. Impostando il bilanciamento del bianco su tungsteno, si causerà la correzione del bianco verso la tonalità blu, più fredda: la macchina fotografica in pratica cerca di aumentare la temperatura del colore dell’immagine in modo che la luce al tungsteno (calda) diventi una luce neutra (5.600 k). Ma se la luce ambientale non è calda (3000K) ma è già neutra (5600K) allora la macchina effettuerà un bilanciamento “sballato” spostandoci a 5600+3000=8600K: ecco il perché l’apparire blu della scena. Un “errore” che, se studiato, può aiutarci tantissimo nel creare l’effetto emozione nelle fotografie.
Per apprezzare al meglio il bilanciamento del bianco, vediamo come realmente funziona questa opzione nella nostra macchina. Quando si imposta un bilanciamento del bianco personalizzato, stiamo dicendo alla macchina fotografica di fissare la temperatura del colore della luce ad un dato livello e trattare questo livello come il punto di bianco “vero”. Ora, due sono le strade:
Se si vuole garantire la rimozione di qualsiasi sfumatura di colore per le condizioni di luce in essere è possibile settare un bilanciamento del bianco leggendo qualcosa che dovrebbe essere bianco. Un’opzione ovviamente utilizzabile in condizioni di luce costante, come in uno studio fotografico.
Se stiamo fotografando un paesaggio è possibile impostare il bilanciamento del bianco ipotizzando di effettuare la foto a mezzogiorno e sotto un cielo limpido (quindi i famosi 5600K). Questa opzione è quella preferibile, soprattutto se accoppiata allo scatto in formato RAW: a parte discostarsi relativamente poco dalla realtà, in fase di post processing avremo quel margine di manovra che ci permetterà di bilanciare il bianco senza andare a danneggiare la qualità finale della fotografia.
Bilanciamento del bianco personalizzato: fotografiamo un “bianco” prima di scattare la foto definitiva. Esistono lenti e tappi creati ad hoc e che costano da svariate centinaia di euro (quelli che diffondono uniformemente la luce sul sensore) fino a pochi euro. E se non volete spendere nulla, compratevi un tubo di Pringles. Una volta finite, usate quel tappo: è sufficientemente trasparente per permettere alla luce di filtrare verso il sensore e di bilanciare il bianco in maniera corretta. Ovviamente esiste sempre il solito, insostituibile cartoncino bianco o grigio….
Consigli
Non abusate però del bilanciamento del bianco. Prima di tutto ricordate che in post processing non si possono fare miracoli: uno/due step si possono correggere, di più diventa “pericoloso”. Figuriamoci passare dal caldo al freddo e viceversa.
I consigli sono molto semplici: nel caso di tramonto o di neve (i due estremi) non usate l’AWB: vi appiettirebbe la foto, privandovi dell’effetto caldo o freddo. La neve è bianca…ma perché non ottenere qualcosa del genere?
I toni sono molto più freddi e il blu comparso sulla neve non è innaturale. Per ottenere questo effetto, la fotografia è stata effettuata con un bilanciamento del bianco settato su colori freddi in maniera manuale: settate a mano la temperatura su 6000, 7000 o anche 8000. Avrete tre scatti differenti in quanto a colorazione ma tutti e tre in grado di dire qualcosa di più rispetto al bilanciamento normale. In questa foto è stato impostato un valore di 8600: magari un po’ esagerato visto che il colore bianco è del tutto assente, ma l’effetto è molto interessante.
Vediamo una situazione opposta: tramonto.
Il colore predominante è l’arancione. Anche qui, non abbiamo usato l’AWB ma si è provveduto a settare manualmente la temperatura del colore su un valore molto caldo. Un trucco molto semplice è quello di usare la pre-impostazione nuvoloso: dovrebbe essere sufficiente per rendere un effetto simile a quello visto nella fotografia.
Ma non esagerate: se spingete troppo in basso il “punto di bianco” rischiate di ottere qualcosa del genere:
è si una foto densa di emozioni, ma ci siamo portati al limite del reale. Questi colori, nella realtà, non esistono. E il fotografo dovrebbe sempre cercare di non prevaricare la realtà ma raccontarla.
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