Abbiamo già visto come il flash integrato sulla macchina fotografica non sia l’unico disponibile ma che ne esistono anche di esterni.
Il flash sicuramente più famoso e comune è il flash integrato. Presente nella quasi totalità delle macchine fotografiche degli ultimi anni, entry level compatte comprese, è caratterizzato da una potenza ed una dimensione limitata, tanto che il numero guida risulta essere particolarmente basso e la luce emessa particolarmente dura. Il flash integrato è normalmente di tipo fisso (nella stragrande maggioranza delle compatte) o a pop-up nelle bridge, nelle reflex ed in alcune compatte di buon livello. Il flash integrato è odiato dalla maggior parte dei fotografi anche se, in talune circostanze, può tornare utile: pensiamo per esempio alla tecnica del fill-in.
La seconda categoria di flash è quella dei flash esterni “a slitta”. Si tratta di dispositivi abbastanza ingombranti e dal peso e prezzo non indifferente, alimentati da una fonte energetica esterna (spesso o una batteria equivalente a quella installata nella macchina fotografica o una serie di batterie stilo). Il flash a slitta è particolarmente versatile: esistono svariati modelli che si differenziano oltre che per prezzo anche per numero guida (e quindi la potenza), la dimensione dell’illuminatore, il consumo energetico e le caratteristiche accessorie quali la porta infrarosso per la remotizzazione “a scatto”, la parabola motorizzata, il TTL e via discorrendo. Questo tipo di flash di aggancia sulla testa della macchina fotografica, sulla slitta appunto, detta anche hot shoe in inglese. Altra sua caratteristica è quella di avere la testa snodata: il lampo può essere orientato di solito verso l’alto o lateralmente.
Per chi ha invece bisogno di una estrema potenza, la soluzione si chiama flash a torcia. Si tratta di unità particolarmente grandi, ingombranti, potenti e pesanti. Sono molto simili ai flash a slitta per conformazione, eccezion fatta per l’impossibilità di montarlo sulla slitta: come nella foto qui di seguito, questo flash va agganciato su di una staffa laterale alla macchina fotografica.
L’ultima grande categoria è quella dei flash da studio: si tratta di illuminatori non a batteria ma con un trasformatore. Spesso equipaggiati con lampade alogene da centinaia di watt (non è raro imbattersi in illuminatori da 600W), sono alquanto ingombranti e richiedono l’uso di staffe esterne. Il loro costo è parecchio elevato anche se ultimamente sono stati immessi in commercio dei dispositivi “low cost” che permettono di far risparmiare parecchio (nel’ordine di un centinaio di euro). Questi flash sono sincronizzati tramite un comando radio o, nel caso degli economici, con un cavetto.
Esiste anche un’ulteriore categoria, anche se particolarmente di nicchia, ed è quello dei flash ad anello, usati nella macrofotografia. La loro caratteristica è quella di spostare la luce immediatamente vicino alla lente dell’obiettivo, o meglio intorno. Hanno la caratteristica di “azzerare” le ombre e la parte illuminante va montata dinanzi all’obiettivo.