Tenere ferma la fotocamera durante le fotografie macro è probabilmente uno dei punti più importanti in assoluto: il fattore di ingrandimento impiegato è tale infatti che qualunque micromovimento porterebbe ad un’amplificazione tale da rendere inutilizzabile la fotografia finale.
Come nell’ambito di qualunque altro tipo di fotografia, esistono degli “oggetti” che possono essere impiegati per evitare il mosso e che ci permettono di ottenere la miglior fotografia possibile
Treppiedi
Di sicuro, il miglior amico di un fotografo di macrofotografia è il cavalletto. Che si tratti di macrofotografia da studio o naturalistica, il cavalletto è qualcosa che deve sempre essere presente nell’attrezzatura del bravo fotografo.
Nella pratica, l’ideale è acquistare due cavalletti: il primo, quello da studio, quanto più pesante possibile (pesantezza è sinonimo di stabilità anche se questo binomio non è sempre vero) in modo da permetterci movimenti anche millimetrici senza rischiare di modificare la posizione di scatto.
Il secondo, quello da campo, sempre pesante (ovviamente) ma magari con qualche accorgimento in più: la possibilità di poter modificare maggiormente la sua altezza è per esempio un fattore importante così come importante, nell’ambito della macrofotografia, è la possibilità di scattare a livello suolo: in tal senso ci vengono incontro i cavalletti “deformabili”. Non sono certo l’ideale per fare fotografie stabili ma visto il loro basso costo e la versatilità (lo si può “legare” ad un ramo, per esempio, in modo da scattare una foto dall’alto verso il basso) ha senso averne uno sempre con se.
Per quanto riguarda il cavalletto tradizionale, in più economicamente dotati possono pensare di acquistare, per le foto in esterno, un cavalletto in carbonio: la stabilità di questi oggetti è straordinaria, anche superiore ai loro cugini di alluminio ma scontano questa qualità con un prezzo che può essere fino a dieci volte superiore con un peso che può essere, al contrario, fino a 4 o 5 volte inferiore. Molto comodo, insomma, da portarsi dietro.
Monopiede
Il modo piede è usato principalmente dai fotografi di primi piani per immortalare gli insetti in campo, dove l’uso di un treppiede potrebbe disturbare il soggetto stesso. Un monopiede può essere “piantato” nel terreno, e mosso avanti e indietro rispetto al soggetto per raggiungere la messa a fuoco corretta. Anche se non è stabile come un treppiedi, i monopiedi sono certamente da prendere in considerazione se avete intenzione di fotografare insetti in campo e non volete attrezzatura troppo pesante con voi. Prezzo e peso sono infatti molto interessanti.
La testa del cavalletto
Ci sono due tipi principali di teste per il treppiede: quello a controllo con sferico e quello “pan e tilt”. La testa a controllo sferico è quella più comoda e rapida, oltre a non avere problemi di ingombro dei bracci. Lo svantaggio di questa soluzione è ovviamente la precisione: serve una grande sensibilità da parte del fotografo nel tararlo perfettamente, nonché un po’ di pratica. Occhio a quale modello prendete: con questo tipo di soluzione è più facile prendere una “cantonata” quindi non siate tirchi e soprattutto provate la robustezza della vite di blocco.
La testa pan-and-tilt consente un posizionamento preciso di un piano alla volta ed è forse più adatto al lavoro in studio. Ci vuole più tempo per posizionare la macchina fotografica ma è più facile ottenerla potendo, per l’appunto, agire su di un asse alla volta. Occhio, in entrambi i casi, alla testa di aggancio: deve essere necessariamente a sgancio rapido. Altrimenti il vostro cavalletto potrebbe essere sono un inutile impedimento.
Il Binario
Durante le riprese close-up è spesso più facile mettere a fuoco spostando la fotocamera avanti e indietro piuttosto che ruotando l’anello di messa a fuoco sull’obiettivo. La rotaia di messa a fuoco è in questo caso la migliore soluzione per il fotografo: questi oggetti possono essere utilizzati, montati sul treppiede o stand alone da qualche parte, per effettuare regolazioni precise agendo, appunto, sulla distanza tra il soggetto ed l’obiettivo della fotocamera. Ne esistono di due tipi: a scorrimento su un solo asse o sue entrambi gli assi. La differenza di prezzo è minima, vi consiglio di acquistare il secondo modello, di cui ne vediamo un esempio in foto.
Cuscino
Si, un cuscino. Riempito però di perline o palline e composto di un tessuto possibilmente impermeabile o molto resistente all’umidità. La loro utilità è enorme quando dobbiamo effettuare delle fotografie rasoterra e non vogliamo posizionare la nostra macchina fotografica a contatto con il suolo.
I cuscini sono molto utili anche nella fotografia naturalistica, in quanto permettono di trasformare lo sportello della macchina in un appoggio comodo e abbastanza stabile.
Telecomando
Dei telecomandi, a filo o a onde radio, abbiamo già espressamente parlato nel post relativo agli accessori per la fotografia. Inutile o quasi ribadire quanto siano importanti e non solo per evitare il micro mosso: nella macrofotografia di animali è fondamentale poter allontanarsi dal soggetto in modo da evitare di spaventarlo.
Wimberley plamp
Un accessorio molto spesso dimenticato ma di fondamentale importanza è il Wimberley plamp. Questi è un un braccio snodato terminato da una pinza. Il Wimberley plamp si fissa al treppiede e svolge la funzione di “reggi pannelli” riflettenti: un accessorio fondamentale quando non si ha la possibilità di reggere con le mani (o avere qualcuno che lo fa per noi) questo tipo di supporto, ma utilizzabile anche quando abbiamo la necessità di reggere (e quindi isolare dal resto della scena) un filo d’erba o anche un posatoio di fortuna per insetti o uccelli.
Gli sfondi
Può sembrare banale ma non lo è: la macrofotografia, specie se praticata all’aperto, non sempre permette di selezionare lo sfondo giusto, quello che vorremmo. Arbusti, rocce e quant’altro potrebbero essere alle spalle del nostro soggetto: non potendo asportarli e non potendo muovere, per esempio, l’insetto che vogliamo fotografare, la soluzione ultima è quella di inserire uno sfondo alle spalle di ciò che vogliamo fotografare. Si può ricorrere a degli sfondi di cartone colorati o, come nel mio caso, ad una foto molto sfocata di un campo verde: potete sbizzarrirvi nell’ideale dei fondali, magari più di uno, da utilizzare per le vostre fotografie.
Il posatoio
E’ l’estensione di quanto abbiamo visto poco più sopra con il Wimberley plamp: un posatoio è fondamentale quando avete necessità di attirare a voi dei soggetti da fotografare. Il macrofotografo professionista non dovrebbe mai farne a meno, anche perché un posatoio è fondamentale per la composizione della propria foto: non solo infatti permette di fotografare il soggetto da noi preferito, ma ci permette di creare una foto ad hoc con un determinato sfondo, una particolare luce e soprattutto un “sostegno” al nostro soggetto che sia gradevole.
Indice Speciale Macrofotografia