La valutazione di un negativo è qualcosa di molto soggettivo ed è legata all’esperienza del fotografo. Insomma, date un paio di dritte iniziali, sarà il fotografo ed il suo occhio a valutare in modo corretto il negativo sviluppato.
La prima cosa da fare è prendere un pezzo di pellicola senza fotogrammi. L’ideale sarebbe prendere un pezzo della “coda” iniziale, quella che abbiamo tagliato via prima di inserire nel tank la pellicola. Se se ne è conservato un poco, mettete questo pezzo di pellicola (sviluppata anche lei come il resto del film) controluce. Per quanto questo pezzo sia scuro, farà comunque passare un poco di luce: da qui potremo valutare la densità massima delle nostre fotografie. Se passa troppa luce, abbiamo commesso un errore.
Altra cosa da controllare è la rigidezza di questo pezzo di pellicola: essendo “piena” di argento metallico dovrebbe essere ben rigido. Se così non è, abbiamo di nuovo commesso un errore.
Vi sono poi altre cose da cercare sul negativo. Se sono presenti macchie trasparenti allora alcune parti non si sono sviluppate (colpa delle bolle d’aria, vi siete ricordati di battere il tank?). Se sono presenti macchie scure allora alcune parti della pellicola hanno preso luce (vi siete ricordati di lavorare al buio?). Se sono presenti macchie biancastre allora siete in presenza di calcare (usate acqua distillata la prossima volta). Se ci sono peli o polvere sul negativo avete operato in un ambiente non sufficientemente asettico. Se i negativi sono rigati probabilmente avete commesso un errore nell’avvolgerli sulla spirale. Se il colore non è marroncino (il colore a cui siamo abituati vedendo i vecchi negativi) ma tende al rosa, allora abbiamo fissato o lavato male la pellicola. Se il colore al contrario è grigio allora si è depositato sul negativo una patina chimica, probabilmente all’uso di reagenti precedentemente usati.
Passiamo quindi ad osservare i numeri contapose e le scritte sulla pellicola: se queste sono nere e compatte, abbiamo fatto probabilmente un buon lavoro. Se sono troppo neri ma sfocati, abbiamo fatto un errore di sovrasviluppo (troppo tempo nella tank?). Se sono grigi, abbiamo sottosviluppato (poco tempo nella tank?).
Successivamente, passiamo ad analizzare le luci e le ombre.
Se le ombre sono troppo scure (quindi il negativo poco trasparente in concomitanza con le ombre) abbiamo peccato di sovraesposizione. Se le ombre sono al contrario chiare con il negativo trasparente, abbiamo peccato di sottoesposizione. Ricordatevi la prossima volta di scattare per le ombre, cioè esponete per le ombre. Questo perché le ombre non sono correggibili in fase di stampa, al contrario delle luci che dipendono dal tempo di sviluppo.
Per quanto riguarda le luci, occhio alle luci troppo scure (in termini di negativo): abbiamo sovrasviluppato. Se al contrario le zone di luce tendono al grigio, abbiamo probabilmente sottosviluppato. Impariamo dai nostri errori e correggiamoci nel prossimo sviluppo.
Ultimo appunto: in fase di stampa è possibile correggere alcuni errori fatti in fase di scatto o di sviluppo. O meglio, è possibile recuperare in parte un negativo poco contrastato. Se al contrario il negativo è molto contrastato, probabilmente il positivo non sarà un granché.