La fase di stampa è contemporaneamente la più emozionante (con l’immagine che si forma dinanzi ai nostri occhi) ma anche la più delicata, soprattutto se si è alle prime armi.
La prima cosa da fare è, come per lo sviluppo del rullino, preparare le tre soluzioni che useremo per la stampa delle fotografie da negativo. Come per il rullino fotografico, tre sono le soluzioni da usare: sviluppo, arresto e fissaggio.
Rispetto alla fase di sviluppo del rullino, abbiamo meno legami con la temperatura: 20° sono come al solito il riferimento ma variazioni in positivo o in negativo di quest’ultima incideranno solo sul tempo di sviluppo della foto stessa, senza compromettere il contenuto. Per quanto riguarda le soluzioni, ricordatevi di farne a sufficienza per avere almeno un dito di soluzione nella vaschetta in quanto la carta deve esserne completamente ricoperta.
La soluzione di sviluppo è in diluizione 1+10 tra acqua e reagente chimico (es. il Neutol NE o WA). Ciò significa che per 1 litro d’acqua dovreste usare 100cc di reagente chimico.
Per la soluzione di arresto si può usare del comune acido acetico in un rapporto inferiore rispetto alla soluzione di sviluppo. 1+2 (1 litro di acqua e 20cc di acido acetico) sono un buon compromesso.
La soluzione di fissaggio è più o meno nel rapporto di diluizione 1+7 (1 litro di acqua, 70cc di reagente) e si può usare un prodotto come Agefix (a base di iposolfito di sodio). In ogni caso, essendo questa la soluzione più importante, attenetevi scrupolosamente alle direttive del costruttore. Un fissaggio preparato male potrebbe far deteriorare la fotografia anche in tempi molto lunghi. E per evitare problemi di “invecchiamento” precoce delle foto ricordatevi di usare quanto più possibile soluzioni fresche, una per ogni camera oscura. In ogni caso, sulla confezione, è sempre riportato il massimo numero di carte da stampa che possono essere trattati.
Una volta preparate le tre soluzioni, passiamo all’inquadratura tramite l’ingranditore. Inserite il vostro negativo nel porta negativi. Accertatevi che il lato dell’emulsione sia rivolto verso il basso.
Dopo aver controllato con cura il negativo alla luce della lampada dell’ingranditore ed esservi accertati che non presenti polvere o altri oggetti esterni, inseritelo nella feritoia dell’ingranditore.
Posizionate la carta da stampa sotto l’ingranditore e copritelo con un cartoncino che fungerà da “prova per la composizione”. Ovviamente potreste procedere usando il filtro rosso dell’ingranditore, ma questo andrà a ridurre la luminosità creandovi qualche problema nella messa a fuoco.
Fatto questo, aprite al massimo il diaframma dell’ingranditore e cominciate a comporre la vostra foto, oltre che a metterla a fuoco. Ricordatevi che la messa a fuoco si realizza alzando o abbassando la testa dell’ingranditore mentre lo zoom muovendo la lente. A proposito, per lo zoom, se lavorare con f/8 o f/11, riuscirete a mettere a fuoco ad occhio senza problemi. In caso abbiate al contrario problemi o dubbi, procuratevi un focometro (o anche una lente di ingrandimento).
Quando siete soddisfatti del risultato, passate alla stampa.
Quanto tempo di esposizione? Questo è un bel problema in quanto il tempo di esposizione varia da carta a carta. la cosa migliore da fare è “provare la carta fotografica”, sacrificando un foglio.
Il procedimento è particolarmente semplice:
- coprite tutto il foglio di carta con un cartoncino che non lasci passare la luce.
- scoprite una porzione del foglio, diciamo un sesto (1/6) della dimensione.
- dopo 5 secondi scoprite un secondo sesto (2/6) e così via, di 5 secondi in 5 secondi.
- dopo 30 secondi spegnete l’ingranditore. Possibilmente ricordatevi si installare una peretta e non usare l’interruttore dell’ingranditore, pena il rischio di mosso.
Il vostro foglio sarà un insieme di differenti esposizioni (sei per la precisione) che variano dai 5 (l’ultimo pezzo scoperto) ai 30 secondi (il primo pezzo) con multipli di 5 secondi. Analizzando il foglio sarete in grado di definire il tempo che ha, in termini di esposizione, la resa migliore.
Ricordate inoltre che, modificando il diaframma, modificheremo il tempo di esposizione: uno stop in meno si traduce nel raddoppio del tempo di esposizione e viceversa. Discorso diverso per i filtri: i filtri numerati da 1 a 3 (la gradazione) non incidono sul tempo, mentre un filtro di gradazione 4 equivale ad uno stop in meno e quindi serve il raddoppio del tempo di esposizione.
Una volta identificato il giusto tempo di esposizione, passiamo alla fase di esposizione del nostro negativo.
Posizionamento del foglio. Questo processo non è facilissimo: la carta polietinata tende ad essere leggermente incurvata mentre la carta baritata, durante l’esposizione, si accartoccia. Procuratevi un marginatore o realizzatene uno: basta una cornice creata con dei pezzi di plastica (si trovano al Leroy Merlin a pochi centesimi) da sistemare sui bordi della carta stessa (avete presente la parte bianca della fotografia, ai bordi?).
Esposizione. Inserite il filtro dell’ingranditore (se necessario). Accendete la lampada. Contate il tempo necessario all’esposizione, spegnete la lampada.
Finito, è ora di passare alla fase di sviluppo finale con i tre bagni in sequenza.
Prendete il vostro foglio con delle pinzette (mai con le mani) e immergetelo nella soluzione di sviluppo. Non esitate, “annegatelo” rapidamente in modo che sia quanto prima coperto dalla soluzione stessa.
Nel caso di carta polietinata sono sufficienti 60 secondi di bagno, nel caso carta baritata circa 2 minuti. Con la pinzetta dedicata alla soluzione di sviluppo (non mischiatele!), tirate via la carta, sgocciolatela e immergetela nella soluzione di arresto.
In questo bagno sono sufficienti 30 secondi per la polietinata e 60 secondi per la baritata. La soluzione va agitata, di tanto in tanto. Con la pinzetta dedicata alla soluzione di arresto, prendete il foglio di carta, sgocciolatelo ed immergetelo nella soluzione di fissaggio.
In quest’ultima soluzione dovrete lasciare il foglio per il tempo riportato sulla confezione del reagente chimico. O un pochetto di più. Normalmente, dopo circa 30 secondi, la carta ha perso la fotosensibilità e vi sarà possibile accendere la luce.
Valutiamo la stampa.
Prima regola da ricordare: la carta bagnata ha una resa differente dalla carta asciutta. In particolare, la carta polietinata sarà più “vivida” da bagnata che da asciutta mentre la carta baritata sarà più chiara rispetto alla versione asciutta.
Osservando la foto, cercate le ombre e le luci. Se i dettagli sono troppo pochi, probabilmente dovete diminuire il contrasto. Controllate anche il nero, questi deve essere nero e non grigio scuro. In tal caso, dovete aumentare il contrasto.
Non aspettatevi foto splendide all’inizio, specie se non siete esperti. E’ normale gettare cinque o sei stampe all’inizio, per tarare voi, il rullino fotografico che avete sviluppato e la carta fotografica usata. Purtroppo, a causa di questi tre fattori (specie il primo), ogni nuovo set di stampe richiederà una fase di test.
Mascherare e bruciare una foto. Esiste il photoshop anche nella fotografia analogica e si chiama “cartoncino”. Se la vostra foto presenta un cielo slavato (e quindi richiederebbe un tempo di esposizione più lungo) o una zona d’ombra troppo carica (che richiederebbe un tempo di esposizione più corto), potete mascherare o bruciare zone della fotografia. Nel primo caso, potete mascherare con un pezzo di cartone la zona che non volete subisca un’esposizione troppo lunga (nel caso del cielo, potete mascherare il resto della scena). Contemporaneamente alla mascheratura di parte della scena, il resto verrà bruciato, cioè subirà un’esposizione maggiore. In questa fase ricordatevi (e non sarà facile) di muovere il cartoncino sulla carta in modo da evitare un netto passaggio da bruciatura a mascheratura. Ad esempio, se dovete bruciare il cielo, muovete un pezzo di cartone da destra a sinistra nella parte bassa del foglio in modo da ridurre il tempo di esposizione di questa zona, incrementando nel contempo il tempo totale di esposizione della foto.
Quando sarete soddisfatti del risultato di stampa, passiamo alla fase di lavaggio. Questi permette di eliminare tutti i residui chimici, in particolare quelli relativi al bagno di fissaggio. Nel caso di carte polietinate, sciacquate la foto sotto acqua corrente per un tempo che varia dai 2 ai 5 minuti, una alla volta (le stampe non devono entrare in contatto tra loro, mai). Nel caso di carte baritate, il processo è più complesso: il lavaggio dura circa un’ora. Al contrario della polietinate, le baritate possono essere lavate contemporaneamente, l’importante è fare in modo che entrino in contatto tra di loro. Esistono degli appositi oggetti a scomparti dove inserire le stampe in modo da far si che l’acqua passi tra di loro, altrimenti un lavandino o una vasca da bagno vanno più che benone. Ricordatevi di usare acqua corrente in quanto le sostanze chimiche devono andare via. Nel caso delle baritate “a mollo”, fate in modo che ci sia ricambio d’acqua, del tipo rubinetto aperto e lavandino non del tutto tappato.
Una volta lavate, vanno asciugate. Le carte polietinate asciugano rapidamente (pochi minuti) e si appendono come fossero un calzino, con una molletta. Nel caso di carta baritata, al contrario, avremo dei problemi come nel caso del lavaggio. Le carte baritate vanno messe ad asciugare su degli essiccatoi, ovvero dei telai aventi come base di appoggio una rete tesa (come una racchetta da tennis o un setaccio). Ne esistono in commercio ma sono anche facili da costruire, specie se usare la zanzariera come retina. Lasciatele su questo telaio per circa 15 ore.Quindi recuperatele una ad una ed inseritele tra due lastre di vetro. Insieme alla stampa inserite un pezzo di carta forno dal lato dell’emulsione: questo impedirà all’emulsione (che dopo 15 ore non sarà ancora asciutta) si incolli al vetro. Continuate ad impilare altre foto, altri strati di carta forno ed altre lastre di vetro fin quando non avrete finito le foto (si, dovete recuperare tutta questa roba se non volete avere foto arricciate). Quindi ponete in cima al vostro panino di vetro un peso. Lasciatele in questa posizione per due giorni circa.
Dopo due giorni potete eliminare il vetro e finalmente godervi la vostra stampa finale.