Nell’ambito della fotografia analogica ma anche digitale, la variabile più importante quando si parla di stampa è il tipo di carta che verrà utilizzata per la stampa delle nostre fotografie. Di carte fotografiche ne esistono parecchie di diversi formato, grammatura, superficie, senza parlare di differenza in termini di assorbimento del pigmento e della durata nel tempo.
Normalmente, i quattro fattori fondamentali da considerare quando si sceglie una carta per stampa fotografica sono:
- la dimensione della foto
- la finitura
- Lo spessore
- La durata
- La scadenza
Prima di tutto, vediamo le dimensioni. La dimensione standard per una carta fotografica è la classica 10×15 anche se non mancano varianti: sul mercato troveremo infatti la 10×13, 10×15, 11×15, 13×17, 13×19, 15×20, 15×22, 20×27, 20×30 cm. La carta fotografica è direttamente legato al lavoro di sviluppo che andremo a fare: ricordiamoci infatti che in fase di stampa possiamo variare l’ingrandimento della foto in modo da impressionare una carta fotografica per intero, solo in parte o con un “ingrandimento” della fotografia scattata. Il formato “classico”, quello più diffuso, è il classico 10×15 cm che risulta anche essere uno dei più economici.
Una volta definita la dimensione della foto, preoccupiamoci del secondo punto: la finitura della carta fotografica. Le tre finiture principali sono:
- Resin Coated (RC): si tratta di una carta lucida (dotata quindi della pellicola superficiale, politenato) dalla grammatura compresa tra i 120 ed i 180gr/mq. Il nome “politenata” deriva dall’uso di una soluzione di polietilene per trattare la superficie della carta. Il polietilene non appesantisce la carta e permette di avere tempi di asciugatura molto brevi. Anche il lavaggio ha una durata standard, al contrario della carta baritata. La carta politenata ha lo svantaggio di alterare (a causa appunto della soluzione di polietilene) la gamma dei colori e la profondità del nero (che non sarà nero “nero”). Inoltre la carta politenata è la più fragile tra le carte da stampa.
- Fiber (FB): si tratta della carta opaca (baritata). Il nome “baritata” è dovuto al trattamento della carta con una soluzione di solfato di bario. Questa carta restituisce un contrasto molto netto e dei neri particolarmente carichi, quindi ottima per le foto artistiche. Il problema di questa carta è che, non essendo plastificata, è decisamente più complessa da maneggiare, tende ad accartocciarsi sia nel tempo che durante la fase di stampa quando è sotto l’ingranditore. Per questo tipo di carte esistono dei rivelatori specifici. Inoltre, assorbendo molto più della carta RC, richiederà un lavaggio più lungo (e anche di parecchio). Rispetto alla carta RC (politenata) è decisamente più resistente ed invecchia meglio, mostrando al massimo una chiazzatura (giallognola).
- Multigrade (o policontrast): si tratta di una carta fotografica a contrasto variabile. Va sempre usata abbinata ad un set di filtri per l’ingranditore. da usare sempre abbinata ad un set di filtri appropriato. La carta multigrade è accompagnata spesso da un numero romano che indica la “versione” della carta (nel senso di miglioramenti nel processo di preparazione). Ricordatevi sempre di usare la stessa versione durante uno stesso processo di stampa. Come per le carte baritate, anche per le multigrade esiste un rivelatore specifico.
- carta a contrasto fisso (quale, per esempio, la Ilfospeed della Ilford). Come si capisce dal nome, la carta produce un contrasto fisso, normalmente da 1 a 5 (quindi esistono 5 differenti livelli, con 1 il contrasto meno marcato e 5 quello più marcato).
Lo spessore della carta fotografica è il terzo punto da tenere in considerazione in quanto spessore significa “robustezza” della carta fotografica e quindi della fotografia finale. Lo spessore (o anche peso) viene definita un grammi per metro quadro (gr/mq). Lo spessore della carta fotografico è direttamente legato all’uso che si vuole fare della fotografia ed è un parametro che varia molto in funzione del fotografo e delle sue preferenze. Per fare un esempio, quando si parla di carta a grammatura 25g/mq ci si riferisce alla carta su cui è stampata la Bibbia. La grammatura 120gr/mq è quella classica dei libri, mentre dai 200 ai 300gr/mq passiamo ai cartoncini ed in questo range ricadono anche le carte fotografiche (dalla foto alla cartolina). Ovviamente, se la vostra foto dovrà passare per parecchie mani, aumentate la grammatura nel tentativo di preservarla.
La durata della carta fotografica è un altro argomento molto delicato soprattutto perché, almeno credo, il nostro intento sarà quello di preservare quanto più possibile nel tempo la nostra stampa. Una buona carta fotografica deve conservare nel tempo sia lucentezza che colore. Normalmente tutte le carte fotografiche sono in grado di garantire una lunga durata. Una foto ben conservata esposta all’atmosfera arriva in media ai 25 anni mentre una foto sotto teca (vetro) può tranquillamente superare il secolo. L’importante è ricordarsi di ridurre al minimo gli sbalzi termici, gli alti tassi di umidità, le temperature troppo alte, la luce visibile ed in particolare i raggi UV. Insomma, conservare le foto negli album allunga la vita. Almeno la loro. La carta politenata, al contrario della baritata, soffre maggiormente il passare del tempo evidenziando rimpicciolimento e presenza di piccole crepe sulla superficie della fotografia.
La scadenza della carta fotografica è normalmente impresso sulla confezione anche se, a differenza di tanti prodotti alimentari o dei rullini, non sempre viene inserita. La mancanza della data può essere un problema in quanto alcuni negozianti potrebbero avere dei fondi di magazzino e quindi rifilarvi roba vecchia e scaduta. Ricordate sempre di non buttare lo scontrino e ricordatevi anche, in caso di contestazione, di portare al negoziante la stessa foto stampata su una carta non scaduta per mostrare le differenze.
Ricordate inoltre che:
- Stiamo parlando di carta fotosensibile, questo significa che il pacco andrà aperto esclusivamente in camera oscura con la luce rossa accesa.
- I fogli, alla luce rossa della camera oscura, potrebbero essere difficili da “orientare”. Ricordatevi che il lato con l’emulsione è più pastoso rispetto al retro, appoggiate la carta alle labbra e troverete il lato giusto (p.s. appoggiate un angolo alle labbra, non il centro).