Fotografare gli uccelli
, abbiamo visto nei precedenti articoli, sottintende tantissima tecnica, in particolare nella composizione di una fotografia che sia in grado di regalare le giuste sensazioni all’osservatore. Uno dei problemi classici, quando si scattano fotografie di uccelli, è quello dell’esposizione, molto spesso non corretta.
Quando l’esposizione non è corretta
Iniziamo con il precisare che non esiste il concetto di esposizione non corretta in quanto questa è direttamente legata a ciò che il fotografo sta cercando di ritrarre. Nel fare una fotografia possiamo decidere di enfatizzare lo sfondo (magari un tramonto rispetto al soggetto o, viceversa, dare risalto al soggetto rispetto allo sfondo. Si tratta di due foto totalmente differenti sia in colore che in esposizione ma entrambe corrette in quanto è stata una decisione personale del fotografo.
Grazie alla precisione dei sistemi di misurazione delle ultime fotocamere nonché alla possibilità di visualizzare quasi in tempo reale l’istogramma di esposizione, ottenere un’esposizione corretta è quantomai semplice, soprattutto se il nostro soggetto ci da il tempo di impostare la fotocamera.
Fondamentale, per imparare ad esporre correttamente, è usare l’istogramma prodotto dalla fotocamera. All’inizio usarlo può sembrare un po’ scoraggiante, ma nel giro di poco tempo può diventare il vostro migliore amico!
Cosa è l’istogramma? In sintesi, l’immagine è costituita da pixel che vanno dai toni scuri (a sinistra dell’istogramma) ai mezzitoni (al centro) fino ai toni chiari (a destra) . La distribuzione dei pixel (la forma ed i picchi) dipende interamente dai valori tonali di ogni scena. Ciò che bisogna evitare è che l’esposizione sia tale che i pixel si sistemino fuori dal grafico alle due estremità della scala: se ciò accade avete perso l’informazione contenuta i quei pixel (fuori scala a sinistra significa che è totalmente nero, fuori scala a destra significa che è totalmente bianco).
Fate quindi sempre delle immagini di prova (non necessariamente con il vostro soggetto ma cercando di replicare la scena che avete in mente): se l’immagine di prova è sottoesposta o sovraesposta (quindi troppi pixel a sinistra o a destra dell’istogramma) sarà necessario compensare l’esposizione di uno o più step.
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Ricordatevi inoltre che una sottoesposizione può causare problemi in fase di post processing a causa della presenza, nelle aree scure, di una maggior quantità di rumore. In pratica, al computer, è meglio correggere in negativo una foto piuttosto che in positivo in quanto il risultato sarà migliore in termini di rumore. Per questo motivo, quando in fase di scatto avete dei dubbi sulla corretta esposizione, conviene leggermente sovraesporre, cioè far si che l’istogramma si sistemi più verso destra. Spesso si usa il termine “esporre a destra” per indicare questa pratica.
Fotografare gli uccelli: le modalità di misurazione
La macchina fotografica offre differenti modalità di misurazione della luce da usarsi nel caso di fotografie di uccelli e sono tutte ugualmente valide. Ci sono la misurazione parziale, centrale, valutativa o a spot. I manuali delle macchine fotografiche e questo articolo spiegano in modo dettagliato le differenze tra le differenti modalità, per cui non ci dilungheremo più di tanto.
Il consiglio che però vi do è di non fossilizzarvi su una modalità particolare ma di provarle tutte in funzione della differente scena che volete fotografare.
Le modalità di misurazione basano la loro analisi sulla luce riflessa dal soggetto piuttosto che la luce incidente su di esso. Questo è un problema quando ci troviamo in condizioni di luce particolari, come ad esempio un soggetto scuro su di uno sfondo chiaro: un corvo sulla neve, un cigno dinanzi a degli alberi scuri. In queste situazioni alcune misurazioni funzionano decisamente male, sballando al foto finale.
Un consiglio è quello di capire come la vostra fotocamera si comporta in situazioni del genere: fotografate oggetti ad alto contrasto in casa (una tazza bianca dinanzi ad un telo nero, per esempio) per capire come funzionano i differenti metering del vostro apparecchio e provare a bilanciare.
Nel caso della fotografia di uccelli dove spesso la foto è questione di un attimo, la misurazione valutativa è forse la migliore (almeno la più facile) da usare. La misurazione dell’esposizione in questa modalità si basa su complessi algoritmi che valutano l’intera scena ma che assegnano un peso maggiore al punto di messa a fuoco in uso. In consizioni di buona luminosità, con la modalità valutativa si tende ad ottenere la giusta esposizione, ma problemi potremmo averne in caso di scarsa illuminazione.
Priorità di Apertura o priorità di tempi?
Molti fotografi della fauna selvatica preferiscono scattare quasi esclusivamente in modalità priorità di diaframma. Questo significa quindi scegliere il diaframma mentre la fotocamera imposta automaticamente la velocità di scatto per compensare.
Questa modalità vien preferita alla priorità di tempi in quanto permette di definire con esattezza la scena (e la profondità di campo) e soprattutto perché bisogna sempre cercare di ottenere una buona esposizione: nel caso in cui la velocità di scatto definita dalla fotocamera non sia soddisfacente, l’unica soluzione è quella di incrementare gli ISO (o, ovviamente, provare a cambiare la scena che abbiamo immaginato).
Ad esempio, lavorando in priorità di apertura, possiamo decidere di sfocare maggiormente lo sfondo rispetto al soggetto aumentando l’apertura o, al contrario, possiamo ridurre l’apertura per incrementare l’area messa a fuoco: la priorità di apertura, insomma, ci da un grosso vantaggio sulla composizione della scena.
Per quanto riguarda il problema della velocità di scatto, esistono alcune fotocamere (di sicuro la D800 della Nikon) che abbiano, alla priorità di apertura, l’autoselezione del valore di ISO: in pratica possiamo impostare nella macchina fotografica un range di variazione del valore ISO relativo al tempo di scatto che vorremmo usare.
Cisò significa che, una volta definita l’apertura, la macchina fotografica cercherà l’esposizione giusta con la velocità di scatto pre-definita incrementando o decrementando il valore ISO. Nel caso non riuscisse nell’intento, la reflex agirebbe sul tempo di scatto (incrementandolo o decrementandolo) e quindi nuovamente sugli ISO fino a trovare il compromesso migliore.
Una soluzione che, con le macchine di ultima generazione, permette di aggiungere un terzo livello di libertà senza dover patire troppo in termini di rumore.
Occhio a non esagerare con l’apertura in condizioni di troppa luce: sulla neve in una giornata soleggiata probabilmente la macchina fotografica potrebbe non farcela a bilanciare l’esposizione aumentando la velocità di scatto: sulle ammiraglie si arriva a velocità massime di 1/8.000sec (sufficienti in quasi tutti i casi) ma con macchine meno prestanti il problema potrebbe essere molto evidente.
Nel caso lavoriate in priorità di tempi, attenzione quando i livelli di luce nella scena decrescono (come nel caso il sole che si nasconde dietro una nuvola): in questo caso infatti la fotocamera compensa aprendo il diaframma il più possibile ma essendo l’apertura della stessa limitata (non sono certo infiniti gli step!), può accadere che non sia sufficiente per far entrare la luce necessaria ad una giusta esposizione e che quindi la foto venga sottoesposta. Anche in questo caso, nelle fotocamere di ultima generazione, è possibile affiancare all’automatica gestione dell’apertura anche quella del valore ISO in modo da compensare il limitato range di movimento del diaframma.
Esposizione manuale e fotografia di uccelli in volo
Quando la luce è abbastanza costante è possibile usare l’esposizione manuale per fotografare gli uccelli ma attenzione allo sfondo: se un uccello sta volando, lo sfondo potrebbe cambiare repentinamente da un cielo azzurro ad un boschetto scuro, mandando a pallino l’esposizione.
Come facciamo a sapere quali impostazioni usare per definire l’esposizione corretta? Il modo più preciso sarebbe quello di usare un misuratore di luce incidente e prendere una lettura nella stessa luce che illumina il soggetto. Tuttavia, supponendo che non abbiate un misuratore con voi, quello che potete fare è cercare una zona di mezzitoni nella scena: prendete una lettura con l’esposimetro della fotocamera ed impostate i parametri relativi.
Il problema è identificare una zona di mezzitoni: l’erba illuminata dal sole, un muro di mattoni, un cielo blu profondo ed una roccia grigia sono alcuni esempi da tenere a mente.
La compensazione dell’esposizione necessaria per la misurazione valutativa
Ricordatevi sempre, quando si lavora in priorità di apertura, che la misurazione valutativa dell’esposizione non è legge e che in alcuni casi può fallire come nel caso delle presenza di luci brillanti o zone molto scure nella scena. La cosa migliore da fare è, in questi casi, valutare se il tono generale della scena sia più o meno vicino al tono di un cartoncino grigio al 18%.
Per fare ciò vi serve un esempio di cartoncino grigio da usare come riferimento. Quindi, inquadrando la scena che vi interessa sfocate quanto più possibile. Sfocare una scena significa mischiare i colori della stessa fino, all’estremo della sfocatura totale, trasformarli in uno solo. Ciò che dovete quindi fare è confrontare questo “colore” ottenuto con il cartoncino: quando più piccola sarà la differenza, tanto più corretta sarà l’esposizione. Correggete quindi l’esposizione sulla fotocamera e riprovate finquando non otterrete il risultato migliore.
Per grosse linee, possiamo ipotizzare le seguenti correzioni in funzione del paragone di cui sopra:
Scena | Soleggiato | Ombreggiato |
Tono Medio | 0 | +1/3 |
Più scura del tono medio | – 1/3 | 0 |
Più Chiara del tono medio | +1/3 | +2/3 |
Molto più Chiara del tono medio | 0 | +1 |
Bianco | 0 | +11/3 |
Bianco predominante | 0 | +2 |
Luci brillanti su un tono medio | -1/3 | 0 or +1/3 |
Luci brillanti su una scena più scura del tono medio | -2/3 | 0 |
In condizioni di scarsa luce, come un ambiente nuvoloso, la misurazione valutativa ha bisogno di una mano in quanto tenderà a rendere la scena troppo chiara, sovraesponendo. Ugualmente, quando il bianco è predominante (come sulla neve), la fotocamera lo considererà come “grigio 18%” e quindi sottoesporrà la scena: dovete correggere l’errore sovraesponendo. Per ricordarsi come comportarsi, ricordatevi un semplice detto: aggiungi luce al bianco.
Non dimenticate anche che i riflessi luminosi su superfici quali acqua ma anche sabbia possono impallare anche pesantemente la misurazione dell’esposizione, quindi tenetene conto. Normalmente, in presenza di riflessi, la macchina tenderà a sottoesporre.
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