L’esposizione in studio fotografico è fondamentale nella fotografia in studio, in quanto sbagliare l’esposizione significa o dover buttare parecchio lavoro o fare tantissimo lavoro in fase di post processing. Il bilanciamento del bianco o del colore, per esempio, sono due argomenti su cui bisogna focalizzare particolarmente la propria attenzione, senza dimenticare che l’utilizzo di un flash meter può, e parecchio, semplificare la vita del fotografo.
Bilanciamento del bianco e correzione del colore
Una corretta impostazione del bilanciamento del bianco e la correzione del colore è fondamentale per ottenere immagini di alta qualità. Se si fotografa in JPG è assolutamente necessario impostare un WB personalizzato nella fotocamera. Se si scatta RAW è possibile impostare un WB personalizzato oppure è possibile modificare il bilanciamento del bianco in fase di post elaborazione.
Non usate mai bilanciamento automatico del bianco con flash da studio. Utilizzare il bilanciamento automatico del bianco significa avere una foto differente (in termini di WB) ogni qual volta cambierà la proporzione tra soggetto e sfondo: meglio avere 100 fotografie con il bilanciamento errato ma uniforme che 100 fotografie con 100 differenti bilanciamenti (ovviamente nel caso stiate scattando in RAW).
Al fine di tarare il bilanciamento del bianco in modo corretto, non affidatevi al caso ma dotatevi di un cartoncino grigio 18% da utilizzare come immagine campione (nel caso vogliate farvi un cartoncino, fate in modo che lo stesso sia sfocato, questo permetterà un ancora miglior controllo bel bilanciamento del bianco). Il mio suggerimento è comunque acquistare qualcosa di più complesso, come il ColorChecker Passport che vi permetterà, in fase di post produzione, di lavorare anche sulla correzione del colore. Se volete automatizzare del tutto la gestione del colore, esiste una soluzione evoluta del ColorChecker Passport che comprende anche il software di post elaborazione, in grado di fare tutto il lavoro per voi (ma costa oltre 250 euro).
Esposizione in studio fotografico: giudicate l’esposizione
Una cosa da fare, prima di cominciare uno shooting fotografico, è sistemare lo studio prima dell’arrivo del soggetto, dei modelli o delle modelle da fotografare. Sistemare le luci è un’attività che può richiedere ore, così come i fondali, i riflettori e gli oggetti di scena che potrebbero essere richiesti.
Il secondo punto su cui concentrarsi è la composizione della scena nonché l’esposizione della stessa. Ricordate che la macchina fotografica ha una gamma dinamica limitata e ciò significa che ottenere l’esposizione corretta è fondamentale per ottenere la migliore qualità possibile delle immagini.
Giudicare l’esposizione semplicemente guardando il display LCD sul retro della fotocamera non è sufficiente. L’immagine mostrata sul display è un’immagine JPG generata all’interno della fotocamera, immagine che Varia in funzione delle impostazioni considerate, dal bilanciamento del bianco selezionato, dalla luce ambientale e così via. Se poi passate al computer e cominciate a lavorare sull’immagine RAW, vi renderete conto di avere per le mani un’immagine differente, ad esempio leggermente sottoesposta rispetto all’equivalente JPEG.
Detto questo, veniamo alla preparazione delle luci per lo studio fotografico. Ogni luce ha una differente posizione e orientamento, nonché potenza. E proprio la potenza di ogni luce deve essere determinata individualmente al fine di ottenere l’effetto voluto (per esempio la totale cancellazione delle ombre da una scena). Una volta scelta la lunghezza focale e l’apertura dell’obiettivo, le stesse luci dovranno essere ritoccate al fine di ottenere un sistema che, a vostro giudizio, funziona.
Una volta che avete determinato, ad occhio, la scena perfetta, passate ad analizzarla da un punto di vista tecnico, ovvero cominciate a valutare l’esposizione dando un occhio all’istogramma della scena stessa, cosa che può essere fatta tramite computer (cosa che comunque vi sconsiglio) o molto più semplicemente utilizzando il display della fotocamera (che è diverso dal valutare l’immagine!). Proprio questo display ha una funzione particolarmente importante per aiutarvi a definire la corretta esposizione dell’intera scena e correggere eventuali errori: l’ Highlight Alert. Vedremo nel seguito come utilizzare e cosa è il HA-ETTR (highlight Alert – Expose to the right).
Attenzione quando preparate le luci: una cosa è preparare una scena senza un soggetto, una cosa totalmente differente è inserire un soggetto. Fate quindi in modo di avere una cavia: anche un manichino vestito pià o meno come sarà vestito il vostro soggetto può essere utile, soprattutto per le impostazioni iniziali. Ricordate anche che è necessario fare un sacco di scatti di prova, bisogna fare un sacco di movimento (correndo tra macchina fotografica e scena, per modificare qualcosa) ed un sacco di pazienza. Cercate di fare quanto più lavoro possibile in questa fase preparatoria, soprattutto se avete intenzione di modificare la posizione delle luci durante la sessione fotografica.
Per ogni differente sistemazione delle luci dovete fare tutto il lavoro da zero. Ovviamente, per ogni configurazione, scrivetevi su una tabella (vi consiglio una bella lavagna da tenere vicino alla macchina fotografica) tutte le configurazioni che avete scelto, le potenze e la posizione di tutti gli oggetti in scena. E per le luci, usate del nastro adesivo a terra per ricordarvi dove spostare le luci di volta in volta. Personalmente faccio una X con del nastro carta a terra e scrivo su un numero, corrispondente ad una determinata configurazione. Tenete anche a mente che, nel tempo, tenderete sempre ad usare le stesse configurazioni e quindi averle “segnate” per terra vi aiuterà a passare da una all’altra in pochissimi minuti. Anche sulla fotocamera è possibile impostare i parametri e passare da un set all’altro tramite un semplice pulsante (almeno sulle fotocamere di alto livello): impostate quindi anche voi i parametri di scatto e salvateli con lo stesso numero impiegato sulle X delle luci.
Esposizione in studio fotografico: Flash Meter
Per rendere l’installazione e la configurazione delle luci semplice e veloce nonché per scoprire l’effetto di un cambiamento di illuminazione durante una sessione fotografica, dovete dotarvi di un flash meter o, in italiano, misuratore di luce. Il misuratore di luce vi libererà del tutto dall’uso del display LCD della fotocamera, semplificandovi la vita ma soprattutto riducendo i tempi di preparazione: bastano infatti un paio di lampi di prova con un misuratore per regolare la potenza di qualsiasi stroboscopio o flash da studio.
Esistono differenti misuratori di luce e nessuno è a buon mercato, anche se valgono la spesa fatta. Uno dei prodotti migliori è sicuramente il Kenko KFM-2200 (poco meno di 600 euro), ma di qualità anche modelli meno costosi quali il Grossen Digipro F (340 euro), il Kenko KFM-1100 (370 euro) o il Sekonic SE L-308 (207 euro, non ricalibrabile). Evitate soluzioni troppo economiche, fanno male il lavoro per cui sono stati acquistati.
E ‘fondamentale calibrare lo strumento di misurazione per la vostra macchina fotografica, la lente in uso ed il soggetto. L’esposizione per i ritratti non è la stessa anche al semplice cambiare della tonalità della pelle dei soggetti ripresi: fate quindi sempre molta attenzione anche a fattori che potrebbero sembrare non rilevanti. Ciò che voi cercate, in una fotografia, è che i punti salienti del viso ricadano dentro un determinato range di esposizione (molto stretto) al fine di aver la miglior qualità possibile in fase di stampa. Questo range può essere controllato su strumenti di editing quali Photoshop o Lighrroom: in Photoshop il range in questione è 236-240 mentre in Lightroom è 88%-95%. Al di fuori di questo range, la fotografia non è considerabile di alta qualità. Ovviamente anche questi valori non sono scolpiti nella pietra: la stampante fa la differenza.
Come si controlla in range di esposizione? Facciamo l’esempio di photoshop. Aprite l’immagine e selezionate il contagocce dalla cassetta degli attrezzi, poi andate nella parte superiore dello schermo e fare clic su “Windows”, quindi scorrete fino alle informazioni. Nella finestra che si apre, passate il contagocce sull’area più luminosa della pelle (di solito un riflesso della luce principale sulla guancia o sulla fronte) e leggete la il valore “R” sul lato sinistro della pannello. Se questo valore è compreso tra 236 e 240 l’immagine è esposta correttamente. Se è maggiore di 240 è sovraesposta, mentre se è inferiore a 236 è sottoesposta. Ci sono 32 punti in un solo stop: quindi se la vostra lettura è 225 nella zona più luminosa di pelle, vuol dire che dovete correggere di 1/3 di stop (236 -11 = 225, dove 11 è un terzo di 32). Per controllare la sottoesposizione, passare il contagocce sopra l’ombra più scura che avete. La lettura dovrebbe essere compresa tra 12 e 32 per ottenere una buona esposizione. Se il valore è inferiore a 12 è sottoesposta, mentre se è superiore a 32 allora è sovraesposta.
Tutti i misuratori di luce, con il passare del tempo, perdono la taratura: vi consiglio di acquistate un meter che possa essere ricalibrato, anche se costa un poco di più.