I fotografi iniziano quasi sempre come artisti. La fotocamera non attira l’interesse di una mentalità dedita al business ma piuttosto fa leva su passione, creatività e gli istinti artistici. Tutti noi fotografi, quando abbiamo cominciato, siamo stati risucchiati in questo mondo dalla passione (e alcuni di noi ancora continuano a fare il fotografo per pura passione), ma per molti la passione alla fine si trasforma in desiderio di carriera.
Il business della fotografia però non va di pari passo con la ricerca artistica, costringendo i fotografi a superare molti degli istinti artistici primari più creativi per realizzare un qualcosa per il quale il cliente è disposto a pagare. Vediamo insieme quali sono i alcuni degli istinti artistici di cui ci dobbiamo liberare se vogliamo trasformare la fotografia in una carriera di tipo professionale.
La variazione e la diversità della creazione non vuol dire scalare l’Everest
Come artisti, spesso siamo a caccia di nuove montagne creative da scalare.
Abbiamo la pessima tendenza a pensare al nostro lavoro come ad un fallimento se questo non presenta qualche elemento diverso rispetto ad un nostro lavoro precedente.
Vogliamo salire a nuove altezze, livelli, provare cose nuove e creare varietà nel nostro lavoro. Questa mentalità, tuttavia, è in contrasto con i desideri del cliente.
Un cliente vuole vedere la consistenza, la continuità nel servizio che gli viene offerto. Un cliente non vuole indovinare o vivere l’attesa del servizio fotografico nell’incertezza. Il cliente, che non è quasi mai un fotografo, ha in mente immagini che ha visto in giro, nel vostro portfolio e si attende quasi sempre qualcosa di simile. Spesso il cliente stesso chiede di realizzare qualcosa di simile a qualcos’altro, ma soprattutto un cliente, prima di pagare o assegnare un lavoro, vuole sapere esattamente per cosa sta pagando. In pratica, se si desidera trasformare il proprio hobby in un business di successo, è necessario trovare uno stile preciso e di qualità
che non solo vi distingua dalla massa, ma che è sia anche qualcosa che potnel tempo per ogni cliente che incontrate.
Gli istinti artistici da dimenticare: quello che ha valore non è criticabile
Se volete realizzare una vendita, è necessario essere in grado di offrire qualcosa che il cliente ritiene valga di più del denaro richiesto per quel tipo particolare di prodotto. Spesso ciò che apprezziamo di più come fotografi non si traduce in valore per un cliente: nel prosieguo della vendita diventa fondamentale valutare ciò che vuole il cliente e cosa invece non desidera affatto, anche se ciò potrebbe andare a discapito di un aspetto della fotografia che si ama profondamente. Insomma, la composizione fotografica, lo stile ma soprattutto l’idea di base della foto che volete vendere è decisa dal cliente e non dai voi. Voi siete, spesso, solo i meri esecutori (a meno di non essere dei fotografi di fama e quindi sufficientemente potenti per potervi imporre).
La qualità non è assoluta
La maggior parte dei fotografi cerca di spingere in avanti i limiti del proprio lavoro ad ogni scatto realizzato. Sicuramente si tratta di qualcosa di ammirevole nonché di una potente mezzo per migliorare voi stessi, ma non sempre si rivela una buona idea: spingere in avanti i propri limiti ed aumentando le proprie qualità potenziali può portare sì ad un lavoro migliore o addirittura spettacolare, ma anche ad un aumento delle spese.
Per molti clienti la qualità non si traduce in valore. Questo perché in molti casi gli acquirenti sono alla ricerca di un lavoro in grado di soddisfare un loro specifico bisogno. Certo, alcuni saranno felici di ricevere un prodotto di qualità, soprattutto se sono in grado di pagarla (ma parliamo di una piccola minoranza di acquirenti), ma la maggior parte delle persone non sarà interessata ad essa se si traduce in un incremento del prezzo o anche ad un ritardo nella consegna del lavoro stesso. Tra gli istinti artistici di un fotografo, probabilmente è questo quello più complesso da mettere da parte, in quanto bisogna sacrificare l’arte sull’altrare degli euro. Come artisti dobbiamo quindi cercare di prediligere una perfezione “grezza” al fine di dare un lavoro di qualità che però rientri nei limiti delle esigenze e nel budget del cliente.
Il fotografo creativo non ha mai l’ultima parola sul proprio lavoro
Come artisti siamo abbastanza abituati all’idea di essere gli unici direttori artistici del nostro lavoro. Quando però in questo processo entra un cliente, dobbiamo farci da parte perché spesso è sempre quest’ultimo ad avere l’ultima parola in merito ad un lavoro. Può capitare inoltre che molti clienti non solo desiderino, ma addirittura chiedano in modo diretto di poter seguire passo a passo la realizzazione del lavoro fotografico, nonché di influenzare e dirigere ciò per cui stanno pagando.
Dobbiamo quindi mettere a tacere quell’istinto che ci spinge a non ascoltare il cliente al fine di diventare invece più efficienti e trasformare la direzione creativa imposta dal cliente stesso in immagini che vadano incontro ad uno standard professionale di qualità e che nello stesso tempo soddisfino appieno le sue aspettative.
Conclusione
Non preoccupatevi in modo eccessivo se i vostri istinti artistici sembrano impossibili da superare o accantonare. Potete sempre giustificarvi dicendo che siete voi i colpevoli, perché vi aggrappate a cose, a modi di lavorare a voi molto care e radicate dentro di voi. Non è facile vincere questa battaglia, in quanto sconfiggere questa mentalità è forse una delle cose più difficili da farsi lungo il cammino di trasformazione di un fotografo per hobby in un fotografo professionista.
Tuttavia, superando gli istinti artistici, aumenterete in modo significativo le vostre possibilità di fare della fotografia non solo una carriera, ma anche un lavoro che vi porterà anche una rendita finanziaria.