Il Filtri ND (neutral density) sono uno di quegli accessori che dovrebbero essere sempre nella borsa di un fotografo (specie se fate fotografie a lunga esposizione). In un precedente articolo abbiamo affrontato le differenze tra i filtri fisici e quelli digitali, in questo affronteremo un altro parallelo: ND fisso vs ND variabile.
Riassumendo, nell’ambito dei filtri ND, abbiamo due tipologie di prodotti: i filtri ND fissi ed i filtri ND variabili. Quale categoria di filtri è la migliore? Quale tipologia meglio si adatta alle vostre esigenze?
ND fisso vs ND variabile: Cos’è un filtro ND?
Abbiamo già parlato dei filtri ND qui, per cui mi limito ad una piccola presentazione di questi prodotti: si tratta di un “pezzo di vetro” scuro o acrilico che possiamo avvitare di fronte ai nostri obiettivi per ridurre l’esposizione, ovvero la quantità di luce che colpisce il sensore fotografico.
Il motivo principale per cui si dovrebbe ridurre l’ingresso di luce nell’obiettivo è legato alla possibilità di utilizzare il diaframma spalancato anche in piena luce e contemporaneamente incrementare il tempo di scatto. I filtri a densità neutra sono utilizzati anche nella produzione video dove è importante mantenere la bassa velocità dell’otturatore.
I filtri a densità neutra riducono la luce secondo delle quantità ben definite e contate in “stop”, esattamente come con l’apertura del diaframma. Esistono filtri più o meno spinti in funzione del tipo di fotografia che si vuole fare: si parte da filtri che riducono la luce di 1 stop fino a filtri che raggiungono i 10 o i 12 stop.
Negli ultimi anni, ai filtri ND fissi, si sono affiancati anche i filtri ND variabili: questi sono composti da due filtri polarizzatori uniti in un’unica struttura (ma in grado di ruotare l’uno sull’altro) che funzionano come se fossero un unico polarizzatore. Ruotando l’elemento frontale, è possibile diminuire o aumentare la quantità di luce che passa attraverso il filtro stesso, e quindi avere più controllo sulla quantità di luce che si desidera far entrare.
ND fisso vs ND variabile: Il filtro ND fisso.
I filtri neutral density fissi possono essere di due tipi: a vite e tondi oppure rettangolari/quadrati. I primi si avvitano direttamente sull’obiettivo in uso (e quindi bisogna averne uno per obiettivo, specie se cambia il diametro della lente), i secondi sono più “generici” e si montano dinanzi la lente con l’utilizzo di una struttura portante.
I due principali vantaggi nell’utilizzo di filtri ND fissi sono i costi e la qualità. Il prezzo di un singolo filtro ND è significativamente più conveniente di uno variabile e anche la qualità è significativamente migliore rispetto ad un filtro ND variabile.
La qualità non viene solo dai materiali utilizzati, ma anche dal fatto che la luce passa attraverso un solo vetro, non due come nel caso dei filtri variabili.
Il principale svantaggio, di contro, è legato al fatto che avrete bisogno di diversi filtri per avere un set completo in grado di ridurre la luce da 1 a 12 stops. Se si usa il modello a vite, dovete duplicare il set di filtri per ogni differente obiettivo che avete
L’altro svantaggio è la praticità, in particolare se si desidera passare a un diverso filtro ND durante una fase di scatto. Montare e rimontare un filtro toglie tempo e soprattutto rischia di far entrare polvere tra il filtro e la lente, peggiorando l’immagine finale.
ND fisso vs ND variabile: Il filtro ND variabile
Il grande vantaggio di un filtro ND variabile è la sua praticità: non è necessario cambiare il filtro se dovete aumentare o decrementare di qualche stop il potere di filtraggio della luce, il che rende il processo di scatto delle immagini molto più veloce e pratico.
Esistono anche dei filtri dal diametro molto ampio, dotati di set di adattatori: con questa soluzione potete usare lo stesso filtro su tutti gli obiettivi che avete, semplicemente cambiando l’adattatore (i cui costo è irrisorio rispetto al filtro stesso). Ovviamente, di contro, avrete un oggetto dinanzi al vostro obiettivo molto ingombrante, soprattutto se usate obiettivi dal diametro ridotto.
I principali svantaggi dei filtri ND variabili sono il costo e la qualità. Anche un filtro ND di buon livello (diciamo con 77 millimetri di diametro) può costare ben più di 200 euro (un esempio sono il Syrp, il Cokin o il “più economico” Tiffen).
L’altro problema principale è la qualità: i filtri ND sono realizzati utilizzando due lenti polarizzate che possono ruotate l’una sull’altra. Ciò può creare problemi con alcune frequenze luminose, soprattutto quando si utilizzano obiettivi grandangolari e si riprendono ampie zone di cielo con un filtro ND dagli 8 stops in su.
ND fisso vs ND variabile: Quale filtro ND scegliere?
Dipende dal tipo di foto che si fa. Se si predilige una fotografia “pensata”, con condizioni ambientali (di luce) spesso simili, allora la soluzione a lente fissa è sicuramente la migliore (non avrete problemi di tempo). Al contrario, se la vostra fotografia è affetta da continui variazioni di luce, meglio optare per un filtro variabile
In ogni caso, quando scegliete un filtro ND fisso o variabile, valutate tutti gli aspetti, ivi incluso il prezzo. Se i filtri variabili di buona qualità costano parecchio, anche i filtri ND fissi non scherzano se volete il top: ad esempio un SION ND3 costa intorno ai 100 euro.