Quinto ed ultimo appuntamento con l’etica nella fotografia.
Potete trovare ai seguenti indirizzi le precedenti “puntate”: Parte uno, parte due, parte tre, parte quattro.
Fotografia con i droni
Negli ultimi anni, la fotografia con i droni ha avuto un’impennata vertiginosa.
Fotografi e videografi utilizzano i droni per catturare filmati unici da angoli e distanze impossibili altrimenti. Mentre l’idea della fotografia con i droni è attraente per molti fotografi, solleva alcune preoccupazioni piuttosto serie.
La fotografia con i droni è qualcosa di molto nuovo e in gran parte non regolamentato.
Dopo un certo numero di casi di droni che minacciano gli aerei passeggeri e governativi, cadendo nelle aree protette (ricordate i casi degli aeroporti londinesi? Solo Easyjet ha accusato perdite per 18 milioni) o schiantandosi contro edifici, i vari enti governativi hanno normato l’uso di droni , cosa per purtroppo non ha risolto in toto il problema. A parte le linee guida di base, non ci sono ancora leggi o regole specifiche riguardo all’utilizzo dei droni (la normativa UE deve essere recepita a livello locale, per esempio. E finquando non avverrà, ogni nazione avrà una sua normativa, chi molto stringente come l’Italia, chi molto ma molto lasca). Questo ha creato un enorme problema per tutti, perché le persone stanno facendo ogni sorta di supposizioni su ciò che possono e non possono fare. Non ci sono delle norme specifiche per esempio relative al sorvolo della proprietà privata, dei problemi di privacy e della registrazione di filmati di persone o di loro proprietà. Le cose stanno diventando ancora più complesse negli Stati Uniti, dove il governo e le persone non hanno mai avuto grossi problemi con gli aerei che volano sopra le loro teste e ora si trovano nel disperato bisogno di proteggere i loro punti di riferimento e le zone sicure dai turisti che gestiscono i droni.
Purtroppo, molti proprietari gestiscono i loro droni senza molta pratica o reale conoscenza delle regole basilari del volo e dell’etica, facendoli schiantare in proprietà governative e private. Poiché i droni costano un sacco di soldi, spesso finiscono per irrompere in aree chiuse e sconfinare per recuperarli, causando ogni sorta di irritazione da parte del pubblico.
Ci sono molte preoccupazioni etiche legate alla fotografia con i droni e credo che questo argomento dovrebbe essere esplorato in dettaglio, in quanto diventerà più importante con la crescente popolarità della fotografia con droni.
Etica nelle competizioni fotografiche
Storicamente le competizioni fotografiche hanno avuto regole piuttosto strane, che spesso non consentono alcun tipo di post-elaborazione sulle immagini. Alcuni concorsi non consentono alcun ritocco, mentre altri consentono lievi modifiche che comportano aggiustamenti di colore e contrasto e forse piccoli ritagli. Anche se non sono d’accordo con le regole di “non editing” delle competizioni e credo che alcune modifiche alle immagini dovrebbero essere consentite, sono decisamente in disaccordo con le regole che consentono qualsiasi tipo di modifica e manipolazione di foto (a meno che non si tratti di un concorso atto a creare un’opera d’arte partendo da una foto). Una volta entrati nella zona del fotoritocco, le competizioni fotografiche possono rapidamente perdere il loro fascino: ci sono alcuni veri maghi di Photoshop in giro, che realizzeranno immagini dall’aspetto strabiliante da immagini che altri considererebbero al di sotto della media. Un po’ di immaginazione e abilità in Photoshop possono davvero portare a creare qualcosa che non è mai esistito e mai potrà esistere innatura.
Consideriamo il caso recente di Chai Yu Wei, un fotografo di Singapore, che non solo ha preso in prestito l’idea di un altro fotografo nel catturare una scala che sale verso il cielo, ma ha anche avuto il coraggio di inserire un aeroplano al centro dell’immagine prima di inviarlo a una competizione lanciata da Nikon. Purtroppo, quando gli è stato chiesto, ha anche affermato di essere stato fortunato a catturare l’aereo in quel modo. Non ci è voluto molto tempo prima che altri fotografi scoprissero che la foto era un falso.
Nikon ha finito per rimuovere la foto dalla sua pagina Facebook e ha dovuto scusarsi per aver selezionato la foto come vincitrice (anche il fotografo ha fatto le proprie scuse). Tuttavia, questo caso particolare serve come ulteriore promemoria sul motivo per cui le manipolazioni delle foto come questa non dovrebbero essere consentite. Chai Yu Wei voleva che gli altri credessero che fosse nel momento giusto e al posto giusto per catturare una foto di un aereo che passava proprio attraverso il centro della composizione principale, qualcosa che ovviamente non è mai avvenuto.
Le stesse linee guida etiche si applicano anche alle gare di fotografia naturalistica. Abbiamo visto un caso in cui il fotografo José Luis Rodriguez ha catturato una foto di un lupo che scavalcava una recinzione, affermando che l’immagine raffigurava un vero lupo selvaggio che cacciava il bestiame del contadino.
Si è scoperto che il lupo non era in realtà selvaggio e il fotografo in pratica ha usato un lupo domestico per scavalcare il recinto, mentre lo fotografava con il flash di notte. Mentre questa particolare immagine non era un composito e non era stata modificata come l’immagine precedente, ha un enorme problema etico: mentire su un animale e sul tipo di fotografia realizzata. Se i fotografi sono autorizzati a mettere in scena animali domestici per le gare di natura selvatica, non c’è alcun modo di vincere un concorso del genere, in quanto, usando animali addomesticati, si possono realizzare delle fotografie strabilianti, molto difficilmente riproducibili in natura.
Nutrire la fauna selvatica
Ci sono casi in cui alcuni fotografi naturalisti potrebbero arrabbiarsi con altri fotografi, che potrebbero non necessariamente usare un animale domestico o addomesticato come nel caso precedente, ma potrebbero nutrire un animale selvatico per catturare scatti unici. Molti fotografi naturalisti praticano tali procedure e non si sentono in colpa nel farlo. Che si tratti di preparare mangiatoie per uccelli nel cortile di casa o di mettere i topi nei campi per quei fantastici scatti di rapaci che volano verso la macchina fotografica, la questione è sempre la stessa: è etico non è etico farlo? Ricordo che abituare gli animali selvatici a mangiare cibo fornito da noi (quindi trovato senza fatica) può essere molto deleteria. Di contro, molto altri fotografi obiettano, questa pratica diventa pericolosa solo se perpetrata nel tempo: dar da mangiare agli animali selvatici una o due volte, per molti fotografi, non fa correre alcun pericolo. Si tratta di punti di vista, e nuovamente ci troviamo in quell’area grigia dell’etica difficile da interpretare.