Le ripetizioni sono un altro elemento che permette di fare la differenza in una fotografia. Fotografare degli oggetti duplicati, magari inseriti in un contesto prospettico o con forti differenze cromatiche, è un modo per attirare l’attenzione dell’osservatore.
Di esempi in tal senso ne troviamo tantissimi e anche tra le nostre fotografie, probabilmente, non mancano degli esempi: vi è mai capitato di fotografare un colonnato? L’esempio classico è quelli dei templi, Pompei, Ercolano o Atene che sia: la presenza delle colonne in serie, tutte uguali, tende a colpire il fotografo che difficilmente si tirerà indietro dal fare una qualche foto del genere:
Inserire degli oggetti che si ripetono può anche dare, a causa della differente dimensione, un senso di profondità (come nel caso della semplice foto qui sopra). Oppure possono fornire un senso di calma, di ordine. Le ripetizioni non devono essere necessariamente perfette, anche una situazione del genere è interessante:
Le ripetizioni possono essere impiegate da sole, magari inserendo degli elementi di rottura (nella foto di seguito l’elemento di rottura è dato dalle finestre “triple”):
oppure insieme ad altre regole di composizione: la foto qui di seguito è un esempio di mix di ripetizioni, prospettiva, simmetria e cornice. Senza dimenticare la differenza cromatica.
Un altro esempio nel quale la ripetizione degli oggetti, unita alla forte differenza cromatica e alle geometrie è ben riuscito è il seguente: una fotografia di forte impatto visivo realizzata banalmente in una cartoleria.
Ovviamente, come per tutti gli altri suggerimenti dati circa la composizione fotografica, anche l’uso di ripetizioni all’interno delle scene è direttamente legato al gusto del fotografo e per questo motivo avrà dei differenti impatti sull’osservatore finale.
L’importante è cercare sempre di non essere banale nella scelta di soggetti e inquadrature. Per quanto le colonne della prima foto siano state considerate importanti dal fotografo e per quanto la ripetizione sia “giusta”, la fotografia risulta abbastanza anonima se paragonata alla foto di Osama o addirittura a quella dei pennarelli qui sopra riportati. Il motivo è proprio legato al gusto del fotografo: nel primo caso è stato dato maggior risalto al “ricordo” (si tratta di una foto fatta in vacanza, atta a ricordare al fotografo il luogo visitato) piuttosto che alla composizione. Negli altri due casi, invece, il fotografo ha pensato principalmente alla scena scegliendo con maggior cura l’inquadratura. Alle volte perdere un po’ di tempo alla ricerca di una particolare posizione o di un particolare effetto può fare la differenza. Se la foto di Osama fosse stata fatta solo una mezz’ora più tardi probabilmente avrebbe perso parte del suo fascino, risultando poco o addirittura del tutto non visibile lo sfondo.