Le fotografie ottenute con una lunga esposizione sono diventate molto popolari negli ultimi anni ed hanno ottenuto nel tempo uno spazio sempre maggiore sulle riviste fotografiche, sui forum online o sui siti personali di fotografi in erba e professionisti.Questo fenomeno è stato spinto soprattutto dall’avvento delle ultime generazioni di macchine fotografiche nonché di una grandissima quantità di filtri a densità neutra (ND) di ottima qualità che, come sappiamo, aiutano a compensare la presenza di troppa luce (che brucerebbe la foto).
Tuttavia, scattare fotografie quando si utilizzano filtri ad alta densità dà luogo ad una serie di problemi di cui bisogna essere a conoscenza in modo da prevenirli e non avere brutte sorprese in fase di visualizzazione finale dell’immagine.
Prima di tutto, ricordo cosa permette di fare un filtro a densità neutra: esso blocca la luce senza lasciare una dominante di colore sull’immagine risultante. Ogni ‘stop’ di un filtro ND riduce la quantità di luce che entra nella fotocamera di un fattore 2, vale a dire:
- 1 stop = 21 = 2 = ND2
- 2 stop= 22 = 2 x 2 = 4 = ND4
- 3 stop= 23 = 2 x 2 x 2 = 8 = ND8
- 4 stop= 24 = 2 x 2 x 2 x 2 = 16 = ND16
- 10 stop= 210 = 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 = 1024 = ND1024
Quindi abbiamo che un filtro ND4 riduce la quantità di luce che colpisce il sensore di un fattore 4 (2 stop), un filtro ND8 diun fattore di 8 (3 stop) e così via, fino ad arrivare a al filtro ND1024 (10 stop), dove la luce è ridotta di un fattore pari a 1024 (l’otturatore deve essere aperto per oltre 1000 volte il tempo necessario a scattare una foto senza filtro).
L’applicazione classica del filtro ND è quello di ottenere l’effetto seta sull’acqua o sulle nuvole, un effetto del tutto irreale ma assolutamente “fotogenico”.
Le lunghe esposizioni hanno quindi due problemi di fondo: la lunga esposizione stessa che incide fortemente sul movimento (l’effetto mosso può essere devastante) e la difficoltà nel calibrare la giusta quantità di luce che deve colpire il sensore (quale filtro ND scegliere?).
Ecco di seguito otto semplici consigli per ottenere il meglio nelle fotografie a lunga esposizione.
- Anche se un treppiede è considerato un requisito di base per molti fotografi, è ancora più importante quando si scatta con dei filtri ND in particolare quando questi sono molto densi (già da ND4). L’esposizione si può facilmente estendere a più di un paio di minuti il che richiede un treppiede robusto e stabile. Stabile significa anche che il treppiede dovrà essere installato su un terreno solido, la colonna centrale non estesa e la cinghia della macchina fotografica fissata in modo da non prendere vento. Spesso viene consigliatodi appendere la borsa della fotocamera al treppiede per aggiungere zavorra: errore. La borsa può fungere da vela e innescare un effetto pendolo. Se volete inserire della zavorra nel sistema, procuratevi un sacchettino e riempitelo di riso o fagioli. Quindi appoggiatelo SOPRA la fotocamera (dove c’è il flash popup per esempio). Anche mezzo chilo in più può aiutare a rendere più stabile il sistema.
- Dato che il filtro è particolarmente denso e a meno che le condizioni sono davvero brillanti, non ci sarà luce sufficiente per consentire alla messa a fuoco automatica di funzionare. Pertanto, è meglio mettere a fuoco l’inquadratura senza il filtro, passare alla messa a fuoco manuale e quindi applicare il filtro senza muovere la fotocamera. Ricordatevi la messa a fuoco manuale: in questo modo l’obiettivo non andrà a caccia della messa a fuoco quando premerete il pulsante di scatto.
- E ‘importante chiudere l’otturatore del mirino, o almeno coprire il mirino al fine di garantire una misurazione accurata della luce e per evitare che la luce si diffonda dal mirino stesso durante il tempo di scatto. Certo, si tratta di un’accortezza che di certo non è molto critica, ma su tempi molto lunghi (sopra i 10 minuti) fa assolutamente la differenza.
- Per esposizioni superiori a 60 secondi, è necessario usare la modalità ‘BULB della fotocamera. Il passaggio a questa modalità consente di aprire l’otturatore per tutto il tempo che si vuole consentendo esposizioni molto lunghe. Ciò però implica che:
- Avrete bisogno di un telecomando (via cavo o a radiofrequenza o infrarosso) in modo da poter bloccare l’otturatore sulla posizione di aperto per un determinato periodo di tempo.
- È molto probabile che avrete bisogno di un modo per contare il tempo (quanto tempo vogliamo che l’otturatore rimanga aperto?). In alcuni casi, il conteggio è banale (per esempio, se l’esposizione senza il filtro è ¼ s, quando si utilizza un filtro ND1024 – 10 stop – diventa 0,25s x ~ 1000 = 250s, 250s/60 = ~4 minuti) ma in altri può essere più difficile soprattutto sel le condizioni di luce cambiano abbastanza rapidamente: in tal caso procuratevi un’app per il vostro cellulare come ad esempio NDCalc per Android o iOS.
- Scegliere le giuste condizioni. Le condizioni ideali per la fotografia a lunga esposizione si hanno quando il cielo è leggermente coperto (nuvole sparse) nonché un forte vento. Se non ci sono le nuvole o siamo in assenza di vento, non ci sarà granché movimento da aggiungere. Altri orari preferibili sono alba e tramonto con il sole basso sull’orizzonte: si ottiene un maggior contrasto soprattutto con le nuvole nel cielo.
- Anche a bassi ISO le esposizioni molto lunghe possono introdurre rumore sotto forma di “pixel caldi”. Anche se non è facile notarli sullo schermo LCD, una volta visualizzata la foto su di un monitor potreste trovare tutta una serie di pixel rossi, verdi o blu. Un modo efficace per rimuoverli è quello di scattare una fotografia con il copriobiettivo della stessa durata della foto che vogliamo andare a fare: i pixel caldi saranno identici in tutte le foto (come se fosse una firma del sensore), quindi saranno presenti anche nella foto nera nelle stesse identiche posizioni. In fase di post produzione sarà facilissimo sottrarre i pixel e annullarne l’effetto sulla foto definitiva. Un altro suggerimento è quello di attivare la funzione anti pixel caldi che esiste in moltissime macchine fotografiche reflex di ultima generazione: questa funzione fa più o meno la stessa cosa ma in automatico.
- Alcune marche di filtri sono note per lasciare più di una dominante di colore sull’immagine finale. Questo è un buon motivo (uno dei tanti!) per scattare in RAW in quanto le dominanti di colore possono essere corrette in fase di post produzione. A volte, per le esposizioni particolarmente lunghe, si può giungere a rovinare del tutto la foto rendendo impossibile anche in post produzione il recupero della stessa: in questi casi solo una conversione in bianco e nero può risolvere il problema.
- Una lunga esposizione non compensa la bruttezza di una composizione! Scegliete con attenzione cosa fotografare, componete la scena con attenzione e solo dopo attivatevi per riprenderla.