Avete mai visto i video timelapse? Inizialmente relegati alle riprese naturalistiche, sono diventati sempre più comuni e famosi anche grazie a molte macchine fotografiche (professionali e non) che integrano al loro interno degli automatismi per semplificare questo tipo di video-fotografico.
La fotografia timelapse consiste nell’effettuare una serie di foto in sequenza a distanza di ore, minuti o anche secondi e quindi montarle in un video a velocità normale (30 frame per secondi). In questo modo è possibile “accelerare il tempo”, visualizzando per esempio la crescita di un fiore (giorni) in meno di un minuto.
Caratteristica fondamentale dei video time lapse è anche la posizione della macchina fotografica: questa deve rimanere la stessa durante tutti gli scatti, in modo da mantenere lo stesso “sfondo” in tutte le pose.
Teoricamente, la fotografia timelapse non è così complicata: si stanno scattando centinaia di foto in sequenza e quindi si montano insieme in fase di post produzione. Tuttavia, per ottenere un buon video ed un buon risultato, c’è molto lavoro da fare, sia in fase di preparazione che di esecuzione.
Che cosa serve per fare un video Timelaspe?
L’Intervallometro. Questo strumento permette di prendere una certa quantità di foto ad intervalli regolari. Ciò ci consente di non stare seduti vicino alla macchina fotografica con un telecomando ed un cronometro, premendo il pulsante ogni x secondi.
L’intervallometro non è banalmente un cronometro che ad ogni definito istante scatta una foto ma fa di più, soprattutto se si è deciso di utilizzare l’esposizione automatica (sconsigliata, in ogni caso). Se stiamo fotografando a distanza di pochi secondi e per un tempo non tanto lungo, probabilmente l’esposizione sarà la stessa per tutti gli scatti ma se dobbiamo scattare una foto ogni secondo su un arco temporale di parecchie ore, avremo differenze in esposizione molto consistenti tra le fotografie. L’intervallometro tiene conto del tempo di scatto e lo sottrae all’intervallo pre-impostato: ciò significa che avremo le fotografie sempre intervallate allo stesso modo, indipendentemente dal tempo di esposizione.
Allo stesso modo, è possibile impostare l’intervallometro in modo tale che mantenga la stessa distanza temporale tra gli scatti: in tal caso l’intervallometro comincia a contare il tempo una volta totalmente conclusa la foto precedente.
La maggior parte delle reflex moderne sono dotate di intervallometri per cui non dovrebbe essere necessario rivolgersi ad oggetti esterni ma, nel caso fosse necessario, sarà sempre possible acquistarne uno oppure utilizzare un intervallometro “fai da te”, impiegando un personal computer.
Nel caso si voglia seguire la via del personal computer, bisogna approvvigionarsi di un software che simuli, appunto, l’intervallometro. Una buona soluzione gratuita è Sofortbild (per i MAC) o UniversalTimer. Istruzioni semplici ed intuitive permettono di essere operativi in pochissimi minuti. Ovviamente, nel caso non abbiate sottomano un computer, negozi online come Amazon sono in grado di offrirvi degli intervallometri molto validi a prezzi contenuti, inferiori ai 50€.
Altro oggetto irrinulciabile è il treppiedi: per la quantità di fotografie effettuate in un lungo lasso di tempo avremo bisogno di qualcosa per stabilizzare la fotocamera. Se avete un treppiede non troppo pesante, pensate anche alla possibilità di zavorrarlo o ancorarlo a terra.
Non dimentichiamoci infine una copertura per la macchina fotografica stessa, soprattutto se il nostro time lapse sarà effettuato (anche parzialmente) di notte. L’umidità è una brutta bestia e il rischio di danneggiare una fotocamera, specie se non tropicalizzata, non è piccolo.
Tecniche di Fotografia Timelapse
Come accennato, il più grande problema delle foto timelapse è la durata del processo, o meglio della differenza di esposizione tra le differenti pose. Una lunga serie di fotografie può avere differenze decisamente marcate e il rischio di avere poca continuità tra gli scatti potrebbe essere alto. Per questo motivo, è assolutamente consigliato l’uso della modalità manuale in modo che la fotocamera non vada a variare l’esposizione della fotografia.
Se si fanno fotografie timelapse in situazioni di illuminazione cangiante nel corso di un periodo di tempo (come albe e tramonti), consentire alla fotocamera di regolare l’esposizione automatica significherebbe ottenere nel video finale uno “sfarfallio”. Sfarfallio dovuto al brusco cambiamento di esposizione da un fotogramma all’altro.
Ovviamente il problema è la differenza di illuminazione:avremo probabilmente delle fotografie esposte correttamente e molte altre sotto o sovraesposte.
Risolvere il problema è possibile usando un aiuto esterno, ovvero una lampada. Puntando una luce artificiale sul soggetto che vogliamo fotografare (ovviamente se questo è relativamente vicino) può permetterci di ridurre il numero di pose sottoesposte. Una lampada ha però bisogno di energia per funzionare, per cui una soluzione potrebbe essere quella di usare delle lampade led a batterie (magari azionate da un sensore crepuscolare per ridurre il consumo ed attivarle solo quando realmente necessarie). Ricordatevi anche di sistemare un filtro giallo dinanzi alla lampada: i led sono bianchi e rischiereste di mandare “a pallino” il bilanciamento del bianco, tarato magari per la luce solare.
Occhio anche al tempo tra i fotogrammi: un’altra causa di sfarfallio è la troppa differenza in termini di tempi tra le pose. Ogni situazione necessita di differenti tempistiche ovviamente: la crescita di una pianta, settata con intervalli lunghi, non subirà uno “sfarfallio” al contrario di una strada piena di persone che richiederà dei tempi corti per evitare “salti” troppo marcati.
Attenzione anche alla velocità delle vostre memorie: non settate un tempo di timelapse troppo corto ed evitate di salvare in RAW. Di sicuro non vi interessa l’estrema manegevolezza del RAW (parliamo di centinaia di foto), per cui il formato JPEG è più che sufficiente. Il JPEG, essendo molto più piccolo del RAW, permetterà di diminuire ulteriormente il tempo di attesa tra gli scatti, raggiungendo la velocità massima di scatto della vostra fotocamera (che sarà tra i 3 ed i 6 fps).
L’apertura e lo sfarfallio
Se si utilizza un’apertura piccola, come ad esempio f / 8 o superiore, l’otturatore si muoverà molto, passando dal tutto aperto durante la fase di “attesa” al valore impostato al momento dello scatto. Più quindi è alto il valore di f, maggiore sarà questo movimento. Per quanto il motore che regola l’otturatore sia particolarmente preciso, non sarà mai perfetto, per cui potrebbero esserci lievi differenze tra uno scatto e l’altro in termini di apertura. Con conseguente differenze di fuoco o luminosità, causa di ulteriore “sfarfallio” nel video finale.
Per ovviare a questo problema, è necessario scegliere un diaframma relativamente aperto in modo da minimizzare il lavoro del motore dell’otturatore. Più ampia è l’apertura migliore sarà la “soluzione” a questo problema. Normalmente, comunque, si può ottenere un ottimo risultato non andando oltre f/8.
Otturatore e o sfarfallio
Un altro tipo di sfarfallio da considerare è quello dovuto all’otturatore: più è corto il tempo più il rischio di sfarfallio aumenta. Ovviamente con tempi troppo lunghi rischieremo di avere del mosso nelle foto: un problema relativo visto che alla fine, nel montaggio video, il mosso dovrebbe essere sufficientemente mascherato al nostro occhio.
La maggior parte dei fotografi di timelaspe consiglia di usare al minimo 1/50s per non avere sfarfallii anche se non mancano i fotografi che si spingono fino a 1/100s.
L’esposizione ottimale.
Riassumendo quanto scritto in precedenza: usate un tempo di scatto lento ed un’apertura ampia.
Peccato che questa combinazione puà essere “letale” per orari di forte illuminazione (mezzogiorno) con conseguenti foto sovraesposte o bruciate.
La soluzione più comune è quella di usare un filtro ND per ridurre la quantità di luce. Il che però andrà a darci fastidio nel caso di timelaspe che si estendono su differenti periodi della giornata. In pratica sarà necessario individuare la situazione migliore, sacrificando magari alcune pose per sovraesposizione ed altre per sottoesposizione.
Bilanciamento del bianco
Come accennato, il bilanciamento del bianco è un problema in quanto il timelapse potrebbe coinvolgere più situazioni di luce differenti. Di sicuro non va posizionato in auto bensì in manuale: il cambio repentino di bilanciamento tra due fotogrammi creerebbe sfarfallio. Esistono dei software in grado automaticamente di impostare il bilanciamento del bianco su più pose: potreste quindi scattare il RAW ed “editare” il bilanciamento del bianco in un secondo momento. A parte però la necessità di controllare il processo (diversi bilanciamenti a seconda dell’ora), c’è da considerare la velocità di scatto: i file RAW, come detto prima, sono pesanti e incideranno non poco sulla velocità del timelapse.
Il consiglio è quello, ancora una volta, di mediare: bilanciate il bianco manualmente sulla luce che inciderà per la maggior parte del tempo sulla vostra fotografia. Per esempio, se cominciate a scattare all’alba per teminare prima del crepuscolo, ha senso bilanciare il bianco per una luce piena. Non potendo bilanciarlo però “live” (è l’alba) avrete bisogno o di farlo a mano o di usare delle foto campione scattate in altri giorni simili e all’orario che ci interessa.
Muoviamo la fotocamera
E’ il livello successivo al time lapse statico:possiamo aggiunere un lento movimento alla fotocamera che va a combinarsi con il movimento del nostro soggetto. Esistono in commercio molti sistemi automatizzati di movimento per il timelapse, a prezzi non troppo esagerati. In buona parte sono sistemi composti da un binario ed un carrello ed un timer che muove la fotocamera in sintonia con il tempo di timelapse.
Uniamo le foto
In fase di post processing dovremo di sicuro fare il collage delle foto e quindi creare il video timelapse definitivo. Esistono parecchie soluzioni gratuite che vi permetteranno il montaggio, come FFmpeg. Per il resto, armatevi di pazienza!
Per concludere, ecco una guida ben fatta che riassume un po’ tutti i punti toccati in precedenza.