Dorothea Lange, nata a Hoboken (New Jersey) da immigrati Tedeschi il 26 Maggio 1895, è stata una dei più importanti fotografi americani durante la grande depressione de 1930.
Dorothea, segnata da due gravi episodi nella sua infanzia (l’abbandono da parte del padre – da cui l’uso del cognome della madre – e la poliomielite contratta all’età di 7 anni), decise di diventare una fotografa professionista mentre stava diplomandosi per diventare un’insegnante (tra il 1914 ed il 1917).
I suoi inizi furono al soldo di Arnold Gen e Charles H. Davis (due fotografi attivi nella sua città e proprietari dei due rispettivi studi fotografici) per poi spostarsi nel 1919 in San Francisco dove aprì il suo personale studio fotografico (nel frattempo aveva anche seguito un corso alla Columbia University) che andò a gonfie vele fino all’arrivo della grande depressione, nel 1930.
Nel frattempo, nel 1920, Dorothea si sposò con Maynard Dixon, un pittore, per poi separarsi nel 1935.
L’arrivo della grande depressione (crisi economica, obsolescenza tecnologica, disastri naturali) fu anche l’inizio della svolta per la carriera di Dorothea Lange che decise di catturare nelle sue fotografie la disperazione della gente messa in ginocchio dalla crisi. Molto famoso è il suo scatto White Angel Breadline (1932), scattata immediatamente fuori dal suo studio, in San Francisco. Come si può vedere dallo scatto, riprende una folla di uomini disoccupati in attesa di aiuti. Il punto focale dello scatto è un uomo anziano, chino su una ringhiera, che tiene in mano una tazza.
Molti scatti di Dorothea Lange furono esposti presso lo studio del fotografo Willard Van Dyke in Oakland che si prodigò anche nella descrizione delle sue fotografie nel suo Camera Craft.
La fama di Dorothea era comunque cresciuta notevolmente, tanto che un sociologo e economo (Paul S. Taylor) dell’università della California cominciò ad usare i suoi lavori all’interno del suo studio sui disagi delle popolazioni colpite dalla crisi. Paul S. Taylor divenne anche il secondo marito (nel 1935) di Dorothea e la stessa collaborò alla redazione di An American Exodus: A Record of Human Erosion (1939).
Nello stesso anno del secondo matrimonio, Dorothea Lange fu invitata a divenire parte del Resettlement Administration (meglio nota come Farm Security Administration – FSA – , un ente governativo creato da Roseveelt nel tentativo di uscire dalla povertà) in qualità di fotografa, sotto la guida di Roy Stryker. Alla Lange si unirono altri nomi importanti della fotografia made in USA: Arthur Rothstein, Carl Mydans, Walker Evans eBen Shahn. La loro attività andò Avanti fino al 1942 quando l’unità fu spostata sotto il War Information Office (molti suoi scatti furono pubblicati, in forma anonima, sul Victory Magazine).
“Migrant Mother” (1936), uno dei suoi lavori più importanti, fu realizzato sotto la FSA. was produced for FSA.
Durante la seconda guerra mondiale, Dorothea Lange lavorò agli ordini della War Relocation Authority, sul fronte giapponese della stessa guerra. Tutti gli scatti rimasero però segreti fino al 1972 quando furono per la prima volta resi pubblici nel libro Executive Order 9066 di Maisie and Richard Conrat.
Nel 1945, Dorothea fu reporter ufficiale della conferenza delle Nazioni Unite in San Francisco per il dipartimento di stato americano. In contemporanea, lavorò attivamente per le testate Life (“Three Mormon Towns” nel 1954 e “The Irish Country People” nel 1955) e Aperture (“Death of a Valley” nel 1960).
Il massimo riconoscimento arrive postumo: nel 1966 I suoi lavori furono esposti al MOMA (Museum of Modern Art).
Dorothea Lange morì un anno prima, nel 1965, a causa di un cancro.
In tutta la sua vita artistica, Dorothea ha sempre perseguito lo stesso tema: quello delle persone invisibili, della poverà, della sofferenza.