Yousuf Karsh nacque il 23 Dicembre del 1908 a Madin(Armenia) ed è uno dei fotografi ritrattisti più noti al mondo.
Karsh era un maestro nell’uso delle luci in studio. Un aspetto peculiare dei ritratti di Karsh è l’enfasi sulla differente illuminazione delle mani del soggetto.
Karsh ha fotografato molti dei più grandi e celebri personaggi del suo tempo dai quali era particolarmente cercato, al punto che il giornalista Perry pubblicò sul London Sunday una frase particolarmente esplicativa: “quando i famosi cominciano a pensare all’immortalità, chiamano Karsh”.
Karsh aveva il dono di catturare l’essenza dei suoi soggetti, la loro anima: “Dentro ogni uomo ed ogni donna si cela un segreto. Come fotografo è mio il compito di rivelarlo, se posso” (una frase dello stesso Karsh, dalla sua pubblicazione del 1967 Karsh Portfolio).
Karsh crebbe nell’Armenia occupata dagli Ottimani e fu impotente testimone del genocidio degli armeni cristiani ad opera del nuovo governo turco. All’età di 14 anni fuggì con la sua famiglia nella vicina Siria. Due anni dopo, il giovane Yousuf fu spedito in Quebec (Canada) presso suo zio George Nakash, un fotografo nella piccola cittadina di Sherbrooke. Fu qui che Karsh frequentò per un po’ le scuole locali e si avvicinò al mondo della fotografia, aiutando lo zio nella bottega. Fu lo stesso Nakash a vedere un grande potenziale in suo nipote e, nel 1928, riuscì a farlo assumere come apprendista dal collega (un famoso fotografo ritrattista) John Garo a Boston.
Karsh tornò in Canada quattro anni dop. Stabilì uno studio su Sparks Street a Ottawa, vicino alla sede del governo Canadese. E fu proprio questa posizione a dargli un indubbio vantaggio: per caso, il primo ministro canadese Mackenzie King si accorse di lui e lo prese in simpatia, introducendolo con i dignitari in visita in Canada e convincendoli a posare per un ritratto. Grazie a questa attività, il suo nome ed i suoi lavori cominciarono ad essere noti, ma la vera consacrazione arrivò qualche tempo dopo, nel 1941, quando Winston Churchill visitò Ottawa. Fu una spinta alla sua carriera impressionante: basti pensare che il ritratto che Karsh fece di Churchill è tuttora il ritratto fotografico più riprodotto della storia.
Tanto per dare un’idea di quanto Karsh era famoso tra gli uomini potenti e di governo, basti pensare che ha fotografato 51 delle 100 persone più potenti del globo nel 2000. Un risultato impressionante.
Le fotografie di Yousuf Karsh sono conservate nelle collezioni permanenti di molti musei nazionali quali quella della National Gallery of Canada, del Metropolitan Museum of Art of New York, del New York’s Museum of Modern Art, del National Portrait Gallery of Australia, del National Portrait Gallery of London, della George Eastman House, della Bibliotheque Nationale de Paris. In aggiunta, va ricordato che l’Archivio Nazionale del Canada conserva la sua collezione completa, inclusi negativi, stampe e documenti, mentre la sua attrezzatura fotografica è stata donata al Museo di Ottawa della Scienza e Tecnologia.
Karsh, nella sua vita, ha pubblicato 15 libri di fotografie completi di spezzoni di dialoghi tra il fotografo e i suoi soggetti. Tra i titoli più importanti cito:
• Faces of destiny(1946)
• portraits by Karsh (1946)
• Canada: as seen by the camera of Yousuf Karsh and described in words by John Fisher (1960)
• In search of greatness (1962)
• reflections of Yousuf Karsh (1962)
• Karsh portfolio (1967)
• Faces of Our Time (1971)
• Karsh portraits (1976)
• Karsh Canadians (1978)
• Karsh: a fifty-year retrospective (1983)
• Karsh: American legends (1992)
Per quanto riguarda i soggetti fotografati la lista, come detto in precedenza, è enorme. Tra di essi spiccano I ritratti di Albert Einstein, Paul Robeson Georgia O’Keeffe , Albert Schweitzer, Winston Churchill , Alexander Calder, Andy Warhol, Audrey Hepburn, Clark Gable, Dwight Eisenhower, Laurence Olivier, Ernest Hemingway, Fidel Castro, La principessa Grace ed il principe Ranieri, Jacqueline Kennedy, Frank Lloyd Wright , il generale Pershing, George Bernard Shaw, , Grey Owl, Helen Keller, Humphrey Bogart, Madre Teresa, Mandela , Madame Chiang Kai-Shek, Muhammad Ali, Pablo Casals, Picasso, Peter Lorre, Pierre Elliott Trudeau, la regina Elizabeth, John F. Kennedy, Robert Frost, Ruth Draper.
Una nota relativamente allo scatto della fama, quello fatto a Winston Churchill, durante i i primi anni della seconda guerra mondiale. Churchill, all’epoca primo ministro britannico, aveva appena parlato al Parlamento canadese e Karsh era lì per fotografare uno dei più grandi leader del secolo. Ma Churchill non era per nulla in vena di farsi fare un ritratto e concesse non più di due minuti a Karsh in uno’anticamera immediatamente fuori dalla Camera dei Comuni.
Lo stesso Karsh descrisse quei due minuti: “Due striminziti minuti in cui devo immortalare una persona che ha già scritto o ispirato un’intera biblioteca di libri, che ha sconcertato tutti i suoi biografi, riempito il mondo con la sua fama, e me, in questa occasione, di terrore.” (da Faces of Our Time, 1971).
Churcill entrò nell’anticamera accigliato, quasi “guardando la mia macchina fotografica come se si trattasse del nemico tedesco”, sigaro in bocca. Sigaro che, però, a Karsh non piaceva. Al punto di spingerlo, senza particolari riverenze, a tirarlo via dalle labbra di Churchill che rispose “piegando in avanti la testa in fare bellicoso, la mano posizionata sul fianco in atteggiamento rabbioso”. E questa fu la sua fortuna: riuscì a catturare l’immagine perfetta. L’immagine di un Churchill spavaldo ed invincibile. Un’immagine che non era solo quella dell’uomo, ma di un’intera nazione.
Karsh morì, nel 2002 (il 13 agosto per la precisione) nella città di Boston.