Fotografare gli uccelli presenta, come abbiamo cominciato a discutere nei precedenti articoli, problemi non indifferenti. Uno dei più importanti è la messa a fuoco, o meglio il soggetto non a fuoco quando si comincia a fotografare gli uccelli.
Il soggetto non a fuoco
Il problema della messa a fuoco è normalmente scindibile in due grandi categorie:
- un problema di vibrazione sulla macchina fotografica o tempo di scatto troppo lungo per riprendere correttamente il soggetto.
- Mancato ottenimento della messa a fuoco dovuto sia alle limitazioni nella messa a fuoco automatica che alla nostra incapacità di mettere a fuoco con precisione e manualmente il soggetto.
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Tralasciando il primo punto su ci si è detto tantissimo in precedenti articoli, concentriamoci sul secondo problema, purtroppo visibile troppo spesso in fase di “sviluppo”, ovvero quando trasferiamo le immagini sul nostro computer e le visualizziamo a dimensione reale. Quante volte vi è capitato, per esempio, di essere sicuri circa la messa a fuoco di una foto (specie facendo affidamento al monitor LCD della fotocamera) salvo poi scoprire la presenza di problemi una volta seduti alla vostra scrivania?
La modalità One Shot per fotografare gli uccelli
Il primo problema, forse quello più comune tra i fotografi alle prime armi in questo settore, è di usare una modalità di messa a fuoco errata: la modalità One Shot.
In questa modalità, generalmente utilizzata per fotografare soggetti statici, la macchina fotografica effettua la messa a fuoco quando il pulsante di scatto viene premuto a metà (tecnicamente dovreste sentire un bip quando la messa a fuoco è completata).
La modalità One Shot è normalmente la più precisa tra le modalità automatiche disponibili nella macchina fotografica oltre ad essere più sensibile in condizioni di scarsa luminosità. Peccato che la messa a fuoco, come detto, avvenga mezza corsa prima dello scatto vero e proprio. Se nel frattempo (cioè tra il momento dimessa a fuoco e lo scatto vero e proprio) il soggetto si muove, il risultato sarà una fotografia sfocata.
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Inutile sottolineare come non è vero che il tempo tra la messa a fuoco e lo scatto è trascurabile: lo può essere nel caso di soggetti “vicini” o statici ma è lunghissimo quando il soggetto è sia dinamico (magari in volo) sia molto lontano, ovvero quando usiamo un teleobiettivo.
I problemi di messa a fuoco dovuti alla modalità One Shot sono tanto maggiori quando più lungo il teleobiettivo, quanto più è ampia l’apertura e quanto più il nostro soggetto riempie la scena. Se fotografiamo un uccello con un 400mm f/2.8 e facciamo in modo che questi riempia l’intera scena, siate sicuri che quasi l’intero soggetto sarà fuori fuoco.
Ovviamente è complicato se non impossibile riuscire ad essere perfetti nella messa a fuoco dell’intero soggetto, per cui ricordatevi sempre di scegliere il punto AF in modo che questo ricada su una parte significative del soggetto, come un occhio: questo perché, nel caso la coda sia fuori fuoco, il nostro cervello farà meno caso al problema, al limite del non accorgersene.
Di contro, la modalità One Shot ha un enorme vantaggio: permette di mettere a fuoco e quindi comporre la scena: possiamo puntare il nostro soggetto, mettere a fuoco e quindi spostare la fotocamera in modo da realizzare una composizione più interessante pur mantenendo il fuoco sul soggetto principale.
Modalità Servo AI e AI Focus
Questa è la modalità che si dovrebbe usare per soggetti in movimento come un uccello in movimento a terra o in volo.
Mettere a fuoco e ricomporre non funziona in modalità servo AI in quanto la fotocamera tenta continuamente di mettere a fuoco la parte della scena coperta dal punto AF selezionato.
In modalità Servo AI è quindi necessario selezionare un punto di messa a fuoco con attenzione, immaginando la scena finale che si vuole catturare. Ad esempio, nel caso si stia fotografando un uccello in modo tale che riempia l’intera scena, bisogna fare in modo di scegliere il punto AF che cade più vicino possibile all’occhio dell’uccello stesso in modo da poterlo mettere a fuoco. Una cosa non facile visto che il nostro soggetto è in movimento, movimento anche difficilmente prevedibile.
Il mio consiglio è quello di imparare a spostare il punto di AF rapidamente in modo da poterlo cambiare contemporaneamente all’inquadratura del nostro soggetto. Coordinare le due cose (comporre la scena e cambiare il punto AF) è decisamente complicato e richiede parecchio esercizio.
La modalità AI Focus è disponibile su alcune fotocamere ed è pensato per offrire il meglio di AI Servo e One Shot, effettuando una messa a fuoco continua ma iniziandola solo se il soggetto si muove. Tecnicamente è l’uovo di colombo, purtroppo non è molto affidabile, creando più problemi che altro.
Selezione del punto di messa a fuoco automatica (AFPS)
In questa modalità è la macchina fotografica che determina, in funzione dei soggetti inquadrati, il giusto punto di messa a fuoco. Attenzione però ad una caratteristica: quando si usa la modalità AFPS non tutti i punti di messa a fuoco sono considerati, ma solamente quelli più esterni, ovvero l’anello più esterno della croce di punti di messa a fuoco.
In questa modalità la macchina fotografica decide in autonomia quale punto utilizzare per la messa a fuoco. Questa decisione è basata su differenti principi come il contrasto degli oggetti nella scena (funziona abbastanza bene quando un uccello scuro è fotografato contro il cielo, un po’ meno bene quando si ha a che fare con un contrasto meno netto), la vicinanza del soggetto principale rispetto al resto (in pratica viene scelta, per la messa a fuoco, il soggetto la parte più vicina dello stesso).
Se, come detto, questo sistema può essere impiegato quando fotografiamo un uccello con il cielo sullo sfondo, lo stesso entra in crisi quando lo sfondo è più complesso, come per esempio nel caso della presenza di un albero o un cespuglio.
Espansione del punto di messa a fuoco
Alcune fotocamere permettono di espandere l’area di messa a fuoco in modo da includere nella stessa i punti limitrofi a quello scelto. Tuttavia, il punto di messa a fuoco centrale è di solito quello più sensibile. Per questo motivo dovrete sempre cercare di centrare il punto AF scelto nel punto che volete sia messo a fuoco. Si tratta di una modalità molto utile nel caso si voglia correggere dei possibili errori dovuti alla velocità del soggetto, ma bisogna sempre tenere a mente che, l’uso di un teleobiettivo, farà sempre in modo che la differenza tra il punto AF scelto e la corona circostante sia abbastanza visibile (in termini di messa a fuoco).
Back focus
Questa è una tecnica servo AI avanzata: si riassegnano le funzioni ai pulsanti della fotocamera in modo che il pulsante di scatto non effettui più la messa a fuoco automatica dopo che lo stesso è stato premuto a metà ma continui ad effettuare la misurazione della scena. La funzione di autofocus viene assegnata ad un altro pulsante presente sul retro della fotocamera (da cui back-focus. Gli ultimi modelli immessi sul mercato hanno un pulsante dedicato a questa funzione, normalmente etichettato AF ON). In pratica il fotografo potrà decidere se far continuare l’auto focus (mantenendo premuto il pulsante di back-focus) o se bloccarlo (lasciando il pulsante di back-focus). In questo modo il fotografo potrà “spostarsi” da una sorta di modalità AI Servo a One Shot istantaneamente.
Messa a fuoco manuale
L’autofocus è sicuramente meraviglioso ma vi sono occasioni in cui semplicemente non funziona e conviene disattivarlo. Ciò può capitare in caso di luce molto ridotta, di soggetti a basso contrasto oppure quanto il nostro soggetto è parzialmente coperto da ramoscelli o erba.
Un altro caso in cui è preferibile ma messa a fuoco manuale è quando ci apprestiamo a fotografare un uccello in movimento che passa per un punto che siamo in grado di pre-determinare. Come ad esempio il decollo (o l’atterraggio) di un uccello: la sua traiettoria dal momento in cui si muove fino allo stacco dal suolo è una linea retta e ciò significa che siamo in grado di capire, in anticipo, dove l’animale passerà. In questi casi, se usassimo l’autofocus in assenza del soggetto, la messa a fuoco sarebbe del tutto sbagliata. Effettuando la messa a fuoco manualmente, invece, risolveremmo tutti i problemi e otterremmo una fotografia decisamente migliore.
Altre cause di sfocatura
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Per quanto possa sembrare strano, il pulsante della selezione dell’autofocus sull’obiettivo potrebbe essere nella posizione sbagliata, per esempio su off. Questo può accadere quando prendiamo l’obiettivo dalla nostra borsa o quando afferriamo l’obiettivo senza badare al pannello comandi dello stesso.
Alcuni obiettivi hanno inoltre un limitatore di messa a fuoco: è un selettore che permette di limitare il range della stessa (per evitare un’escursione troppo ampia delle lenti nell’obiettivo : nel caso il vostro obiettivo ne sia dotato, accertatevi che sia sistemato nel modo più consono alla scena che volete fotografare. Ipotizzando che il vostro obiettivo abbia un pannello comandi come quello nella foto di esempio qui di fianco e se volete fotografare un uccello a 10 metri da voi, accertatevi che il selettore sia nella prima posizione altrimenti la messa a fuoco non potrà mai avvenire.
Un altro problema è quando si vuole fotografare un uccello relativamente vicino con un teleobiettivo. In questi casi il punto minimo di messa a fuoco potrebbe essere oltre la posizione del soggetto. Per risolvere questo problema è necessario dotarsi di un tubo prolunga (du quelli senza elementi ottici) la cui funzione è proprio quella di ridurre la distanza minima di messa a fuoco.
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