Nei precedenti articoli abbiamo affrontato il problema, nello speciale su Come fotografare gli uccelli, della sfocatura legata a problemi tecnici e alla sfocatura legata al movimento del nostro soggetto. In questo nuovo articolo affronteremo una terza fonte di vibrazione, ovvero quella legata al nostro movimento.
Sfocatura dovuta al movimento della fotocamera
Cominciamo con il dire che, per quanto ovunque si consigli di usare un treppiede o un mono piede per scattare delle foto, sono realmente in pochi a farlo e quasi sempre in maniera riluttante. Per non parlare della zavorra che andrebbe aggiunta al cavalletto in modo da renderlo ancora più stabile.
E ‘sempre necessario utilizzare un supporto?
La risposta è no, ma dipende da una serie di fattori: l’ingrandimento e quindi la lunghezza focale in uso, la velocità di scatto, la presenza di uno stabilizzatore e di un sistema di riduzione delle vibrazioni nella macchina fotografica e nel sensore.
Per renderci conto di cosa sia e quanto sia deleterio il movimento di una fotocamera, montate il vostro obiettivo più lungo sulla reflex e sistemate il tutto su di un cavalletto. Attivate il live view ed aumentate lo zoom sul display fino a 10X: anche un semplice soffio di vento che colpisce la fotocamera farà vibrare pesantemente la scena nel display! Figuratevi se tenessimo la macchina fotografica in mano.
Il problema è che, oltre al soffio di vento, ci sono altri problemi che possono generare del movimento e quindi rovinare la nostra foto, problemi direttamente legati alla macchina fotografica stessa, problemi che dobbiamo imparare ad eliminare o, almeno, minimizzare.
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Minima velocità di scatto per fotografare gli uccelli
Il primo problema è individuare la minima velocità di scatto per cui queste vibrazioni possono darci fastidio.
Con le fotocamere a pellicola si utlizzava un metodo empirico molto semplice ma efficace: la velocità di scatto da impiegare per evitare il mosso era il reciproco della lunghezza focale dell’obiettivo. In altre parole, se si utilizza un teleobiettivo di lunghezza focale 500mm, è necessario usare una velocità di scatto di almeno 1/500sec.
Una fotocamera full frame (con un sensore di 35 millimetri) è più o meno equivalente ad una vecchia fotocamera a pellicola, per cui tecnicamente possiamo considerare lo stesso principio usato nel mondo analogico, almeno come base di partenza: bisogna infatti considerare la differente delicatezza delle macchine fotografiche nel ribaltare lo schermo nonché le nuove tecnologie di anti vibrazione presenti negli obiettivi. Per determinare quindi la giusta velocità di scatto, dobbiamo procedere con degli esperimenti legati alla nostra attrezzatura (il che significa ripetere questi esperimenti ogni qual volta modifichiamo l’attrezzatura, anche semplicemente cambiando un obiettivo).
Tanto per fare un esempio, un obiettivo Canon 300mm f4 IS (quindi stabilizzato) permette, teoricamente, di ridurre la velocità di scatto di ben 2 stop rispetto alla regola di cui sopra: 1/300sec con IS disattivato e 1/60 con IS attivato.
Questo è un enorme vantaggio che, se combinato con le elevate capacità ISO delle ultime reflex, ci permette in talune occasioni di fare a meno del treppiede senza ricadere nel problema del mosso. Ovviamente, nel caso si decida di scattare in condizioni di scarsa luce (come in un bosco o in un giorno piovoso) difficilmente potremo fare a meno del nostro cavalletto.
Un altro fattore che bisogna tenere a mente è la dimensione del sensore fotografico. Non tutte le fotocamere sono delle full frame e, per sensori dalle dimensioni inferiori, bisogna considerare l’incremento nella lunghezza focale data dalla loro differenza di dimensione rispetto ad una full frame. Nel caso di un half frame Nikon il fattore di incremento è 1.5x mentre nel caso Canon è di 1.6x: ciò significa che un 300mm f4 su una half frame Nikon diviene un 450mm e conseguentemente la velocità di scatto (senza considerare la stabilizzazione) minima scende da 1/300sec a 1/500sec.
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Quando si usa la macchina fotografica senza il treppiedi, dovete considerare anche la vostra forza: un obiettivo da 500mm pesa, insieme alla macchina fotografica, ben più di 5Kg. Tenere 5Kg ad altezza occhi cercando di evitare qualunque tipo di vibrazione è un’impresa quasi impossibile per la maggior parte di noi, a meno di essere dei culturisti professionisti! Al massimo saremo in grado di fare una foto piuttosto veloce prima di dover necessariamente riposare le braccia: una situazione non proprio ideale se la rapidità, come nel caso della fotografia di uccelli, è un fattore essenziale.
Le vibrazioni della fotocamera
La fotocamera, quando scatta una foto, vibra. Per capire quanto sia forte questa vibrazione, provate ad appoggiare i vostri denti sulla slitta per l’aggancio del flash esterno e scattate: sentirete chiaramente una vibrazione, dovuta principalmente al ribaltamento dello specchio.
Questa vibrazione è inoltre molto più dannosa quanto più lungo è l’obiettivo che funge da “cassa di risonanza”: la vibrazione in punta sarà molto più ampia che alla base dell’obiettivo stesso.
La prima cosa da fare, soprattutto se si usano tempi di scatto lenti o moltiplicatori di focale che di fatto allungano la macchina fotografica in avanti, è quello di bloccare lo specchio della fotocamera (tramite il menu avanzato della fotocamera). Un’alternativa è quella di utilizzare la funzione LiveView per lo scatto in quanto, in questa modalità, lo specchio è di default ribaltato per permettere alla luce di colpire il sensore.
Quando si utilizza un obiettivo lungo su un treppiede è possibile ammortizzare le vibrazioni interne seguendo un paio di semplici accorgimenti: sistematevi in modo quanto più stabile possible con le gambe divaricate in modo da essere ben piantati. Afferrate l’impugnatura della fotocamera con la mano destra con il dito indice appoggiato delicatamente sul pulsante di scatto.Guardate attraverso il mirino ottico per creare la scena e premete quanto più possibile il sopracciglio contro la gomma paraocchi dell’obiettivo stesso. Inoltre premete delicatamente la guancia sulla fotocamera. Posizionate la mano sinistra sulla parte superiore della lente direttamente sopra il punto di rotazione (la ghiera di messa a fuoco, o di zoom nel caso non sia un obiettivo a focale fissa). Appoggiate quindi il peso sulla mano sinistra. In questo modo scaricherete sul vostro corpo (che funge da ammortizzatore) buona parte delle vibrazioni e la nitidezza delle immagini ne beneficerà Ovviamente in questo modo ridurrete si le vibrazioni ma non aspettatevi miracoli: i nostri muscoli, per la loro natura, creeranno altre piccole vibrazioni che incideranno sull’immagine finale.
Alcuni fotografi consigliano di “spingere verso l’alto” l’obiettivo usando la mano sinistra: questo perché il treppiede, per quanto stabile e robusto, avrà sempre un minimo gioco. Spingere l’obiettivo significa annullare questo gioco ed evitare che possa, al momento dello scatto, amplificare la vibrazione.
Stabilizzatore di immagine e treppiede: che fare?
Con la prima generazione di stabilizzatori di immagini le indicazioni dei costruttori erano molto chiare: nel caso di uso di un treppiede questa funzione va disabilitata. La ragione è che lo stabilizzatore può creare vibrazione quando non vi è movimento. La funzione di uno stabilizzatore è muovere la lente per bilanciare i movimenti esterni (vengono contrapposti movimenti contrari usando un sistema di motori e molle): quando non vi è un movimento esterno, a causa della struttura meccanica dello stabilizzatore, questo continua a muoversi introducendo di conseguenza lui stesso una minima vibrazione. Possiamo renderci conto di questo problema usando un obiettivo non proprio di ultima generazione molto lungo (un 400mm o un 500mm) fissato ad un treppiede: se osservate lo schermo live view ad un ingrandimento spinto (10x per esmepio) prima con lo stabilizzatore d’immagine attivato e poi disattivato, vi renderete conto che la vibrazione generata non è trascurabile.
Le generazioni più recenti di stabilizzatori abbinano alla parte meccanica anche una parte elettronica in grado di “bilanciare” i “bilanciamenti”. In pratica, l’intelligenza del sistema IS/VR comanda dei micro aggiustamenti ogni qual volta un evento particolare si verifica, come il ribaltamento dello specchio o la presenza di vento (il sistema prova a predirre l’impatto del vento). Ovviamente, per quanto possa essere preciso questo sistema, una vibrazione sarà sempre presente, per cui il consiglio è quello di provare sempre l’efficacia dello stabilizzatore ed eventualmente spegnerlo. Inutile sottolineare che, nel caso di mancanza di cavalletto, lo stabilizzatore è un must.
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