Lewis Baltz è un fotografo statunitense contemporaneo, uno dei massimi esponenti della visual art e del movimento anni ’70 “New Topographic”. Il movimento segna uno spartiacque fra arte ed obiettività, sottolineato dalle opere di Baltz.
Baltz ha un obiettivo chiaro in mente: riproporre il concetto di estetica attraverso la ricerca della bellezza nella desolazione, a differenza di autori come Ansel Adams che la bellezza la ricercano nella spettacolarizzazione dei classici paesaggi naturali incontaminati americani. Per arrivarci, Lewis Baltz affronta due stadi: il primo (anni 70 e 80) caratterizzato da un accostamento minimalista e seriale ai progetti di documentazione del paesaggio mentre nella seconda (anni 90) il suo approccio diviene più allegorico ed incentrato sullo sviluppo del potere tecnologico.
I soggetti principali di Lewis Baltz sono i paesaggi urbani, le costruzioni dell’uomo. Lo scopo è evidenziare il controllo ed il potere dell’uomo sull’ambiente. Non solo, Baltz vuole far emergere la profonda crepa che si crea fra il degrado dell’evoluzione tecnologia e l’ambiente. Ed in tutto questo, preponderante e dominante è la bellezza della solitudine, il fascino del paesaggio arido in cui ad un primo sguardo nessuno direbbe che vi si possa trovare qualcosa di piacevole, se non la poesia del silenzio e dell’immobilità. Ecco il ribaltamento dell’idea dell’estetica: vuoto ed assenza non sono per forza sinonimi di negatività e tristezza.
Baltz elabora tutte queste idee con uno stile minimalista, obiettivo, privo di trasporto in cui predominano forme, geometria, neutralità. Non vi è demonizzazione nel mostrare il predominio della costruzione sulla natura, ma solo un’esposizione nuda e cruda della realtà. Il genio di Baltz sta proprio in questo concetto chiave: egli scorge la bellezza dove gli altri non la vedono.
Lewis Baltz nacque nella cittadina di Newport Beach il 12 settembre 1945.
Quasi nulla è pervenuto dell’infanzia di Baltz di cui si conoscono invece dettagliatamente gli studi: si è laureato in Belle Arti al Art Institute di San Francisco (1969) e ha conseguito un master in Belle Arti al Claremon Graduate School. Il suo primo effettivo lavoro artistico è stata la serie intitolata The Tract Houses (1969 – 1971) seguito nel 1974 dalla realizzazione di un libro fotografico, in bianco e nero, in cui ha mostrato l’architettura industriale di Orange (California).
La prima borsa di studio, National Endowment for the Arts, è arrivata per l’artista nel 1973 seguita da una prima mostra con la quale Lewis ebbe modo di farsi notare al grande pubblico: il tema della mostra era incentrato sulle immagini dei parchi industriali di Irvine.
Il 1975 è stato l’anno dell’evento chiave nella carrieredi Lewis Baltz, la “New Topographics: Photographs of a Man-Altered Landscape”. In questa occasione, in cui si è fatta la storia della fotografia, Baltz fu scelto con altri otto esponenti per rappresentare il movimento.
Successivamente, nel 1977, Baltz ha prodotto un servizio fotografico in Nevada, un set di immagini in cui l’artista ha impresso la supremazia delle costruzioni di strade ed edifici sul paesaggio circostante.
Nel 1980 Baltz si è trasferito in Europa dove ha sperimento nuove tecniche ed il colore. Nel 1981 ha realizzato uno dei suoi lavori più celebri, il “reportage” sulle costruzioni edilizie in Park City dove si alternano immagini di edifici in fase di costruzione alla devastazione ambientale causata dai detriti. Successivamente Baltz ha pubblicato il libro San Quentin Poin in cui ha evidenziato una visione critica della tecnologia e del cambiamento operato da questa nel paesaggio.
Nel 1986 è stata la volta della prima mostra a Venezia “Dialectcal Landscapes” seguito da un intenso lavoro sui centri di ricerca e le industrie hi-tech in Francia ed in Giappone (1989-1992). Nello stesso periodo Baltz si è trasferito a Parigi dopo un tentativo fallimentare di entrare in politica negli USA. Durante questi anni è stato incaricato di collaborare alla rilettura dell’impianto urbanistico in Olanda ma il suo lavoro è stato più volte duramente criticato .
Negli anni 90 Baltz ha realizzato un film “End to End” sulla storia dell’Emilia dalla nascita del PDS alle cooperative di consumo (1993) ed un libro catalogo sui lavori “Ronde de Nuit“, “Docile Bodies” e “The Politics of Bacteria” (1998, Museum of Contemporary Art).
Baltz nel corso della sua carriera ha vinto numerosi premi (J. S. Guggenheim Memorial Fellowship, Charles Brett Memorial Award, USA-UK bicentenario di Exchange Fellowship etc…) ed ha esposto in numerosi musei (The Whitney Museum of American Art di New York, il Museo d’Arte Moderna di Parigi, il San Francisco Museum of Modern Art, il Museum of Contemporary Art di Helsinki, la Tate Modern di Londra etc…).
l’artista, dopo aver insegnato fotografia fra Venezia (Università IUAV, facoltà di Design e Arti) e Parigi, è deceduto nel 2014. Ricordiamo anche le collaborazioni con la European Graduate School (Svizzera) e con il progetto Colle Val d’Elsa, organizzato dall’Atelier Jean Nouvel, che mira al rinnovamento del centro della città bassa.
tutte le foto sono di proprietà dell’artista Balz, eccezion fatta per la prima immagine (il ritratto) realizzata da Slavica Perkovic)