La fotografia paesaggistica è spesso utilizzata per fermare attimi di tempo che si è vissuto, soprattutto quando si è dinanzi ad un paesaggio mozzafiato, un tramonto particolarmente romantico, un’alba radiosa e così via. Uno dei soggetti probabilmente più fotografato è il mare: rocce, isole, increspature, barche, spiaggia, sabbia, tramonti…esistono migliaia di possibilità per fotografare un paesaggio marino. Ma quanti di voi sono al corrente delle regole di composizione che maggiormente si adattano a questo tipo di fotografia?
La regola dei terzi e l’orizzonte
Spesso ho affermato che le regole sono fatte per essere ignorate. Il che è concettualmente vero, soprattutto se siete capaci di seguire le regole che poi volete ignorare! La regola dei terzi, per quanto banale e antica, è ancora assolutamente un must per tutti i fotografi, al fine di realizzare uno scatto ben bilanciato.
Non cadete nell’errore di posizionare l’orizzonte al centro della scena ma ricordatevi che questo dovrebbe essere sempre sistemato su una delle due linee, facendo attenzione che l’orizzonte sia perfettamente orizzontale. Ricordatevi che la vostra macchina fotografia ha la griglia dei terzi sovrapponibile sia allo schermo che al mirino ottico (se usate una reflex). Andate nelle impostazioni ed attivatela, vi risolverà tantissimi problemi.
Quale linea scegliere?
La scelta della linea nel fotografare un paesaggio marino è direttamente legata al soggetto che volete fotografare: se il mare per voi ha maggiore importanza, allora posizionate l’orizzonte sulla linea più in alto (della regola dei terzi). Se al contrario preferite dare maggiore importanza al cielo, posizionate l’orizzonte sulla linea più in basso, come nella foto qui di seguito.
Discorso analogo anche per quanto riguarda gli elementi compositivi presenti nella scena. La regola dei terzi, oltre ai nove quadranti e alle quattro linee, definisce 4 punti focali, all’intersezione delle linee stesse. Questi punti sono particolarmente importanti per dare ancora maggiore equilibrio alla fotografia ed in questi punti dovrebbero essere posizionati i soggetti più importanti dell’immagine stessa. Nell’esempio di sopra, la parte finale del pontile è stata posizionata nel punto focale in basso a sinistra.
Lo spazio negativo
Ecco qualcosa che troppo spesso non viene preso in considerazione: lo spazio negativo. Ovvero tutto lo spazio vuoto che circonda il soggetto della nostra fotografia. Chi ha detto che le foto devono essere piene di soggetti, colori o particolari? La foto qui sopra è un esempio di uso sapiente degli spazi negativi: il soggetto (la banchina) è solitario nell’immagine. Tutto intorno il nulla. E questo nulla aiuta a focalizzare l’attenzione sul soggetto.
Le linee guida
Guidare l’occhio
dell’osservatore è uno dei punti più importanti da rispettare in fotografia. A tal proposito è sempre utile fare affidamento sulle linee guida, ovvero delle forme naturali o artificiali che sono in grado di guidare l’occhio dell’osservatore. Normalmente le linee guida, sia diritte che curve, dovrebbero portare l’occhio a muoversi dall’esterno della scena all’interno. Questo effetto è ottenibile con le linee che partono nella parte bassa della scena stessa (più “grandi”) e che proseguono verso il centro della scena stessa. Una linea (ad esempio una strada) che dal centro della scena va verso l’alto, al contrario porta l’occhio dell’osservatore fuori dalla scena stessa. Il che è sbagliato, in quanto il nostro intento è catturare l’occhio e non farlo fuggire.
La foto qui sopra è un esempio di come applicare il principio delle linee guida ad un paesaggio marino: le rocce sono sistemate in modo “digradante”, delle linee naturali che convergono verso il centro della scena, verso il mare. Fateci caso: se guardate la roccia, il vostro occhio seguirà istintivamente le linee fino a giungere al mare aperto.
L’obiettivo
Stiamo realizzando foto panoramiche, il che significa dover impiegare obiettivi grandangolari. E questo per due motivi:
- per fotografare una scena più ampia
- per poter fare crop in fase di post produzione
Molti fotografi dimenticano quest’ultima possibilità: non sempre in fase di scatto di ottiene il risultato voluto e troppo spesso, una volta a casa, ci si rende conto che sarebbe bastato spostarsi di qualche metro per ottenere lo scatto perfetto. Può accadere che la regola dei terzi non è perfettamente bilanciata, c’è qualcosa che non ci piace verso i bordi della fotografia: tutte piccole cose che possono essere aggiustate, appunto, ritagliando l’immagine in fase di post-produzione.
L’obiettivo giusto ovviamente non esiste, è sempre una questione di gusto personale, ma vi consiglierei di usare un buon 20mm (come il Nikon AF-S 20mm), magari ad ottica fissa. Ovviamente, se il costo è proibitivo, va bene qualunque obiettivo grandangolare (anche a lunghezza focale variabile), l’importante è in questi casi di ricordarsi come la luce sarà sensibilmente minore rispetto all’ottica fissa.
Occhio alle distorsioni
Un problema comune di praticamente tutti gli obiettivi grandangolari è la distorsione prospettica: questa si verifica quando la fotocamera non è allineata perpendicolarmente con il soggetto. In poche parole, tutti gli edifici verticali (un faro per esempio) divengono una copia della Torre di Pisa, ovvero pendono.
Eccone un esempio: il faro pende a sinistra.
Risolvere questo problema non è semplice, soprattutto perché non esiste un “problema standard” ma dipende dalla dimensione, posizione e distanza del soggetto dal vostro obiettivo. Le moderne macchine fotografiche o i programmi di fotoritocco sono in grado di correggere la distorsione prospettica ma necessitano di applicare un crop all’immagine stessa.
Il faro è adesso dritto (anche se la struttura alla sua sinistra è molto più pendente adesso) ma la dimensione della scena è cambiata: per correggere la distorsione abbiamo perso parte dell’immagine.
Per ovviare quindi a perdite di parti importanti delle immagini, ricordatevi sempre di non porre troppo al limite della scena gli oggetti che vi interessano: applicando una correzione della distorsione potreste perderli.
Quanto sono grandi gli oggetti?
Quando scattate una foto, ricordatevi che le dimensioni sono relative. O meglio, se non dite all’osservatore quanto è grande qualcosa, questi non sarà capace di capire la reale dimensione degli oggetti raffigurati nella fotografia stessa. Non sto dicendo che dovete mettere un righello all’interno della scena, ma piuttosto un metro di riferimento. Ovvero un oggetto le cui dimensioni sono note: una barca, una persona, un faro…insomma qualunque cosa che aiuti a dimensionare tutto ciò che nella scena è presente. Facciamo un esempio: sapreste dirmi quanto sono grosse le rocce presenti in questa immagine? Sono enormi, grandi, piccole?
La riposta è no: non avete nessun riferimento che vi dica con esattezza di che stiamo parlando.
Nella seguente immagine è invece molto più facile immaginare la reale dimensione delle pietre presenti nella scena, grazie all’albero. Per quanto non siamo sicuri di quanto sia grande, ne conosciamo più o meno la dimensione…il che ci facilita l’interpretazione del resto della scena.