La pandemia COVID-19 si sta rivelando una delle più grandi sfide economiche che molte industrie hanno affrontato da tempo. Mentre la pandemia di coronavirus mette in ginocchio l’economia mondiale, l’azienda di retail intelligence Stackline ha redatto un rapporto che identifica le 100 industrie in più rapida crescita e le 100 industrie in più rapido declino sulla base dei dati dell’e-commerce di marzo. Non c’è da stupirsi, le prospettive sono particolarmente fosche per le fotocamere, con un crollo del mercato fotografico “devastante”.
Secondo l’infografica di Stackline – che ha confrontato il confronto tra marzo 2019 e marzo 2020 utilizzando i dati di vendita dell’e-commerce di tutti gli Stati Uniti – le fotocamere sono al terzo posto tra le aziende in declino più rapido del paese in questo momento, con un calo delle vendite del 64%. Solo due categorie hanno fatto registrare un peggioramento: “Valigie e valigie” e “Cartelle”, che hanno entrambe registrato un calo delle vendite del 77% rispetto all’anno precedente.
Questo numero del 64% è brutale, ma non sorprende. Un recente rapporto del BCN ha mostrato che le vendite di fotocamere mirrorless in Giappone sono diminuite del 50% nel marzo 2020 rispetto al marzo 2019, e mentre di solito cerchiamo di tenere conto delle differenze regionali, gli impatti economici della pandemia di coronavirus non sono stati limitati a una sola regione.
Questi numeri dell’e-commerce confermano ciò che i dati del BCN già accennavano: non solo marzo, ma tutto il resto di quest’anno sarà il più difficile per i produttori di macchine fotografiche, che stavano già combattendo una battaglia in salita contro la rivoluzione degli smartphone.
BCN mostra anche le migliori fotocamere sul mercato, in base al volume delle vendite, con la Canon EOS M50 che a malapena supera la Olympus Pen E-PL9. La a6400 di Sony completa la classifica delle prime tre, mentre la a6000 è ancora in quinta posizione, nonostante abbia sei anni.
È lecito supporre che questi numeri siano solo la punta dell’iceberg, dato che i mandati e le quarantene quasi globali continuano nel tentativo di appiattire la curvatura della pandemia COVID-19. I dati del CIPA non saranno qui per un po’ di tempo, ma probabilmente racconteranno una storia simile su scala molto più ampia.
A metà marzo abbiamo scritto che la pandemia del coronavirus costringerà le aziende a “trovare la parola d’ordine” del settore: quel numero a cui le vendite si stabilizzeranno e i marchi potranno capire quante fotocamere possono ragionevolmente aspettarsi di vendere in un anno-anno medio più velocemente di quanto avevano sperato o previsto, e adeguarsi di conseguenza.
Con meno soldi per la ricerca e sviluppo da spendere, le aziende dovranno tagliare le spese operative in modo più aggressivo di quanto non abbiano fatto negli anni per far fronte a questo crollo del mercato fotografico così importante, concentrarsi sui prodotti che generano un profitto, e ridursi per adattarsi al mercato in cui stanno effettivamente giocando… o diversificare… o uscire completamente dal campo.
Ora, mentre le conseguenze reali della chiusura economica mondiale cominciano a farsi sentire, stiamo vedendo quanto questi numeri possano davvero scendere in basso, e trattenendo il fiato per vedere quanto velocemente e fino a che punto si riprenderanno quando tutto questo sarà finito.