La fotografia d’autore (FAP) riflette le fotografie realizzate nella visione creativa del fotografo come artista. La fotografia artistica di solito è in contrasto con il fotogiornalismo, che è un resoconto visivo di eventi di cronaca o di una semplice registrazione di cose, luoghi e persone. La fotografia commerciale, il cui obiettivo principale è pubblicizzare prodotti o servizi, è generalmente considerata separata dalle belle arti, e quindi differente dalla fotografia artistica. Anche se, andando ad analizzare le varie forme di fotografia, ha molto più senso considerare la fotografia come un tutt’uno, con la fotografia pubblicitaria e il fotogiornalismo che spesso si perdono, si fondono nell’arte.
Se si rivede la storia della fotografia, diventa subito chiaro che le narrative di immagini ben fatte, prodotte per scopi giornalistici o commerciali, diventano spesso oggetti d’arte. Spesso, ma non sempre, questa transizione avviene ben dopo che è trascorso il significato giornalistico o commerciale. Se si esaminano le immagini delle grandi pubblicazioni fotografiche del passato (soprattutto pubblicitarie), tutto ciò può essere facilmente verificata: ai giorni d’oggi molte immagini veramente importanti possono essere viste sul web, produzioni delle attuali tradizioni giornalistiche e commerciali.
Non esiste, ad esser sinceri, una definizione univoca e generalmente accettata dei termini “fotografia d’arte”o “fotografia artistica”. Anche andando su Wikipedia troverete versioni discordanti, così come ogni blog, ogni artista, ogni rivista autorevole ha la sua declinazione del significato dei termini di cui sopra.
In effetti il problema è legato alla differente interpretazione che un artista, ma anche una persona normale, può dare ai termini fotografia artistica. Questa definizione infatti è più dipendente dall’opinione personale che accademico. Una differenza significativa tra un rendering artistico e l’arte è il livello di emozione creato dalla narrativa dell’immagine. Un rendering artistico, di un’immagine davvero fantastica, che è presentato in modo creativo è da considerarsi arte (oppure no?). L’arte raffinata è qualcosa che permette all’immagine stessa, quando appunto parliamo di un qualcosa di “importante”, di creare un’emozione, e la stessa immagine trascende lo scopo o il luogo. L’arte in generale e l’arte raffinata hanno quasi sempre una trascendenza o universalità che solo le immagini non riescono a eguagliare. Le belle arti fondono insieme tutte le qualità compositive, tecniche e trascendentali per conferire ad essa e alla sua narrativa una vera universalità. Un’immagine veramente artistica, a prescindere dal soggetto o dallo scopo ha le qualità, spesso intangibili, di ciò che chiamo arte figurativa.
In un mondo di Belle Arti le immagini sono spesso classificate come i dipinti. Ad esempio: impressionismo, astratto, realismo e così via. L’arte raffinata esemplifica l’assunzione della mente creativa sulla realtà eccetto che nella scuola del realismo. L’impressionismo è più interessato allo spirito di un soggetto che al rendering accurato. Le realtà di astrazione su una diversa visione del mondo esterno spesso riducono il soggetto a forme geometriche, linee e zone di colore. Il fotografo può farlo. La sua cassetta degli attrezzi è diversa. Sono finiti pennelli e spatola, sostituiti da un pezzo di tecnologia.
L’arte digitale e la fotografia moderna ha il potenziale negativo per diventare troppo prodotto e onnipresente. Non importa quanto sia buono un lavoro, se la realtà e l’unicità non sono conservate, allora diventa normale e pigro. Il potere o sentimento creato dall’immagine non è stato perso, ma la troppe immagini, la troppa presenza di “simili” ne svilisce il concetto, la fa svalutare.
Per l’arte digitale, in qualsiasi forma, per mantenere una posizione unica nel tempo e rimanere apprezzata e stimata, deve essere prodotta o creata in numero limitato. Non stiamo parlando di centinaia, ma di decine se non meno immagini. Se tutte le caratteristiche fisiche del lavoro raggiungono una qualità eccezionale, lo stesso tipo di qualità di un dipinto a olio o acquarello, l’immagine potrebbe ancora non avere un vero valore economico, a meno che i numeri non siano molto limitati. Solo allora è possibile mantenere uno stato di Fine Art fotografico.
Quando parliamo di numeri, parliamo di due tipologie di numeri: l’immagine deve essere disponibile in un numero limitato di copie (in ambito digitale è qualcosa di molto complesso vista la possibilità di copie illimitate in pochi istanti) in modo che la sua unicità sia uno degli aspetti fondamentali del lavoro stesso. E questo lo si ottiene numerando le copie digitali stesse, ponendo fuori mercato (e quindi non più disponibili per la visione diretta o l’acquisto) l’immagine stessa.
D’altra parte, incidono anche i numeri delle “imitazioni”. Imitare è spesso alla base della fotografia, con tantissimi fotografi che tentano di riprodurre quella particolare immagine. Ciò non è vietato ovviamente, ma la presenza di un gran numero di cloni può essere sia un vantaggio che uno svantaggio. Lo svantaggio è che l’immagine originale, anche se unica, non lo è più! Il rischio di perdersi nel mare delle imitazioni è ampio. Il vantaggio è che se l’opera è davvero unica (ma deve sul serio essere un capolavoro), la presenza di imitazioni ne arricchisce il valore, rendendola una sorta di chimera irraggiungibile per tutti gli altri.
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