Un’area su cui molti fotografi possono concentrare il loro tempo libero in quarantena è l’aggiornamento del proprio portfolio. Sfortunatamente, scattare foto nuove e fresche non fa probabilmente parte di questo processo, ma questo non significa che non si possano ancora trovare nuove immagini da aggiungere al proprio sito web o al flusso dei social media.
Per molti fotografi, trovare del tempo libero per aggiornare il proprio lavoro e rinnovare il proprio materiale di marketing può essere una battaglia senza fine. Passare il tempo a casa in attesa che il Covid-19 ci permetta di uscire significa avere davvero tantissimo tempo a disposizione e, ora più che mai, è il momento perfetto per rispolverare quelle immagini mai elaborate e applicare alcune nuove tecniche di fotoritocco.
Ricordate quel fantastico progetto personale che avete fatto quattro anni fa e che non siete mai riusciti a sistemare? Che ne dite di quella sessione di ritratto in cui avete pubblicato solo una singola immagine prima di passare a qualcos’altro? Forse avete scattato dozzine di ritratti negli ultimi due anni, ma non avete mai combinato tutte quelle immagini in un portfolio degno di nota: questo è il momento perfetto per tornare indietro nel tempo, mettere mano al catalogo e rivisitare tutti quei fantastici (o meno) servizi fotografici che avete trascurato nel corso degli anni.
Una delle cose che divorano il mio tempo libero è l’editing delle foto. Sono abbastanza bravo a eliminare alcune imperfezioni dalle fotografie, ma molte volte finisco per lavorare un’immagine in Photoshop per parecchie ore salvo rendermi conto, una volta salvata l’immagine modificata, che ho immagini molto migliori nel mio portfolio che non avevano bisogno di modifiche. Questo provoca spesso delisione e anche rabbia, in quanto ho sprecato un mucchio di tempo a modificare l’immagine che finisco inevitabilmente per cestinare trovandone una che molto più al caso mio. Di contro, analizzando tutto il mio archivio, mi rendo conto che solo una piccola parte delle immagini scattate finisce realmente per essere pubblicato. TUtto il resto delle immagini, rimane a “prendere polvere” nell’archivio.
Quanti di voi hanno implementato un corretto flusso di lavoro? Per esperienza, e guardando anche al mio pregresso, non tantissimi. Inoltre, quali software utilizzate? Nel mio piccolo e negli ultimi giorni, ho giocato con altri software diversi dal solito Lightroom e Photoshop. La maggior parte di questi software funziona in modo molto simile agli standard industriali di Adobe, ma uno di essi rompe gli schemi più di ogni altro. Il software è il Luminar di Skylum.
Luminar è stato una sorta di scoperta con chiari e scuri. Da una parte fa fatica a fare alcune delle tecniche di editing più complesse che ho imparato a padroneggiare in Photoshop nel corso degli anni: ad esempio non è in grado di schivare e bruciare la pelle con precisione chirurgica, non c’è modo di separare le frequenze, e anche la stratificazione di più immagini e il compositing non sono molto agevoli. Tuttavia, ciò che Luminar fa molto bene è permettermi di automatizzare le mie modifiche e di vedere rapidamente come potrebbe apparire una singola foto come immagine finale senza perdere un sacco di tempo a fare i vari passaggi manuali in Photoshop. E vi assicuro che questo vi fa risparmiare una quantità di tempo enorme, soprattutto se non ho bisogno di un’immagine perfetta al 100% per il mio portfolio o per i social media. Se ho un cliente che ha bisogno di una pelle perfetta, mi affido comunque a Photoshop per via della potenza di calcolo del software di casa Adobe.
Ciò che rende Luminar un prodotto over-the-top è lo strumento di sostituzione del cielo artificiale: è di gran lunga lo strumento di post-produzione fotografica più entusiasmante che abbia mai visto. Funziona molto, molto bene e fa risparmiare molto tempo. Ho cambiato il cielo nelle mie foto ogni tanto e so che è una pratica molto dispendiosa un termini di tempo. Pensate ai fotografi di architettura o a chi fotografa case per supportare le agenzie immobiliari: poter cambiare il cielo è fondamentale ed è un pratica all’ordine del giorno. Idem per i fotografi di matrimonio: quante volte nel fotografare una coppia vi siete resi conto che il cielo era troppo piatto, di un colore sbagliato o semplicemente poco interessante? Anche in questi casi, poter cambiare il cielo con pochi click è un qualcosa che non ha eguali.
La cosa migliore di Luminar è quanto sia facile regolare rapidamente ogni aspetto di un’immagine senza dover eseguire un mucchio di azioni complicate o mettere a punto un mucchio di maschere di regolazione. Non fraintendetemi, uso ancora questi strumenti ogni giorno, ma ho trovato molto più semplice modificare alcune delle mie immagini in Luminar, perché mi permette di esplorare nuovi risultati di post-produzione rompendo il flusso di lavoro che sono così radicato nel seguire.
Luminar ha reso così facile testare e provare rapidamente effetti piuttosto radicali come i raggi del sole e la nebbia che mi ha aperto non poco la mente sul lato creativo.
Una delle novità di Luminar 4.2 si chiama AI Augmented Sky. Ciò che fa questo modulo di editing è utilizzare lo stesso algoritmo di intelligenza artificiale che è integrato nello strumento AI Sky Replacement, ma invece di sostituire le nuvole, Augmented Sky consente di inserire immediatamente altri elementi nella scena con un mascheramento quasi perfetto. Supponiamo di avere un bel paesaggio, ma manca un po’ di movimento o di fauna selvatica: potete facilmente inserire una foto di uccelli per renderla un po’ più interessante. Se state scattando un paesaggio urbano, forse volete aggiungere qualche aereo o elicottero: AI Augmented Sky può farlo rapidamente senza dover creare manualmente un mucchio di maschere.
Pro e contro di Luminar 4.2
Il mio timore è che questo strumento venga utilizzato in maniera eccessiva e che i fotografi aggiungano un mucchio di cose ridicole alle loro immagini, ma se riuscite a mostrare un po’ di moderazione e utilizzate tutte le conoscenze fotografiche che già avete, come la direzione della luce, la teoria dei colori e la prospettiva, penso che questo sarà uno strumento prezioso per i fotografi che cercano di accelerare il loro flusso di lavoro e ottenere risultati rapidi.
Alla fine della giornata, anche se non siete interessati ad imparare un nuovo software come Luminar 4.2 di Skylum, è l’idea di fondo che è fondamentale: è il momento di riesaminare il vostro lavoro passato e forse anche alcuni dei lavori attualmente pubblicati sul vostro sito web, e vedere se riuscite a trovare quelle gemme nascoste che non sono mai andate oltre il vostro disco rigido. Aggiungete qualche particolare, lavorate sul cielo, provate a valorizzare alcune delle vostre immagini con un bagliore del sole, magari create un nuovo portfolio di ritratti con un look cinematografico applicato ad ogni foto oppure aggiungete semplicemente un nuovo cielo a un’immagine che potreste aver etichettato come non abbastanza buona o monotona.
Dicono che una delle cose migliori che si possa fare per il proprio lavoro è allontanarsi da esso per un anno e guardarlo con occhi nuovi: per molti di noi, la quarantena del coronavirus ci dà la scusa perfetta per esplorare il nostro lavoro e trovare quei momenti inediti che inizialmente avevamo completamente trascurato.
Promozione esclusiva Fotografare in Digitale
Se volete provare questo software per voi stessi, andate sul sito web di Skylum Luminar 4.2. Al momento offrono alcune offerte speciali, ma se volete risparmiare ancora di più, utilizzate questo link per un bonus aggiuntivo. La cosa bella di Luminar 4.2 rispetto ad altri software è che è un modello di pagamento “compra una volta e usa per sempre”, quindi non pagherai centinaia di euro ogni anno solo per mantenere attiva la tua licenza. Se siete come me e vi affidate al software di Adobe, Luminar è dotato di un plug-in sia per Lightroom che per Photoshop, il che rende facile inserirlo nel vostro flusso di lavoro senza grandi interruzioni.