Criticare le nostre foto è uno dei modi migliori per imparare dai propri errori e migliorare, evolversi. Studiare le proprie foto, analizzare gli errori commessi ed immaginarsi una foto senza l’errore in questione è il miglior modo per affinare le proprie capacità.
Il principale problema è, però, legato al fatto che la maggior parte delle persone non è capace di criticare le proprie foto: se un fotografo ha realizzato una particolare foto,nel momento in cui ha premuto il pulsante di scatto ha ipotizzato che quella scena fosse la migliore possibile.
Come risolvere? La cosa migliore è chiedere a qualcuno di darci una mano nella critica di un’immagine: non serve rivolgersi a fotografi professionisti ma ci si può rivolgere a chiunque, guidandoli nell’analisi dell’immagine tramite 10 domande preconfezionate.
Criticare le proprie foto: Cosa ti piace della foto?
Chiedete e chiedetevi di indicare un qualcosa che piace particolarmente della foto in analisi. Se la risposta non arriva subito, probabilmente non è una buona foto. Chiedete e chiedetevi inoltre come quel particolare può essere migliorato: più o meno luce, contrasto, posizione…
Cosa non ti piace della foto?
Sicuramente il gusto estetico del fotografo ha influito sulla composizione della foto, ma cosa pensa realmente un osservatore guardando il vostro scatto? Quali sono i particolari o gli oggetti che non piacciono o che non suscitano alcun interesse? La prossima volta cercate di eliminare queste parti “superflue” in quanto, ricordatevi, una foto pulita senza oggetti che distraggono l’osservatore è decisamente migliore rispetto ad una foto “caotica” (con troppi oggetti).
Come viaggiano gli occhi nella scena?
Come guardiamo una foto è determinato dal diverso peso visivo degli oggetti e dai percorsi creati nella scena. Quando avete scattato la foto vi siete sicuramente posti come obiettivo quello di guidare l’occhio dell’osservatore verso il vostro soggetto o una parte della foto, ma siete realmente riusciti nel vostro intento? Cercate insomma di capire se i pesi visivi inseriti nella foto sono realmente del “peso” voluto
Criticare le proprie foto: Dove, chi è e cosa è il soggetto?
Ovviamente deve essere immediatamente chiaro nella foto chi, dove e cosa è il soggetto? Se non ricevete una risposta immediata, avete sicuramente sbagliato qualcosa. Troppe distrazioni? Altri oggetti che hanno un peso troppo alto?
Il messaggio che volete trasmettere con la foto è chiaro?
Sicuramente, osservando la vostra foto o al momento dello scatto, avrete avuto in mente un messaggio. E’ chiaro anche ad altri che osservano la foto? Che sensazioni genera l’immagine?
La foto è esposta correttamente ?
Il modo migliore per controllare l’esposizione non è quello di guardare il display a cristalli liquidi o la fotografia su di un monitor, ma guardare l’ istogramma . Questo vi dirà se la foto è troppo scura o troppo chiara in alcuni punti: un modo troppo freddo per valutare una foto e quindi non sempre utile. L’esposizione è direttamente legata al messaggio che volete dare con la fotografia, per cui chiedetevi e chiedete se l’esposizione sembra essere giusta in funzione di ciò che la foto dovrebbe trasmettere.
Criticare le proprie foto: Com’è l’equilibrio?
Una foto equilibrata è una foto gradevole e armoniosa a vedersi mentre una foto non equilibrata può generare una sensazione di disagio, di irresolutezza. In poche parole, decidere tra bilanciato e sbilanciato equivale a decidere tra armonia e tensione. Qual era il vostro obiettivo? Siete riusciti nell’intento.
La lunghezza focale è corretta?
Avete usato la giusta lunghezza focale? Avreste dovuto usare una lunghezza maggiore di quella che avete impiegato (quindi “ingrandire” il soggetto nella scena?). O minore?
Messa a fuoco
E’ la foto messa a fuoco nel modo corretto? L’effetto che avete dato alla foto, con una particolare messa a fuoco (per esempio un volto con solo un occhio a fuoco) è gradevole o crea una sensazione sgradevole nell’osservatore?
Piace la foto ?
Semplice domanda ma sempre valida: vi piace la fotografia scattata? La conservereste o non ne sentite il bisogno? Fate sempre questa domanda, anche se banalmente semplice!