Alfred Eisenstaedt è conosciuto come “il padre del foto-giornalismo e tutto il suo lavoro può essere facilmente riassunta nella sua più famosa massima: “Keep it simple”. Alfred Eisenstaedt, lavorando quasi sempre con attrezzatura minima, è stato il maestro della fotografia candida, immagini casuali mozzafiato che lasciano un profondo segno emotivo nell’osservatore.
Alfred Eisenstaedt, di origini tedesca ma americano di adozione era noto come “Eisie” tra i suoi amici più stretti e nacque il 6 dicembre 1898 a Dirschau nella Prussia occidentale (Germania) da una famiglia ebrea. La sua famiglia si trasferì a Berlino quando aveva 8 anni ed Eisenstaedt si interessò alla fotografia fin dalla tenera età: all’età di quattordici anni, Eisenstaedt ricevette la sua prima macchina fotografica una Eastman Kodak pieghevole. Entrò nell’esercito tedesco, in artiglieria, per combattere nella Prima Guerra Mondiale, e nel 1918 riportò anche una brutta ferita di guerra.
Cominciò a dedicarsi alla fotografia come freelance solo dopo parecchi anni, nel 1928, quando cominciò a lavorare per la Pacific and Atlantic Photos di Berlino. In precedenza si era dedicato all’attività di venditore per sbarcare il lunario (vendeva bottoni). L’anno successivo cominciò la vera e propria carriera di fotografo, quando gli fu assegnato il compito di documentare con le sue fotografie le cerimonie dell’assegnazione dei premi Nobel.
Negli anni immediatamente successivi scattò alcune tra le sue fotografie più famose come l’incontro tra i due alleati Adolf Hitler e Benito Mussolini (in Italia) e, nel 1933, la fotografia dei uno dei fidati uomini del dittatore tedesco, il famigerato Joseph Goebbels. Di questo periodo (o meglio del 1932), è anche il secondo scatto forse più rappresentativo di Eisenstaedt, il cameriere pattinatore (scattata presso il Grand Hotel, a Ginevra, quando ad un cameriere fu ordinato di girare, con i pattini, intorno ad un tavolo portando un vassoio sulla mano).
Due anni dopo, nel 1934, scattò un’altra foto molto famosa: presso il Teatro alla Scala di Milano immortalò una giovane ragazza accanto a una scatola vuota.
L’ascesa del nazismo non si conciliò però con le sue origini ebraiche, per cui, nel 1935, Alfred Eisenstaedt fu costretto ad abbandonare l’Europa e a rifugiarsi negli Stati Uniti. si stabilì presso Jackson Heights, nella città di New York.
Approdato nella grande mela con la fama di un ottimo fotografo, prestò servizio dal 1936 per Vita Magazine per poi passare a lavorare per la testata Life. La sua fama era crescita a tal punto da essere uno dei primi quattro fotografi assunti dal giornale (basti ricordare che una delle quattro persone era la fotografa Margaret Bourke-White). Per Life ha prodotto tantissime fotografie ed in particolare qualcosa come 90 copertine, immortalando personaggi famosi quali Sophia Loren, Dagmar, Marilyn Monroe o Ernest Hemingway.
Buona parte delle fotografie scattate in questo periodo sono legate alla guerra ed in particolare agli addii tra i giovani militari e le loro mogli. Nel 1945 riuscì a scattare la fotografia che più di tutti lo rappresenta: il bacio in Times Square tra un soldato ed una giovane infermiera. Il bacio, per quanto si sia discusso a lungo, era originale e casuale e venne dato dal soldato durante i festeggiamenti per la del Giappone, evento che segnò la definitiva fine della seconda Guerra Mondiale (14 Agosto 1945). Inutile sottolineare come quella foto divenne una delle 90 copertine di Life firmate dal fotografo.
Eisenstaedt, durante la sua carriera, pubblicò molti libri tra cui Witness to Our Time del 1966 (il libro comprende il grande lavoro di Eisenstaedt nel ritrarre i personaggi del periodo, da Hitler alle star di Hollywood), The Eye of Eisenstaedt del 1969, Eisenstaedt’s Guide to Photography del 1978 o Eisenstaedt: Germany del 1981.
Numerosissime le mostre organizzate ed i riconoscimenti per il fotografo tedesco quali il titolo di Fotografo dell’anno del 1951 ad opera della Enciclopedia Britannica e dell’Università del Missouri o la Medaglia Nazionale per le Arti nel 1989.
Eisenstaedt continuò a scattare fotografie fino alla sua morte, tant’è che un altro scatto molto conosciuto fu fatto nel 1993 e ritrae il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in compagnia della moglie Hillary e della figlia Chelsea.
Il fotografo morì il 24 agosto 1995 nel Menemsha Inn Cottage, a Pilot House, alla veneranda età di 97 anni.