Una lente tilt-shift è normalmente molto costosa e facilmente può superare i 1000€ di costo. Una spesa proibitiva per i più, eppure esiste un sistema molto più veloce ed economico per averne uno: se avete sottomano un vecchio obiettivo è possibile, in pochi passaggi, costruirsi una lente tilt-shift in casa (in italiano, obiettivi a correzione prospettica).
Quello che serve, oltre a tanta pazienza ed un po’ di manualità, è un obiettivo da sacrificare. Che sia un vostro vecchio obiettivo o un obiettivo acquistato usato su ebay per questo scopo, poco importa: ciò che bisogna riordarsi, una volta cominciata questa procedura, è che le funzioni originali del vostro obiettivo non saranno più utilizzabili. Insomma, va sacrificato l’obiettivo per ottenere un titl-shift.
Per questo tutorial è stato utilizzato un Nikkor f/1.8 da 50mm, disponibile in usato intorno ai 100/150€. La scelta di questo obiettivo non è casuale: il 50mm permette infatti di ottenere la giusta messa a fuoco (serve molto sfocato alle spalle del soggetto principale), mentre l’elemento posteriore, quello che incide sull’apertura, è decisamente piccolo se rapportato ad un f/1.4 oppure un f/1.2 (a parte che non mi azzarderei mai ad aprire un f/1.2!) e quindi permette un gioco maggiore dell’obiettivo sulla baionetta della macchina fotografica.
Nel paragrafo precedente ho usato la parola Gioco per un motivo ben preciso: il nostro obiettivo dovrà essere in grado di muoversi fisicamente quando attaccato al corpo macchina, in modo da poterlo inclinare rispetto alla posizione tradizionale (parallela al sensore) e quindi ottenere un angolo di messa a fuoco (POF) totalmente differente rispetto a quello che otterremmo con l’obiettivo intonso. Di contro, la modifica del POF incide negativamente sulla luce che colpisce il sensore: aspettatevi delle fotografie molto diverse rispetto a quanto otterreste con l’obiettivo originale (vedremo più avanti il perché).
Veniamo ora alla procedura, piuttosto banale, da seguire per ottenere una lente tilt-shift partendo da un obiettivo da 50mm: armati di un piccolo cacciavite, smontate dalla parte posteriore della lente il supporto, l’anello di aggancio e il successivo anello plastico. L’eliminazione di quest’ultimo pezzo è fondamentale in quanto, come vi vede dall’immagine qui sopra, permette di avere la lente terminale dell’obiettivo molto sporgente rispetto al grosso dell’obiettivo stesso. Una volta posizionato sulla fotocamera, permette di avere tutto l’obiettivo molto più vicino al sensore, caratteristica principe delle lenti a correzione prospettica. Fate ovviamente dei tentativi prima di procedere all’uso dell’obiettivo, facendo molta attenzione ad evitare che la lente posteriore colpisca lo specchio della reflex. Nel caso ciò accada, dovrete incrementare lo spessore della parte posteriore, quella intorno alla lente, usando del cartone o del materiale plastico.
Altra modifica da fare all’obiettivo è quella di bloccare il diaframma aperto: soprattutto gli obiettivi Nikon, quando a riposo, presentano quest’ultimo chiuso. Non dovete far altro che individuare la levetta (perché di vera e propria levetta si tratta) che muove il diaframma e bloccarla, con un poco di colla, in posizione aperta.
A questo punto, il vostro nuovo tilt-shift è pronto e non dovete fare altro che usarlo. Come collegarlo alla macchina fotografica? Non potete! Il vostro nuovo obiettivo è del tutto separato dal corpo macchina in quanto dovete essere in grado di muoverlo ed inclinarlo a vostro piacimento (la parte interna della lente si può muovere intorno all’anello di innesto della macchina fotografica, il che vi permette di definire un POF a vostra scelta). Ciò implica ovviamente due problemi:
- dovrete maneggiare la vostra macchina fotografica con due mani (una deve necessariamente tenere l’obiettivo)
- La vostra macchina fotografica sarà soggetta a tantissima polvere essendo il sensore direttamente esposto all’aria
Usare un tilt-shift fatto in casa ha le sue difficoltà, quindi prima di avventurarvi nel realizzarlo teneteli bene a mente:
- E’ tremendamente difficile mettere a fuoco: l’obiettivo non è stabile, non avete più l’autofocus e dovete prendere confidenza con l’obiettivo stesso. Con un bel po’ di scatti di prova dovreste essere in grado di mettere a fuoco senza troppi problemi.
- Problemi di luce: essendo l’obiettivo staccato dal corpo macchina, entrerà un bel po’ di luce da vicino all’anello di innesto. Questa luce creerà non pochi problemi in quanto non sarà facilissimo gestire l’esposizione. Una soluzione potrebbe essere quella di usare del nastro adesivo nero (anzi, più strati e non uno sopra l’altro, in modo da creare una striscia molto larga) per “fissare” in modo mobile l’obiettivo al corpo macchina. In questo modo avrete ancora possibilità di muovere l’obiettivo ma limiterete le infiltrazioni di luce.
- La vignettatura è presente in tutte le foto. Fateci l’abitudine.
- Se paragonato ad un Lensbaby, il nostro obiettivo si comporta in modo completamente differente. Un Lensbaby ha una zona molto piccola di messa a fuoco mentre tutto il resto della scena è fuori fuoco (anche pesantemente). Il nostro obiettivo conserva un po’ delle caratteristiche dell’originale, quindi con un fuori fuoco meno violento ed un’area di messa a fuoco decisamente più ampia.
Nell’immagine qui di sopra, un esempio di cosa si può ottenere con un tilt-shift fatto in casa. Si notano i difetti elencati in precedenza come la vignettatura e le infiltrazioni di luce, ma l’effetto finale vale il sacrificio di un obiettivo.
Via petapixel