Una delle caratteristiche che definiscono una foto “grandiosa” rispetto ad una foto qualsiasi è la sensazione che si riesce a trasmettere all’osservatore, la capacità di trasferire a chi guarda la foto la stessa visione che il fotografo ha avuto al momento dello scatto. Al fine di cogliere l’essenza della scena scelta, una delle soluzioni più semplici è quella che il fotografo riesca a rappresentare in digitale tutto ciò che è nel suo spazio visivo. Il che si traduce in allargare la fotografia, andare oltre i confini tradizionali di uno scatto, sia che si tratti di uno foto in formato 4:3 o 16:9. Una fotografia “allargata” viene comunemente chiamata fotografia panoramica.
Le fotografie panoramiche, diciamolo subito, non sono immagini catturate “one shot” dalla macchina fotografica e, a meno di essere in possesso di apparecchi (come molte compatte ma non le reflex) in grado di combinare le immagini, è richiesto un passaggio di post produzione al computer.
Creare una foto panoramica richiede prima di tutto calma e, possibilmente, un cavalletto con testa rotante. Questo perché dovremo scattare più fotografie, in sequenza, che coprano l’area di nostro interesse, spostando via via la fotocamera da sinistra verso destra (o viceversa). Cosa fondamentale è che le fotografie siano scattate tutte alla stessa “altezza”: se nello spostarci abbassiamo o alziamo la fotocamera, la incliniamo di lato puntiamo leggermente verso il basso, andremo a creare un problema in fase di post produzione e non solo per le dimensioni finali del lavoro (il programma di collage andrà a tagliare la parte alta e bassa della foto se non è presente in tutti gli scatti) ma anche per la ricerca dei punti comuni che permettono al programma di fare la sovrapposizione.
Sovrapposizione le tue foto.
Quando si tratta di unire le foto, il programma che avremo scelto (ce ne sono tantissimi gratuiti, senza parlare di Photoshop e simili) andrà a cercare le caratteristiche corrispondenti nelle foto scattate e le userà per miscelare e allineare gli scatti. Per questo motivo, è importante avere sempre una buona sovrapposizione nelle foto che andremo a scattare: come minimo un 20% o 25%.
Cavalletto? Mai senza
Lo ripeterò alla nausea: per le foto panoramiche è più che consigliato il cavalletto. Dovete evitare movimenti della fotocamera che non siano quelli sull’asse principale (sinistra verso destra, per esempio). Portatevene sempre uno dietro.
Non usate i soggetti complessi o principali come punto di fusione tra gli scatti.
Prima ho accennato alla necessità di non muovere la fotocamera se non sull’asse delle ascisse per evitare di disallineare, sulla verticale o in diagonale, le fotografie e quindi creare qualche problema di troppo al programma di fotoritocco. Un altro consiglio che vi suggerisco sempre di seguire è quello di non usare soggetti complessi come “driver” per effettuare la fusione delle foto (quindi non dovrebbero rientrare nel 20% usato per la sovrapposizione). L’esempio classico è quello di un albero: per quanto saremo bravi a non modificare la posizione della nostra fotocamera, tra i due scatti ci potrebbe essere una differenza anche solo di pochi millimetri. E pochi millimetri rapportati agli intricati rami di un albero manderanno sicuramente in crisi il software di sovrapposizione che vi restituirà una foto panoramica dove il nostro albero sarà “strano”, con rami fantasmi o duplicati. Idem ovviamente con soggetti complessi quali un essere umano: intravedere un terzo occhio o un occhio più grande dell’altro non sarà proprio il massimo. Riassumendo: i soggetti complessi devono sempre essere nella zona “unica” della foto, ovvero quella che non verrà usata per la sovrapposizione.
Occhio anche ai soggetti in movimento: evitate come per i soggetti complessi di farli comparire nelle zone di sovrapposizione altrimenti genererete altri fantasmi nella foto finale.
Posizione di scatto
Elevata. Possibilmente aperte. Evitate insomma di piazzarvi vicino ad un albero, una roccia o qualunque altra cosa possa entrare e farvi da “scudo” nella fotografia. E prima di cominciare a scattare guardatevi intorno, tantissime persone si rendono conto di un ostacolo solo quando sono oramai nella sequenza di scatto.
Con cosa scattare
Generalmente è l’obiettivo grandangolare a farla da padrone, specie se avete poca pazienza. Un grandangolare permetterà di ottenere il risultato voluto con un minore numero di scatti e soprattutto, vista l’area coperta, permetterà una sovrapposizione più agevole in fase di post produzione. Al contrario, uno zoom potente permette di ottenere risultati magari più interessanti ma richiede un alto numero di scatti (a causa della ridotta larghezza dell’immagine rispetto al grandangolare) e la possibilità di incorrere in errori è maggiore (specie per quanto riguarda il mantenimento della stessa altezza).
Mantenere la stessa esposizione e bilanciamento del bianco.
Mentre il sole può ancora produrre risultati sorprendenti in una foto panoramica, la sua intensità può anche danneggiare la vostra illuminazione e l’esposizione tra i vari scatti. Si può facilmente risolvere questo problema utilizzando la modalità manuale per mantenere la stessa esposizione tra gli scatti o in alternativa utilizzare la funzione ‘AE-Lock’ che blocca automaticamente l’esposizione. Non vorremmo certo che la nostra foto panoramica riporti colori differenti tra le sue parti….
Ovviamente, se volete avere meno pensieri, scattate in RAW: questo vi permetterà di bilanciare il bianco e l’esposizione in post produzione e quindi bilanciare eventuali difformità.
Bilanciare il bianco: dove?
prima di tutto, identificate quella che sarà la vostra parte centrale della foto panoramica. E puntate l’obiettivo in quel punto. Macchina in modalità manuale o in modalità diaframma. Ipotizzando di avere una sufficiente luminosità, chiudete il diaframma in modo da ottenere una buona profondità di campo (occhio alla diffrazione, non andate oltre f/16). Misurate l’esposizione della fotocamera (premendo il pulsante fino a metà corsa).
Fatto ciò, passate in manuale riportando il tempo di scatto definito nella prova di prima e il diaframma scelto A proposito, per evitare sottoesposizioni o sovraesposizioni, evitate di fare questa lettura quando avete il sole di faccia o in presenza di parecchie ombre, definite insomma una zona ad illuminazione “media” della nostra futura panoramica.
Pronti, scatti, via!
Scattate, scattate, scattate. Con calma. Rivedete le foto. Controllate che non ci siano, come detto, oggetti tagliati, oggetti in movimento o troppe zone sovraesposte o sottoesposte. Se necessario rifate tutto da zero modificando anche l’esposizione. Ovviamente avrete zone con esposizione non ottimale, ma è il prezzo da pagare per queste foto: in fase di postproduzione potremo comunque provare a compensare un poco.
Uniamo le foto
Unire le foto per creare un panorama è possibile utilizzando o uno dei tanti software liberi che si possono trovare in rete oppure utilizzando il solito Photoshop: quest’ultimo, nelle versioni CS, CS2, CS3, CS4 e CS5, ha una funzione di fusione particolarmente potente e abbastanza comoda da impiegare:
Dal menu File andare su Automatizza e quindi su Photomerge.
Settate la voce Layout su Automatico.
Caricate le fotografie cliccando sul pulsante sfoglia, selezionatele (la multiselezione la fate tenendo il tasto CTRL premuto) e quindi caricatele premendo su OK.
Fatto questo, nella finestra principale di PhotoMerge dovreste vedere tutte le foto selezionate: premendo OK parte la generazione della foto panoramica.
L’immagine panoramica è a questo punto pronta per essere “raffinata”. Al momento presenterà i bordi irregolari, per cui è necessario cominciare con il Crop della stessa (il ritaglio dei bordi), un bilanciamento di saturazione e contrasto se necessario. Nel caso ci fosse la necessità di bilanciare bianco o recuperare zone bruciate, vi consiglio di farlo Prima di lanciare il processo di unione fotografico, possibilmente sugli originali RAW.