Premetto che fotografare un quadro è un’operazione da farsi esclusivamente previa autorizzazione del proprietario/espositore dello stesso. Nella maggior parte dei musei è infatti vietata questa pratica, in particolare con l’uso di flash per non rovinare i dipinti. E’ buona norma sempre chiedere l’autorizzazione, anche quando si è in una mostra privata o a casa di un amico.
Ipotizzando quindi di aver espletato la richiesta (ed aver ottenuto la relativa autorizzazione), vediamo come si fotografa un quadro.
- La luce: punto controverso, in quanto probabilmente poco potete farci. Nei musei, normalmente, l’illuminazione è abbastanza omogenea e quindi non dovrebbe crearvi problemi. Nel caso possiate usare una fonte esterna, usate sempre dei softbox posizionati a 45° rispetto all’asse fotocamera/quadro (4 illuminatori).
- La posizione: macchina fotografica perfettamente davanti all’immagine, con la linea immaginaria dell’obiettivo che finisce nel centro del quadro stesso (asse fotocamera/quadro). Questo eviterà deformazioni prospettiche dell’opera. Inutile dire che la macchina deve essere perfettamente in bolla.
- Vien da se che il cavalletto è fondamentale. Meglio se accompagnato da un telecomando per la remotizzazione dello scatto.
- Composizione: il dipinto deve riempire totalmente la scena. Orientate la macchina fotografica e giocate con lo zoom in modo da ottenere il completo riempimento della scena si scatto. L’immagine può essere con o senza cornice: nel caso di ri-stampe assolutamente priva di cornice. Se la foto deve essere impiegata in una presentazione video, la cornice può essere un fattore di abbellimento non indifferente.
- Esposizione: l’ideale è misurarla dall’esterno con un esposimetro a luce incidente. Ipotizzando che non sia in vostro possesso, procedete con il classico cartoncino bianco o grigio. Non limitatevi a fare una foto: fatene altre due o anche più riducendo e aumentando di uno step alla volta l’esposizione.
- Ponetevi in manuale. Per l’esposizione avete l’informazione dalla lettura di cui sopra.
- Tempo: definitelo in funzione del diaframma (basta fare una prova in priorità di diaframma e poi riportarlo a mano quando tornate in modalità manuale). Un diaframma 5,6 oppure 8 va benissimo. Tanto non ci interessa la profondità, stiamo fotografando una superficie piatta.
- Bilanciate il bianco: utilizzate il cartoncino bianco o se è presente una zona bianca nella stessa inquadratura del soggetto.
- Occhio alle teche di vetro: queste vi rovineranno la fotografia con i riflessi. Non potendole togliere, la soluzione più facile è portarsi un cartone nero abbastanza grande, con un buco al centro per l’obiettivo. Considerata la posizione dell’ottica rispetto al quadro, la teca rifletterebbe il “nero”, quindi andremmo a ridurre al massimo il fastidio.
- Post produzione: potrebbe essere necessaria per correggere alcuni difetti, colori o bianco compreso. Per sicurezza, scattate con la stessa luce una scala di colori (appoggiata al quadro, per esempio).