Gli appassionati di foto sanno bene che la fotografia è un’arte, per la quale occorre avere un’innata passione ma che richiede anche un costante apprendimento. La tecnica dietro a questa forma di arte è estremamente sofisticata e si evolve molto velocemente. Sembra quasi ieri quando le immagini scattate venivano sviluppate dalle nostre storiche Polaroid, mentre oggi, di tutti i milioni di foto che scattiamo, ben poche vengono alla fine stampate. Complici di questa ormai quasi ossessione per le foto (e soprattutto i selfie) sono gli smartphone, che ormai vengono acquistati essenzialmente in base alla qualità dell’immagine che offrono e al numero di fotocamere presenti.
Questa evoluzione importante ha portato a rivedere il mondo della fotografia: certamente, pensare che il settore rimanga a un livello di servizio effettuato dal professionista sulla singola richiesta del cliente è ormai impensabile. Il mondo di oggi è digitale, e non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto sotto il profilo del marketing e dello sviluppo professionale. La grande svolta è arrivata ormai da tempo con la criptovaluta, un mondo che è stato guardato all’inizio con diffidenza, ma che ormai rappresenta il presente e soprattutto l’immediato futuro.
Come può la crypto interagire e ricreare il mondo della foto estetica? In svariati modi. Se sei nuovo di questo settore, possiamo dire da subito che iniziare a conoscerlo meglio non è difficile: considera che è stato creato proprio per dare la possibilità agli utenti di tutto il mondo, in autonomia, di usufruire dei suoi vantaggi. Puoi iniziare con piccoli passi come comprare Ethereum, una valuta digitale al secondo posto nel mondo per capitalizzazione, e il cui valore è accessibile a tutte le tasche. Il semplice acquisto di una piccola quantità di criptovaluta come Ethereum ti farà intuire come sia semplice scambiare valore sulla rete, senza che niente passi attraverso la materializzazione, quindi la dimensione fisica.
A differenza di altre forme d’arte poi, la fotografia ha un legame più stretto con il digitale, perché nasce direttamente sotto questa forma. La pittura e la scultura ad esempio hanno bisogno di un fattore aggiuntivo, ovvero la trasformazione in digitale: un bel vantaggio per chi vuole iniziare a far tesoro di questo legame, che si rivela ormai sempre più vincente.
Le applicazioni concrete della blockchain alla fotografia
Come accennato poco fa, la fotografia ha oggi un DNA che è ormai digitale. Questo non vale solo per i fotografi professionisti, ma anche per gli amatoriali. Se il numero degli smartphone dalle incredibili prestazioni per gli scatti è in aumento, un motivo c’è sicuramente. La possibilità di scambiare e inoltrare foto va quindi vista in un’ottica anche commerciale: basti pensare all’ultima novità delle blockchain, gli NFT (acronimo per Non Fungible Token, ovvero token non fungibili).
L’idea che sta dietro agli NFT è molto semplice: non solo far sì che le creazioni della fotografia possano essere vendute esclusivamente attraverso specifici canali (o meglio, catene), ma garantire anche i diritti d’autore a chi crea. Sappiamo bene quanto sia difficile oggi far valere i diritti su una foto su cui magari abbiamo investito giorni di lavoro. Basta una condivisione di troppo per perderne i diritti d’autore, almeno in concreto. Come suggerisce il nome, il fatto che i token non siano fungibili dà un’idea chiara della tutela per chi crea l’opera.
La conseguenza che deriva da questo modo di impostare il proprio lavoro creativo è un’altra, ovvero il fattore della rarità di un’immagine. A differenza di come avviene per altri formati, l’NFT può essere ricreato tante volte, ma anche mai, dando vita a un’opera unica. Maggiore è il livello di rarità e più alto è il valore della fotografia. Sarà il fotografo stesso a modulare il numero di diffusione di copie, in base a un bilanciamento tra l’aspirazione alla popolarità e il desiderio di esclusività. In ogni caso, l’effetto finale è quello della maggiore monetizzazione sul proprio lavoro artistico.
Possiamo dire che, finalmente, è il fotografo a stabilire se una sua foto sia “riproducibile” o “in edizione limitata”. Ed è lo stesso professionista a stabilire il prezzo che verrà poi scambiato in criptovaluta, visto che si tratta di NFT. Oggi sono ormai sempre più diffuse le vendite di opere creative, in cui il creatore può scegliere anche se stabile un prezzo fisso o, invece, aprire un’asta. In quest’ultimo caso, fissato il prezzo di partenza, il resto rimane in mano ai possibili acquirenti che possono fare le loro proposte da tutto il mondo. Inutile quindi sottolineare quanta visibilità e popolarità possa dare l’adesione a questo nuovo mondo, affascinante ma anche dotato di tutte le sicurezze tipiche della blockchain.