La vita dei fotografi, grazie alle moderne tecnologie, è decisamente migliorata e non solo dal punto di vista della facilità di scatto e di ripresa, ma anche da quello della manutenzione dell’apparecchiatura.
Vi ricordate le prime macchine fotografiche, quelle a soffietto? Si trattava di apparecchi totalmente meccanici che richiedevano ore ed ore di manutenzione, controlli, lubrificazione, pulizia. Nulla a che vedere con le moderne compatte la cui manutenzione si limita, spesso e volentieri, alla rapida pulizia del guscio esterno quando la loro condizione estetica ha raggiungo una condizione “precaria”.
Differente è ovviamente l’approccio dei possessori di Reflex: per quanto buona parte della meccanica presenti nelle prime macchine sia stata sostituita da componenti elettronici (prendiamo le tendine: se un tempo era necessario lubrificarle, oggi quasi non sappiamo dove sono sistemate), le Reflex necessitano di una pulizia costante, in particolare se effettuiamo con una certa frequenza il cambio degli obiettivi. Già, il cambio obiettivi: il momento più delicato in quanto si espone il sensore fotografico agli agenti atmosferici con conseguente rischio di deposito di polveri, acqua, condensa e così via.
Quando effettuare la pulizia
Se vedete macchie scure sulla vostra immagine, probabilmente sono dovute a polvere o sporco e nel’99% dei casi sono dovute a particelle posizionatesi sui filtri che coprono il sensore digitale. Polvere o particelle presenti altrove nella fotocamera o nel percorso ottico generalmente non saranno visualizzati nell’immagine come macchie scure. I sensori delle reflex sono dotati di sistemi per minimizzare la quantità di polvere attratta dal sensore (rivestimento antistatico) o atti a spostarlo (facendo vibrare il sensore stesso), ma non sempre queste soluzioni sono efficaci e in alcuni casi è necessario l’intervento umano.
Ovviamente lo sporco può riguardare anche più componenti: se per esempio vedete delle macchie scure quando guardate attraverso il mirino, allora ad essere affetto da polvere o sporcizia non è il sensore ma molto probabilmente gli specchi dinanzi al sensore, il mirino ottico o il pentaprisma: certo, si tratta di artefatti fastidiosi, ma si tratta anche di artefatti che scompariranno nel momento in cui verrà scattata la fotografia. Fateci caso e guardate con attenzione lo specchio posto all’interno della vostra reflex: difficilmente lo troverete lindo e pinto ed una piccola quantità di polvere su di esso sarà “la regola”. Ha senso pulirlo? Sta alla vostra sensibilità ed al vostro occhio. Vi da fastidio? Allora procedete con la pulizia ma fate molta, molta attenzione: questo specchio è particolarmente delicato ed è particolarmente facile graffiarlo. Anche il mirino è difficile da pulire: essendo “ruvido” è da evitare qualunque tipo di panno che possa lasciare delle fibre (la cura sarebbe peggiore del male). La soluzione è utilizzare uno stantuffo a pompetta, come quello nella foto a destra: l’uso di aria è infatti il miglior modo per eliminare la polvere ed evitare di graffiare o lasciare residui. Ovviamente, nel caso in cui siano presenti delle macchie (anche di acqua), non rimane che usare un panno e dei prodotti specifici: il panno non deve lasciare residui (una pelle di daino o i panni per pulire gli occhiali NON sono delle buone soluzioni) mentre per i prodotti cercatene sempre di specifici ed evitate quelli destinati agli occhiali in quanto hanno al loro interno agenti antiappannanti.
Attenzione, in fase di controllo polvere, anche alle lenti: lo sporco potrebbe annidarsi anche su di esse, in particolare sulla lente frontale. Se quest’ultima però è “in grado” di sopportare una frequente pulizia, la lente posteriore (quella verso il sensore) è sicuramente più delicata. Polvere interna invece è qualcosa di difficilmente eliminabile: aprire il corpo dell’obiettivo potrebbe creare dei danni ben più grandi di quelli che la polvere (o la condensa) potrebbero generare.
Come individuare la polvere
La caratteristica distintiva della polvere depositata sul sensore è che più piccolo è il diaframma, più questa diventa visibile. Alle grandi aperture le “macchie” dovute alla polvere tendono ad essere molto sfocate e molto difficili da vedere. Con aperture molto molto piccole, al contrario, le macchie saranno scure e ben definite e quindi ben visibili. Il modo migliore per individuare quanta polvere c’è sul sensore è quello di scattare una fotografia sfocata con un obiettivo alla sua apertura minima e con un soggetto di colore uniforme: è possibile utilizzare l’azzurro del cielo o un foglio di carta bianca o un muro come bersaglio.
Per meglio vedere tutti i “detriti” presenti sul sensore è possibile aumentare il contrasto dell’immagine o “estendere” l’istogramma. Attenzione che procedendo con questa metodologia non si vedrà solo la polvere ma anche tutta una serie di ulteriori difetti della macchina fotografica come la vignettatura, flares ed altri eventuali problemi introdotti dalla lente. Problemi che normalmente non sarebbero visibili in caso di foto normali, per cui non preoccupatevi.
L’obiettivo della pulizia del sensore è quello di ottenere un’immagine che non mostri nulla di riprovevole quando si scatta una fotografia. Mai esagerare coni cicli di pulizia: la pulizia ripetuta ed eccessiva per rimuovere ogni granello di polvere alla lunga danneggerà la macchina fotografica.
Se non si vuole “perdere tempo” a scattare una fotografia, l’altro metodo per scovare polvere e sporco è quello di utilizzare una lente di ingrandimento: un moltiplicatore 5X o 10X sono più che sufficienti, ma avrete bisogno anche di una buona illuminazione. Rispetto al metodo di prima è più immediato anche perché non dovrete correlare la posizione degli artefatti sulla fotografia e la posizione del granello sul sensore. Occhio che con il test della lente di ingrandimento è sempre consigliabile fare anche quello della fotografia, soprattutto dopo aver terminato la pulizia.
Come pulire il sensore
Praticamente ogni DSLR ha una metodologia di pulizia del sensore: bisogna infatti girare lo specchio e tenere l’otturatore aperto, due passaggi che variano da apparecchio ad apparecchio. Una volta effettuati questi due passaggi, si ottiene l’accesso diretto al sensore stesso (o meglio al filtro che è sopra il sensore).
L’apertura dello specchio e dell’otturatore vengono effettuati tramite un particolare comando impartito dalla fotocamera: è fondamentale che la batteria sia carica per evitare che, all’esaurimento della stessa, lo specchio torni alla sua posizione originale mentre stiamo ancora lavorando alla pulizia del sensore. Considerata la velocità di movimento dello specchio, il danno al sensore sarebbe sicuro.
Soffiamo via la polvere
La prima operazione da provare è la soffiatura della polvere con un soffietto (come quello della foto in alto). Mai usare aria compressa come le bombolette per pulire le tastiere: troppa violenza è deleteria e queste bombolette, oltre all’aria, sparano anche alcune particelle di liquido che macchierebbero il sensore stesso. In alternativa ai soffietti a basso prezzo (pochi euro), potete orientarvi su soluzioni come il Zeeion VisibleDust della fotografia: si tratta di un soffietto con proprietà antistatiche, particolarmente efficace (ma costoso).
Spazzoliamo via la polvere
Il soffietto non sempre riesce a fare il suo lavoro, per cui bisogna passare a metodi più rudi: spazzare via la polvere. Ovviamente questo può essere effettuato tramite un pennellino particolarmente morbido, possibilmente antistatico e che non perda pelo (quindi, possibilmente, nuovo). per quanto un pennello da pittura potrebbe fare al caso nostro, vi sconsiglierei di usarlo (anche se non è una regola generale): ciò che per noi sembra morbido potrebbe essere troppo rigido e rigare il sensore. Meglio rivolgersi a specialisti ed ancora una volta VisibleDust ci viene in aiuto: pennelli high tech studiati e realizzati appositamente ma dal prezzo non proprio amichevole. Basti pensare che un set di tre pennelli per sensori fotografici costa oltre 150€.
Se la polvere continua a resistere
Se anche con il pennello la polvere rimane sul sensore, non rimane che la via dei solventi. Ovviamente la lavorazione diventa complicata e bisogna scegliere con attenzione cosa impiegare. PhotoSol è una delle ditte più blasonate in questo settore ed offre una vasta gamma di prodotti per la pulizia, dai solventi ai tamponi.Il vantaggio di questa soluzione è che il prezzo è decisamente contenuto (parliamo di una decina di euro per il solvente ed altrettanti per un piccolo tampone antistatico). Lo svantaggio è che stiamo agendo direttamente sul sensore e l’attenzione deve essere massima: danneggiarlo è particolarmente semplice.
Ovviamente non aspettatevi mai una pulizia totale del sensore: come detto in precedenza non è detto che della polvere sia visibile sulla foto finale e soprattutto la polvere si depositerà ogni qual volta effettuerete un cambio di obiettivo. Insomma, abituatevi all’idea che un sensore pulito non esiste!
I danni
La cosa peggiore che può accadere durante la pulizia è graffiare il sensore. Se si sta attenti e si utilizzano strumenti professionali per la pulizia, la graffiatura è un evento improbabile. La graffiatura può verificarsi se si ha un piccolo granello sul tessuto utilizzato per pulire il sensore: occhio sempre a cosa usate. I prodotti commerciali per la pulizia del sensore sono realizzati in camere stagne e generalmente sono del tutto incontaminati. A proposito: i filtri posizionati dinanzi al sensore (a meno che il vostro sensore sia nudo, come sulla D800ex) sono decisamente più resistenti del sensore stesso, fate quindi sempre attenzione a cosa state pulendo, soprattutto se avete cambiato da poco la vostra reflex.
Un graffio sul sensore o sul filtro posto dinanzi ad esso si traduce in una linea nera su ogni immagine: se è il filtro ad essere danneggiato, basterà recarsi in un centro specializzato e per alcune centinaia di euro sarà sostituibile. Se invece ad essere danneggiato è il sensore…beh…probabilmente vi costa meno soldi e tempo cambiare il corpo macchina.
La soluzione commerciale
Se siete preoccupati di danneggiare il sensore, si possono trovare centri servizii che faranno la pulizia per noi. Alcuni produttori di macchine fotografiche offrono un servizio di pulizia gratuito, anche se questo comporta, per l’utente finale, un tempo di attesa lungo e, se non abitate in un grande agglomerato urbano, anche la spedizione della macchina fotografica.
la soluzione più comoda è rivolgersi ai centri servizi di cui sopra o negozi specializzati che normalmente fanno questo lavoro per una cifra che oscilla intorno ai 50€.
La soluzione software
Quasi tutte le nuove reflex hanno una funzione chiamato”eliminazione della polvere”. Questa funzione “maschera la polvere”: il software scatta un fotogramma vuoto che verrà usato per registrare la posizione di eventuali particelle di polvere sul sensore. Queste informazioni possono quindi essere utilizzate (normalmente durante l’elaborazione RAW) per “clonare” automaticamente delle zone limitrofe ai granelli sui granelli stessi e quindi “nasconderli”. Un’ottima soluzione soprattutto se non si può effettuare la pulizia del sensore, magari perché impegnati a fare fotografie.
Ridurre al minimo la necessità di pulizia del sensore
Il modo migliore per pulire il sensore è, naturalmente, non farlo sporcare.
La polvere entra nella fotocamera quando si cambiano le lenti, quindi è consigliabile essere prudenti quando si effettuano cambi di obiettivo, soprattutto in ambienti polverosi. È possibile sostituire rapidamente le lenti tenendo la fotocamera rivolta verso il basso, per esempio. Se è necessario cambiare le lenti in ambienti molto polverosi, cercate un ambiente protetto come ad esempio l’interno della vostra auto o l’interno di un sacchetto di plastica.