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L’illuminazione è l’elemento più importante in fotografia. È ciò che rende possibile la fotografia. Quindi, cerchiamo di capire meglio come usare la luce in fotografia: la luce è l’elemento fondamentale della fotografia ed infatti, la parola fotografia si è formata fondendo le parole greche per la luce e il disegno. I fotografi creano un’immagine catturando le particelle di luce su un mezzo sensibile alla luce. Senza luce non sarebbe possibile avere fotografie.
Quale tipo di illuminazione è migliore per la fotografia?
Dipende dalla foto che stai scattando. Molti fotografi preferiscono avere un lampeggiatore o un flash perché sono portatili e flessibili, ma spesso accade che l’utilizzo della luce ambientale funzioni meglio. Tutto dipende dal soggetto e dall’umore che si vuole creare.
Tipi di illuminazione fotografica e come usarli
Qualunque sia il tipo di illuminazione che usate per le vostre immagini, ci sono diversi motivi per scegliere una certa illuminazione per la fotografia. Qui descriviamo 11 tipi di illuminazione per la fotografia e come utilizzarle:
Luce ambientale
La luce ambientale è definita come un’illuminazione che non viene aggiunta alla scena dal fotografo. La luce del sole può essere un’illuminazione ambientale, ma anche un lampione, e non dimenticare il chiaro di luna. Nessuna di queste viene aggiunta alla scena da un fotografo.
L’obiettivo dell’illuminazione ambientale è spesso quello di ottenere una luce morbida e distribuita in modo uniforme che possa rimbalzare da una superficie all’altra. Questo tipo di illuminazione funziona particolarmente bene per la fotografia di paesaggio.
Alcuni fotografi fanno una distinzione tra la luce ambientale proveniente da fonti naturali, come la luce del sole, e la luce ambientale prodotta dall’illuminazione artificiale proveniente da apparecchi artificiali, come un lampione. Dovreste esserne consapevoli e fare attenzione a descrivere l’illuminazione in modo più specifico per le vostre immagini.
È anche importante descrivere gli eventuali modificatori che si possono utilizzare per dirigere la luce ambientale che si ha a disposizione. Una tecnica è quella di riflettere la luce naturale dell’ambiente in una zona d’ombra per creare una luce più diffusa. Questa si chiama ombra aperta, e dà al soggetto un bagliore morbido, uniforme e delicato.
Altrimenti, il modo in cui si ‘imposta’ la luce ambientale dipende dall’aspetto che si desidera. È possibile utilizzare dei modificatori per rifletterla. Potete anche far muovere il vostro soggetto fino a raggiungere l’illuminazione desiderata oppure potete muovervi intorno al soggetto.
Illuminazione piatta
L’illuminazione piatta è quando si ha la sorgente luminosa rivolta direttamente verso la parte anteriore del soggetto. Se state fotografando una persona, significa che il suo volto è ben illuminato e che non vedrete alcuna ombra sul suo volto.
Le ombre tendono a far uscire le imperfezioni, e quindi, questa è una grande tecnica da usare se il soggetto ha l’acne, altri difetti o rughe. Normalmente non è preferibile come tecnica di illuminazione per la fotografia di ritrattistica, poiché le ombre danno vita al volto, ma con un soggetto che è consapevole delle proprie imperfezioni della pelle, questa sarebbe la strada da seguire.
Funziona bene anche se il soggetto trasuda carattere. In tal caso, l’illuminazione piatta permetterà di far trasparire il fascino naturale. Per allestirla, è sufficiente posizionare la luce davanti al soggetto e leggermente sopra il suo volto. Potete inclinarla fino a quando non si trova “piatta” sul viso.
Luce a largo raggio
L’illuminazione a largo raggio è in realtà un tipo di illuminazione laterale. È dove il lato più illuminato del soggetto è rivolto verso la telecamera e il lato meno illuminato è lontano dalla telecamera.
Se parliamo del volto di un soggetto, questo tipo di illuminazione può funzionare bene per una persona con il volto stretto, poiché fa sembrare il volto più pieno. Sarebbe però meno desiderabile se il soggetto avesse già il volto pieno.
L’illuminazione a largo raggio è anche una tecnica che dà più contrasto all’immagine rispetto ad altri tipi di illuminazione. Per usare questa impostazione, è sufficiente posizionare la sorgente luminosa ad un angolo di quarantacinque gradi dal soggetto, e poi far allontanare il soggetto dalla sorgente luminosa principale fino a raggiungere l’effetto desiderato.
Luce a corto raggio
Un’illuminazione a corto raggio è l’opposto di un’illuminazione ad ampio raggio. È qui che l’ombra cade sul lato del volto più vicino alla telecamera. Questa tecnica è lusinghiera per la maggior parte dei tipi di viso, ma in particolare, funziona bene per far sembrare più sottile un viso pieno.
L’illuminazione breve è ideale per le immagini a bassa luminosità, anche per il forte contrasto che offre. È anche buona se si cerca di creare immagini con maggiore profondità, e può essere usata per nascondere le imperfezioni.
L’allestimento è simile a quello per l’illuminazione generale. Si inizia con la sorgente luminosa posizionata ad un angolo di 45 gradi dal soggetto. Ma, a differenza di quanto avviene per l’illuminazione generale, questa volta il soggetto si gira verso la luce: si vuole che la parte più luminosa del viso del soggetto sia il lato corto.
Luce divisa
L’illuminazione divisa è il punto in cui la sorgente luminosa colpisce il soggetto da un lato con un angolo di novanta gradi. Crea una divisione di luce e ombra: metà del soggetto sarà in luce e metà sarà nell’ombra.
Questa tecnica tende a creare immagini più drammatiche. Spesso fa apparire il soggetto più duro e mascolino. Questo tipo di illuminazione tende anche a sottolineare la texture della pelle e i dettagli del viso. Dà un senso di assertività e può anche essere usata per enfatizzare il glamour.
E’ abbastanza facile da impostare. Basta mettere la sorgente di luce ad un angolo di novanta gradi rispetto alla direzione di ripresa della fotocamera, e dovrebbe colpire il soggetto sul fianco. È anche utile se la luce è leggermente dietro il soggetto. Poi si può spostare il soggetto fino a quando non si ottiene una “spaccatura” della luce: metà del soggetto è illuminato e l’altra metà è in ombra.
La tecnica può essere resa più o meno drammatica da sorgenti luminose più morbide o più dure. Le fonti di luce più dura renderanno le ombre più drammatiche e l’immagine sarà più intensa.
Retroilluminazione
La retroilluminazione è proprio quello che sembra: la fonte di luce è dietro il soggetto. Può essere usata per creare silhouette, oppure si può combinare con certe condizioni atmosferiche, come la nebbia, per ottenere immagini più drammatiche.
Uno dei problemi di questa tecnica di illuminazione è che si può perdere chiarezza nel soggetto perché è retroilluminato. Per questo motivo, potrebbe essere utile utilizzare dei riflettori per riflettere una parte della luce sul soggetto (se non si vuole una silhouette), oppure si può utilizzare una tecnica chiamata semi-silhouette in cui si permette alla luce di entrare a malapena nell’inquadratura. Questo crea un bel bagliore che è un gradito contrasto con lo sfondo scuro.
Luce a cerchio
L’illuminazione a cerchio è il punto in cui la luce colpisce il soggetto con un’angolazione tale da creare riflessi lungo i bordi del soggetto. Questo mette in evidenza la forma del soggetto ed è una grande tecnica da usare per separare il soggetto dallo sfondo.
È possibile creare questo in studio con un’unica fonte di luce posizionata dietro il soggetto. Poi, fate girare il vostro soggetto fino a quando la luce crea un’evidenziazione del bordo lungo i bordi.
Se si vuole utilizzare la luce naturale, è meglio provare questa tecnica in una giornata di sole. Poi, si posiziona il soggetto in modo che la luce sia sopra e dietro di esso. Il contrasto è un fattore chiave con questa tecnica – con un contrasto più basso l’effetto del cerchio sarà ridotto al minimo.
Luce a farfalla
Questa tecnica prende il nome dall’ombra distintiva che crea sotto il naso del soggetto. La si imposta ponendo la luce davanti e sopra il soggetto. Creerà una piccola ombra a forma di farfalla sotto il naso del soggetto.
Il lato positivo è che mette in evidenza gli zigomi prominenti, ed è per questo che piace a molte donne. Ma, sul lato negativo, mette in risalto anche le ombre di occhi profondi. Quindi, prima di scegliere questa tecnica, vorrete prendere in considerazione le caratteristiche uniche del vostro soggetto.
Questa tecnica di illuminazione è anche definita illuminazione di primaria importanza ed è lusinghiera per la maggior parte delle persone, il che la rende una delle preferite per la fotografia di ritrattistica.
Luce ad anello
L’illuminazione a loop è un’altra tecnica per la fotografia di ritrattistica, perché è lusinghiera per quasi tutti i soggetti. È meno drammatica di altri tipi di illuminazione, ma crea una profondità maggiore rispetto all’illuminazione piatta. Fa tutto questo mantenendo il soggetto ben illuminato.
È facile da impostare – basta posare il modello, e poi impostare la luce ad un angolo di quarantacinque gradi rispetto al modello e leggermente al di sopra del livello degli occhi. Questo crea un’ombra a forma di anello – da cui il nome – sotto il naso del soggetto sul lato opposto della sua faccia rispetto alla fonte di luce.
È possibile variare l’intensità della luce spostandola più vicino o più lontano dal soggetto. E, potete variare la forma dell’ombra alzando o abbassando la vostra fonte di luce.
Luce soffusa
La luce morbida è luce dove i bordi delle ombre sono morbidi e aperti, e c’è meno contrasto. Si ottiene con una luce più grande, più ampia e più vicina al soggetto. Le giornate nuvolose sono una grande opportunità per un’illuminazione morbida all’aperto.
Questo tipo di illuminazione può essere ottenuta diffondendo la luce artificiale. Questo può essere ottenuto in studio utilizzando un pannello di diffusione completo o un softbox che viene posizionato tra la fonte di luce e il soggetto. L’illuminazione delle finestre può anche essere un’ottima fonte di luce più morbida.
La luce soffusa è usata soprattutto per la ritrattistica, la macro e la fotografia naturalistica. Può anche essere usata per far apparire un soggetto più giovane.
Luce dura
La luce dura è l’opposto della luce morbida: crea ombre forti e un contrasto elevato. Crea immagini più drammatiche e taglienti. In studio, è possibile posizionare la fonte di luce dove si vorrebbe con luce morbida, ma non si usano diffusori per ammorbidire la luce.
Si può anche far apparire la luce dura come un riflettore, e questo aumenterà le ombre nell’immagine. Una delle cose da tenere a mente, però, è che non tutti hanno un bell’aspetto in luce dura.
Può accentuare le imperfezioni della pelle e le ombre create, ad esempio, da occhi profondi. Pertanto, prima di scegliere questo tipo di luce, bisogna considerare le caratteristiche uniche del proprio modello.
Tutti questi tipi di illuminazione sono ottimi per diversi motivi. Dipende dal tipo di umore che si cerca di creare e dal soggetto che si sta fotografando. Qualunque sia l’immagine che si vuole creare, la luce è fondamentale per creare l’atmosfera che si desidera.
Molti pensano che il fotografo sia simile all’artista che dipinge. La differenza è che il fotografo dipinge il suo ritratto con la luce invece che con la pittura. Ecco perché è fondamentale per ogni fotografo capire esattamente come creare il look che si desidera.
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