Si può sostenere che il fotogiornalismo è la forma più universale di comunicazione di massa. Scrivere e parlare richiedono la conoscenza di una lingua specifica ma un’immagine visiva può, quasi sempre, essere compresa da chiunque. Le espressioni del viso, le emozioni, il movimento e la postura del corpo così come la composizione, le luci e le ombre possono raccontare una storia molto meglio delle parole.
Definizione di Fotogiornalismo
A livello più elementare, fotogiornalismo significa raccontare storie con le fotografie. Ma, in più, le storie create devono seguire le regole del giornalismo. Devono essere storie vere e il giornalista deve cercare di raccontare la storia dietro la foto nel modo più equo, equilibrato e imparziale possibile. Un fotoreporter può lavorare praticamente ovunque e per chiunque ma principalmente ne troverete in giornali, riviste, periodici e siti web di notizie. Il loro numero è in continuo aumento e spesso se ne trovano anche in stazioni radio che, grazie all’arrivo di internet, si sono evolute.
Il lavoro di fotogiornalista
Un fotogiornalista è principalmente un fotografo stringer o freelance, ovvero è un fotografo che lavora per più testate e per più progetti. Ad essi possono rivolgersi differenti organizzazioni e richiedere un compito specifico (riprendere per esempio un determinato evento) o richiedere i servigi del fotografo per un determinato periodo di tempo. Il datore di lavoro più comune per il fotogiornalista è un’agenzia di stampa: si tratta di società sempre a caccia di fotografie fresche e per i più disparati argomenti. Il vero problema per un fotoreporter è entrare in contatto con queste agenzie e soprattutto riuscire a far analizzare i propri scatti. La cosa più semplice è recarsi o direttamente nelle agenzie e tentare di far vedere a qualche redattore i propri lavori o contattare, via email, le stesse agenzie (o testate giornalistiche) fornendo un’anteprima del proprio lavoro. Va da se che, nel caso di quotidiani o siti che pubblicano notizie fresche, sarà molto complicato piazzare al primo colpo delle immagini: cercate in questi casi di costruire un canale preferenziale con un qualche redattore in modo da potergli inviare anche in tempo reale le fotografie scattate di un qualche particolare evento.
I lavori assegnati al fotogiornalista
La vita di un fotoreporter può essere emozionante. Si può essere inviati ovunque per soddisfare qualsiasi tipo di richiesta. Più che la fotografia e il giornalismo, la varietà e la diversità delle esperienze possono essere la parte più gratificante di questa professione. Ovviamente non aspettatevi, al primo impiego, di essere spediti in qualche regione remota, ma preparatevi a coprire degli eventi generali quali possono essere una cena, una raccolta di fondi, una protesta, una conferenza stampa, una cerimonia di premiazione, una piantagione di alberi, un discorso.
La chiave per la copertura di questi eventi (e per la maggior parte degli incarichi) è quello di provare a raccontare una storia completa con le vostre immagini. Se siete inviati a fotografare un gruppo di boy scouts per esempio, non limitatevi a fare una fotografia di un gruppo di ragazzi intorno al fuoco che ridono o scherzano ma cercate di cogliere l’essenza del gruppo stesso. Aspettate che si presenti qualche momento particolare quale una piccola emergenza o una difficoltà. Ed in questo frangente realizzate uno scatto in cui siano evidenti i fattori peculiari dei boy scouts: l’aiuto reciproco, il lavoro di squadra e via discorrendo.
Oltre alle fotografie di eventi, ci si può attendere anche un’ulteriore serie di incarichi, che potremmo riassumere in quattro grandi categorie.
- Sport: La fotografia sportiva è una branca specializzata delle notizie generali. Questa comporta un’elevata azione ed il fotografo deve avere un ottimo senso del tempo. Nelle foto sportive si deve riuscire a mostrare i conflitti e le emozioni. Ciò di solito significa avere nelle proprie fotografie gli atleti di entrambe le squadre che lottano per il possesso della palla o del disco o di qualunque altro attrezzo usato. L’ emozione la si aggiunge mostrando i volti dei giocatori, cosa che può essere complicata a causa della concitazione della scena, della presenza di caschi o altri impedimenti ma il gioco vale la candela: gli scatti migliori sportivi non coprono solo l’azione, ma mostrano l’ emozione, la drammaticità di un momento.
- Ultime Notizie (hot news): Le Ultime notizie sono l’opposto delle notizie generali. Le not news sono infatti eventi non pianificati come un incidente d’auto o un incendio. Nel corso di questi tipi di incarico, la cosa più importante in assoluto è l’informazione. Avrete bisogno di informazioni relative a cosa è successo e chi è stato coinvolto. È necessario quindi essere molto abili nel reperire questo tipo di informazioni: bisogna essere abili nel trattare con le forze dell’ordine o con le squadre di soccorso di emergenza, senza essere petulanti e senza intralciare il loro lavoro. E bisogna essere anche bravi nell’avvicinarsi, in condizioni si sicurezza, al punto dell’azione.
- Ritratti: I fotogiornalisti sanno anche fare ritratti. I ritratti giornalistici di solito mostrano una persona nel loro ambiente: un giudice nel suo ufficio, un pittore nel suo studio. Il soggetto, di norma, guarda direttamente la fotocamera e spesso non fa nulla se non stare in posa: questo perché deve essere chiaro allo spettatore che la fotografia è un vero e proprio ritratto e non una scena catturata dal lavoro quotidiano del personaggio fotografato.
- Le storie fotografiche: Un ulteriore tipo di assegnazione che può riguardare i fotogiornalisti è quello di realizzare un documentario. Questo tipo di lavoro richiede molto tempo da trascorrere nell’ambiente del soggetto del documentario stesso. Ad esempio si potrebbe seguire una famiglia di rifugiati durante la loro fuga, documentando le difficoltà, i drammi e le gioie che accompagnano questa vita.
I grandi fotogiornalisti
Il fotogiornalismo non è mai stata una professione che ha portato la fama assoluta. Ma in termini di notorietà all’interno dello specifico settore del fotogiornalismo, esistono centinaia si fotografi sorprendenti da cui trarre spunto: Henri Cartier- Bresson, Robert Capa, Shisei Kuwabara, Sebasitiao Salgado, Margaret Bourke -White e tanti altri. Oltre ai nomi altisonanti, come detto, esiste un numero elevatissimo di fotogiornalisti che nel loro settore sono dei giganti ma che sono poco noti al grande pubblico. Ad esempio, i tre fotografi di seguito brevemente descritti, sono dei giganti in America ma ben poco conosciuti nella vecchia Europa
- W. Eugene Smith: W. Eugene Smith è nato nel 1918 e morto nel 1978 . La specialità di Smith è stato il racconto fotografico, ha collaborato per riviste come Life. Smith ha coperto la Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico ma è famoso soprattutto per il lavoro svolto alla fine della stessa. L’articolo Country Doctor, pubblicato nel 1948, è stato spesso definito come il primo moderno racconto fotografico.
- Eddie Adams: Eddie Adams è nato nel 1933 e morto nel 2004 . Coprì la bellezza di 13 guerre ma più che i differenti reportage è probabilmente famoso per la foto del generale Nguyen Ngoc Loan che e procede con l’esecuzione di un prigioniero vietcong a Saigon. Il suo tempismo, o la fortuna, lo ha portato a scattare la fotografia nel momento esatto in cui il proiettile entra nella testa del prigioniero. Questa foto gli valse anche il Premio Pulitzer.
- James Nachtwey: James Nachtwey è nato nel 1948 ed è ancora in vita. Recentemente ha ricevuto il TED Prize (nel 2007). E ‘stato principalmente un fotografo di guerra ed ha realizzato un documentario chiamato War Photographer molto apprezzato. La particolarità di questo documentario è che vi sono tantissime riprese del fotografo da molto vicino, effettuate nel mentre scattava fotografie (possibile in quanto Nachtwey attaccò una piccola videocamera alla sua macchina fotografica)
Le competenze
Il fotogiornalismo è un campo estremamente competitivo. Avere il set di abilità giuste è essenziale per poter intraprendere una carriera di successo. Le competenze sono la cosa più importante. Un fotoreporter deve essere in grado di ottenere rapidamente la fiducia dei loro soggetti e deve saper fare il proprio lavoro in modo tale da non violare questa fiducia. Un fotogiornalista deve saper determinare gli aspetti più importanti di una storia e intuire come la foto deve essere composta al fine di trasmettere il giusto significato al pubblico. Ciò significa che un fotogiornalista non deve esercitarsi solo sulla fotografia ma deve essere in grado di destreggiarsi in molte più arti tra cui, per esempio, la psicologia. Fondamentale il dono della sintesi e la capacità di scrivere un articolo relativo a ciò che si sta fotografando in maniera netta e concisa. I prolissi tendono a essere tali anche nelle fotografie, facendo perdere il messaggio principale di quest’ultima.
La capacità di scatto
Un fotografo alla ricerca di un lavoro quale fotogiornalista deve anche avere un portfolio impeccabile. Il portfolio deve contenere una serie di immagini relative ai differenti tipi di attività legate al fotogiornalimo (quelle elencate prima) e queste immagini devono dimostrare la capacità di lavorare in situazioni difficili. Un errore banale che molti fotogiornalisti alle prime armi commettono è quella di avere scatti sottoesposti: vuoi la fretta di catturare l’immagine, vuoi la situazione concitata intorno al fotografo, spesso ci si dimentica l’importanza dell’illuminazione sperando che la scena possa in qualche modo bilanciare “l’errore”. Peccato che una foto sottoesposta difficilmente sarà pubblicata o acquistata. Un fotogiornalista deve essere in grado di valutare la situazione ambientale e porvi rimedio in qualunque modo gli venga in mente. Ricordatevi sempre che i tre elementi fondamentali per realizzare un grande scatto sono la luce, la composizione ed il momento. Saper utilizzare il flash quando è necessario o individuare una fonte luminosa intorno a noi è la base del fotogiornalismo. La composizione deve sempre essere tale da permetterci di contestualizzare il soggetto fotografato (dove è, cosa è successo, perché), mentre il momento è l’anima di questo tipo di fotografia.
Le Competenze tecnologiche
Un fotoreporter moderno deve essere in grado di divulgare e trasmettere digitalmente le proprie immagini, attraverso l’uso di strumenti online come blog e social media. Bisogna essere in grado di ritoccare le proprie fotografie (non manipolare, si intenda, con ritoccare intendo modificare alcuni parametri quali il bilanciamento del bianco o correggere altri errori simili) con strumenti quali Photoshop e, considerando l’andazzo degli ultimi anni, un fotoreporter deve essere anche abile con la videocamera e gli strumenti di editing video. Non trascurate mai questo aspetto.
Etica
La cosa più importante, la cosa che separa il fotogiornalismo da altre forme di fotografia è la fiducia. Il pubblico deve fidarsi di ciò che osserva nella foto. Deve potersi fidare che l’immagine osservata è una vera rappresentazione di ciò che stava accadendo e non una montatura. Questo si riduce a due questioni principali: interferenza e manipolazione. Un fotoreporter non deve mai interferire con la situazione e l’azione che si sta svolgendo. Uno fotoreporter non potrà mai chiedere ai soggetti della foto di posizionarsi in un modo particolare o di compiere particolari gesti.
Normalmente, si può sostenere che la semplice presenza di un fotografo su di una scena sia in grado di cambiare la situazione. Anche se questo a volte è vero, l’impatto può essere minimizzato dalla pazienza e dalla pratica . La gente alla fine si abitua ad avere un fotografo intorno ed in casi fortunati, i soggetti potranno dimenticarsene del tutto. Il fotogiornalista deve essere bravo a spiegare il suo scopo in modo che i soggetti capiscano che non devono modificare il proprio comportamento per adeguarsi alla macchina fotografica.
Etica di Post Produzione
La manipolazione di foto è semplicemente vietata. Questo vale soprattutto per post-produzione. Nulla deve essere modificato all’interno o all’esterno di un’immagine. Il lavoro di post -produzione in realtà dovrebbe concentrarsi solo sulla correzione di problemi di colore, esposizione, bilanciamento del bianco, latitudine e e lievi problemi di nitidezza .
Il ritaglio può andare bene se non significa decontestualizzare il soggetto fotografato. Ma le rughe, le borse sotto gli occhi, le macchie sulle camicie devono rimanere. Un fotoreporter non può muovere un pallone da calcio in giro per la scena o eliminare una persona dalla stessa. Un fotoreporter non aggiunge effetti come la vignettatura e non applica filtri artistici ai propri lavori.
Un approccio etico
Un altro lato dell’etica da tenere a mente è come il fotoreporter fotografa i propri soggetti. Essere bravi a fotografare richiede compassione ed un genuino interesse per le persone e gli argomenti trattati. Non bisogna mai abusare dei propri soggetti, non bisogna mai intromettersi nei drammi personali (per esempio in caso di incidenti) e non bisogna mai cercare la foto sensazionale a tutti i costi. Il rispetto per le persone coinvolte nella scena ha e deve avere sempre la precedenza.
L’autorizzazione
Senza la compassione e la fiducia, l’autorizzazione a fare una foto non verrà mai. Con l’autorizzazione , intendo convincere le persone a scattare loro delle fotografie, convicerli a farci entrare nella loro storia, nella loro vita. Le storie migliori non escono da conferenze stampa o eventi pubblici ma vengono da persone qualunque, come tutti noi. Chiedere alle persone di poter intromettersi nella loro vita è particolarmente complicato. A volte servono mesi di lavoro per ottenere la fiducia necessaria e quindi l’autorizzazione. Tenetene conto.
Rischio / benefici
In primo luogo, il fotoreporter deve capire come la storia che si accinge a fotografare si collochi nel panorama fotografico. Come questa verrà accolta dal pubblico. Quanto questa storia potrà essere considerate interessante. In secondo luogo, bisogna determinare se il servizio fotografico danneggerà o aiuterà in qualche modo il soggetto ripreso. Questi potrebbe essere aiutato a raggiungere qualcosa che vuole o al contrario potrebbe danneggiare la sua reputazione e rendergli la vita più difficile. Ogni storia ha i suoi propri fattori unici ma il fotoreporter deve saper bilanciare il vantaggio che ne deriverebbe dalla pubblicazione di una data fotografia ai danni che la stessa potrebbe arrecare ai soggetti ripresi.
Fuori di qui!
Un modo per aiutarci a capire quando stiamo esagerando o stiamo osando troppo è quello di dare al soggetto la possibilità di allontanarci senza dover inveire o arrabbiarsi. Sono moltissimi i fotogiornalisti che, prima di cominciare un qualunque reportage fotografico, permettono ai propri soggetti di interrompere, definitivamente o momentaneamente, in qualsiasi momento il servizio fotografico. Principalmente si tratta di un escamotage psicologico in quanto il soggetto sente il potere ovvero la possibilità di gestire il servizio fotografico piuttosto che esserne solo il soggetto. E questo potere normalmente si traduce in una maggiore libertà da parte del fotografo ed una maggiore sicurezza da parte del soggetto stesso.
Dedizione e Compassione
Infine, il soggetto deve sapere che il fotogiornalista è totalmente dedicato alla sua storia. Spendere un sacco di tempo con i soggetti aiuta molto e incrementa la fiducia e la compassione. Non presentatevi all’ultimo secondo, non siate freddi ma vivete con il vostro soggetto, diventatene amici. E’ il vero modo per capire il soggetto ed ottenere un gran servizio fotografico.
Raccontare storie
Come ho detto all’inizio, il fotogiornalismo è l’atto di raccontare storie con le foto. La maggior parte delle storie raccontate sui giornali e sulle riviste è accompagnata da una singola foto, il che significa che il fotogiornalista deve essere in grado, in una sola foto, di riassumere il concetto della storia stessa.
Un buon modo per raccontare una storia è realizzare una foto con differenti livelli: una foto che mostra un musicista che suona con entusiasmo è si interessante ma non racconta praticamente nulla. Una foto dello stesso musicista con una folla che lo ascolta sullo sfondo al contrario racconta una storia. La stratificazione del contenuto aggiunge molto alla storia: gli strati non devono necessariamente essere su larga scala come appunto una folla, ma possono essere piccoli elementi e dettagli che circondano il soggetto.
Anche l’emozione è un aspetto importante per raccontare una storia. Il fotogiornalista deve essere un esperto dei sentimenti umani e deve cercare sempre di anticipare le espressioni facciali dei propri soggetti. Una lacrima, uno sguardo pensoso, un enorme sorriso gioioso: tutto ciò che rivela come il soggetto della foto si sente in relazione a ciò che sta facendo.