Diane Arbus (cognome acquisito da sposata, ma nata come Diane Nemerov) è una delle più grandi e controverse esponenti della corrente espressiva e realista della fotografia americana. Pioniera della fotografia come espressione artistica, Diane Nemerov Arbus, condusse una vita al limite fra luci ed ombre: da un lato il lavoro nel mondo della moda, le copertine satinate della società agiata e perbenista, dall’altro lato il mondo oscuro della depressione, delle classi sociali inferiori con cui Diane sente di avere un legame speciale, proibito.
Le opere di Diane sono oscure, enigmatiche. Sondano le profondità di una società rifiutata, fatta di emarginati e “fenomeni da baraccone” (come vengono chiamati all’epoca i travestiti, i circensi, le persone disabili ed i poveri) che Diane fa prepotentemente emergere, quasi a sfidare il mondo da cui proviene. Non c’è voyeurismo nelle sue opere anzi, è puro realismo e si avverte il forte legame che la fotografa instaura con questi personaggi incompresi. Lo stile fotografico è semplice, senza inibizioni, sobrio, anche se delle volte sfiora il grottesco ed il surreale. Di base c’è sempre la provocazione: che sia verso alcuni soggetti ritratti, facendo scaturire in loro forti emozioni (un esempio è il bambino della foto “Child with Toy Hand Grenade in Central Park” che Diane fa stare lungamente in posa finchè questi non perde la pazienza) o che sia diretta a chi guarda.
14 marzo del 1923, New York. In una famiglia ebraica benestante, nacque Diane Nemerov, seconda di tre figli. I suoi genitori, David Nemerov e Gertrude Russek’s, erano a capo di una catena di pelliccerie, la Russek’s. Diane crebbe in un ambiente agiato ma soffocante ed iperprotettivo in cui, in ogni caso, non mancò la vena artistica. Il padre di Diane, amante della pittura, a più riprese incoraggiò la figlia a sviluppare il suo talento artistico. Per questa ragione, durante la frequenza della Ethical School e della Fieldstone School, Diane venne iniziata al disegno.
Nel 1941 Diane si sposò con Allan Arbus (che conobbe qualche anno prima), un impiegato della ditta di famiglia. La famiglia di Diane fu molto contrariata della scelta a causa delle differenze sociali tra i due. Come conseguenza, i rapporti tra Diane e la famiglia si fecero tesi e solo con il padre non interruppe del tutto i rapporti. I coniugi Arbus fecero quasi subito l’ingresso nel mondo della fotografia, realizzando proprio il primo servizio per i magazzini Russek’s.
Doon, la prima figlia, naque nel 1945. In questo periodo e fino agli anni 50, i coniugi vissero un’intensa vita sociale, lavorando per magazine di moda molto famosi e facendo servizi fotografici militari per l’esercito. Durante uno di questi eventi mondani, Diane incontrò molte illustri personalità fra cui un giovane Stanley Kubrick, che rimase affascinato dalla foto che ritrae due gemelline. Foto che, come molti di voi ricorderanno, viene citata da Kubrick nel film “Shining” con l’inquietante premonizione, fra l’altro, della donna nella vasca da bagno.
Nel 1954 nacque la seconda figlia, Amy. La relazione tra Allan e Diane cominciò a deteriorarsi pesantemente tanto da costringere la coppia inizialmente ad una separazione artistica e quindi alla separazione vera e propria, avvenuta nel 1957. Diane, in ogni caso, decise di conservare il cognome Arbus, soprattutto per non perdere la fama acquisita negli anni.
Conclusosi il matrimonio, Diane cercò nuovi spunti, fuggendo il mondo della moda. Fu l’artista Lisette Model, della quale diventò amica (1956), a indirizzarla verso il realismo, a creare il proprio stile e ad esplorare l’inesplorato. Da cui la decisione di inoltrarsi nei bassifondi, un mondo sempre a lei precluso. Diane scoprì così i freaks e le miserie degli emarginati. Cominciò a frequentare club, locali ed il Museo dei Mostri di Hubert (1960) che la portò a conoscere l’altra faccia della “normalità”. Attraversò in seguito un periodo nudista e sviluppò un ossessione per il doppio, molto ricorrente nelle sue opere.
Pubblicò alcune foto nel 1961 su Harper’s Bazaar e conseguì due borse di studio al Guggenheim nel 1963 e nel 1969.
La sua prima esposizione avvenne al MOMA di New York (1965) dove le sue opere non vennero comprese ma anzi duramente criticate. Andò meglio con la seconda mostra, nel 1967, sempre al MOMA in occasione dell’evento “Nuovi documenti” in cui il critico Szarkowski, stabilì i nuovi canoni della fotografia contemporanea, esaltando l’opera di Diane. Nel mentre, Diane cominciò ad insegnare in alcune scuole quale tentativo di sfuggire alla depressione. Sfortunatamente per l’artista, scoprì che gli antidepressivi assunti le provocarono una grave forma di epatite, ingigantendo la sua stessa depressione. Nell’ultimo periodo della sua vita cercò di riallacciare i rapporti con il New York Times ma la sua passione per la fotografia sembrò scemare.
Il 26 luglio 1971, a New York, Diane Arbus si suicidò a quarantotto anni. Venne ritrovata qualche giorno dopo, nella vasca da bagno: vene tagliate, flaconi di barbiturici vuoti. Nessun biglietto, nessuna lettera, solo una pagina di diario con annotata la data del suicidio e la dicitura “Ultima cena”. Lisette, più tardi, affermò di aver ricevuto un biglietto da Diane con delle spiegazioni, ma non ne rivelò mai il contenuto.
Nel 1972 si tenne una mostra commemorativa al MOMA e poi un’altra alla Biennale di Venezia, riconoscimento postumo del grande valore artistico di Diane. Seguì un’altra importante mostra, nel 2004 “Diane Arbus Revelation” con esposto molto materiale biografico dell’artista.
Infine nel 2006, sulla vita di Diane, venne realizzato il film “Fur” di Steven Shainberg con Nicole Kidman.
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