L’esposizione è senz’altro una dei fattori più importanti nella realizzazione di belle fotografie. La chiave per realizzare grandi foto è ovviamente più complessa del mero e semplice calcolo del corretto valore dell’esposizione: sappiamo tutti che la fotografia è soggettiva, si tratta di arte e richiede un occhio allenato per comprenderla a fondo. Ciò significa che bisogna sempre andare oltre la pura tecnica ed approcciare l’esposizione in modo creativo, realizzando qualcosa che possa distinguersi dalla massa.
L’esposizione creativa può realizzarsi principalmente in due modi. Il primo è comprendere l’effetto creativo che la manipolazione delle impostazioni può avere sulla fotografia finale. Non tutti gli stop sono uguali in termine di risultato in quanto modificano anche sostanzialmente la quantità di luce che colpisce il sensore. E la luce è in grado di rendere una foto più o meno drammatica, triste o, al contrario, gioiosa. Il modo in cui il fotografo interpreta la luce, sulla base del proprio stato d’animo, varia sostanzialmente il messaggio che la fotografia contiene. E proprio per questo esistono svariati metodi in cui una scena può essere esposta e nessuno di questi metodi è sbagliato.
L’esposizione creativa: Introduzione
Fino ad ora, probabilmente, avete approcciato l’esposizione dal punto di vista squisitamente tecnico, selezionando attentamente le impostazioni per bilanciare l’esposizione. Avrete sicuramente modificato la velocità dell’otturatore e quindi avrete compensato con una maggiore o minore apertura o agendo sul valore ISO. Ed avrete fatto queste modifiche tenendo sempre in mente la correlazione tra i tre parametri, avrete probabilmente operato in modo che il vostro istogramma sia sempre perfettamente centrato.
Questo approccio funziona “abbastanza bene” ma ha lo svantaggio di permettere la realizzazione di foto si tecnicamente perfette ma probabilmente fredde, inespressive. L’esposizione va approcciata in maniera proattiva. Dimenticatevi di realizzare una foto “come vi dice l’istogramma” ma pensate a cosa vedete voi o cosa volete vedere nella scena che vi apprestate a fotografare.
Pensate prima di scattare
Sicuramente avete familiarità con il triangolo d’esposizione: diaframma, ISO e la velocità dell’otturatore. Purtroppo, troppi principianti utilizzano queste tre impostazioni come se il loro impatto sull’immagine sia il medesimo. Ed al diavolo il mosso, la profondità di campo o il troppo rumore aggiunto nelle immagini.
Ognuna delle tre impostazioni controlla non solo la luce nella foto ma il modo in cui la telecamera “cattura” la scena. Se per esempio sono interessato a catturare in una scena un elemento (in termini di nitidezza), allora bisogna agire sull’apertura. Se vogliamo trasmettere un senso di movimento, ci focalizziamo sulla velocità dell’otturatore e così via. Guai ad usarle senza cognizione di causa, il risultato potrebbe essere disastroso e soprattutto lontanissimo da quello che vi eravate preposti di realizzare.
Parlando di misurazione dell’esposizione, un altro errore dei principianti è quello di spendere troppo tempo per imparare a memoria la scala degli f-stop. Questo approccio ha sicuramente un certo valore, ma considerando quanto c’è da imparare sulla fotografia, spendere tempo su questo argomento non è per nulla un buon inizio.
Idealmente, non dovremmo permettere alla fotocamera di vincolare il nostro personale processo creativo. Quando ci si avvicina ad una scena e si comincia a fotografare, quanti di voi sono in grado di dettare le regole (quindi fare in modo che la fotocamera si adatti alla vostra visione) e quanti di voi al contrario lasciano che sia la conoscenza tecnica a “guidare” la foto finale?
Per riuscire nell’intento di indirizzare la fotografia, nel comandare alla macchina fotografica come vorremmo che l’immagine venga catturata, dobbiamo basarci su un mix di esperienza creativa e conoscenza tecnica. In quest’ottica possono essere estremamente utili le modalità priorità di diaframma o la velocità dell’otturatore.
C’è stato un tempo in cui pensavo di aver raggiunto l’apice della conoscenza tecnica in quanto ero passato alla modalità di scatto completamente manuale. Tuttavia, nonostante il fatto che fossi stato in grado di selezionare tutte le impostazioni adeguate, preferisco scattare usando una delle due modalità nominate in precedenza, ovvero priorità dei tempi o di apertura. Questo perché mi permette di essere più rapido nell’imporre alla macchina fotografia la direzione da prendere…la mia direzione.
Ad esempio, nell’immagine qui sopra, limitare la profondità di campo è stato fondamentale per rendere la messa a fuoco del bulbo in primo piano piuttosto che dello sfondo. Il fotografo in quest’immagine ha usato il diaframma in modo creativo.
Due differenti approcci all’esposizione
Se mai vi trovaste a fare una fotografia usando le impostazioni “corrette” (Quelle cioè che vi permettono di avere il miglior istogramma possibile), fermatevi. Fate un bel respiro ma soprattutto fate un passo indietro. Partiamo dal presupposto che, tecnicamente, nulla potrà migliorare l’esposizione che avete settato e, conseguentemente, quella è l’esposizione che dovreste usare nella foto. Esistono però due modi per ottenere quell’esposizione, due metodologie per esporre correttamente ciò che è presente in un’immagine.
Ipotizziamo, estremizzando il concetto, di fotografare una persona contro un cielo azzurro. Possiamo esporre correttamente il soggetto con la conseguenza di “spegnere” i colori del cielo, oppure esporre il cielo e trasformare il soggetto in una silhouette. Le due scelte sono decisamente all’opposto e generano due immagini totalmente differenze, entrambe “perfette” dal punto di vista dell’istogramma.
Quale scegliere? Ma soprattutto, perché non fare una scelta differente, sacrificando magari la perfetta esposizione per fornire un punto di vista differente alla scena?
Ovviamente il problema della corretta esposizione diviene molto più importante quanto più puntuale è una fonte luminosa. Se in una scena avete una luce da cui proviene la luce solare, anche la più piccola modifica delle impostazioni posso cambiare radicalmente il risultato finale.
Importante, quando si lavora con una delle modalità semi automatiche accennate prima (priorità di tempo o di apertura), è anche il metodo valutativo dell’esposizione impiegato. Il metodo valutativo sarà utile quando lavoreremo in condizioni di forte illuminazione (in quanto considera i valori di luminosità dell’intera scena) ma tende a diventare poco utile quando si lavora con fonti di illuminazione mirata come può essere appunto una finestra. In questo caso è molto più utile l’uso della misurazione a spot o quella a media ponderata in quanto permettono al fotografo di decidere quale parte della fotografia è prioritaria in termini di esposizione.
Tutto sta a decidere, a priori, cosa ci interessa fotografare. In una scena ricca di chiaroscuri, è più interessante puntare sulle luci oppure sulle ombre? Vogliamo una fotografia cupa oppure piena di luce? Vogliamo comunicare una sensazione di mistero o di tranquillità? Paura o felicità? Tutte queste sensazioni possono essere pilotate dal fotografo attraverso l’esposizione della scena: non esiste un metodo corretto o non corretto, ma solo il metodo consono alla scena ed alla visione del fotografo.
L’esposizione creativa: Conclusioni
La fotografia è un esercizio creativo e tecnico. Tuttavia, molti fotografi propendono verso l’esposizione perfetta dal punto di vista tecnico, tralasciando la componente emotiva. Ricordatevi sempre, quando siete dinanzi ad una scena, di osservarla sotto tutti i punti di vista possibili e non solo la migliore per la vostra macchina fotografica. Il mio consiglio è, quando vi trovate dinanzi ad una scena piena di luci e di ombre, di prendere sempre almeno due foto in più rispetto a quanto fareste normalmente, catturandone una dove l’enfasi è sulle ombre ed una dove è sulle luci. In fase di post produzione, alla vostra scrivania, sarete in grado di valutare le differenti immagini ed i differenti messaggi in grado di fornire. E definirete una direzione per i vostri prossimi scatti.