Filtri fisici vs filtri digitali: quale delle due categorie è la migliore, quale utilizzare per la nostra fotografia? Una volta esistevano i filtri fotografici fisici. Poi è arrivato il digitale e i filtri digitali, quelli applicati in post-produzione, hanno cominciato a fare la propria comparsa. Poi sono arrivati gli smartphone, i social quali Instagram che hanno massimizzato l’uso dei filtri digitali per modificare dopo lo scatto le nostre immagini.
Mentre non ci sono dubbi sul fatto che la post-produzione e i filtri digitali hanno un posto importante nella catena di produzione del nostro lavoro di fotografi, vi sono però molte buone ragioni per cui è meglio utilizzare i filtri di tipo fisico al momento dello scatto.
Filtri fisici vs filtri digitali : perché fisico è meglio di digitale?
La qualità delle immagini è la ragione più ovvia per cui si dovrebbero usare i filtri fisici. Anche se l’uso di un filtro fisico degrada l’immagine catturata (si tratta di un vetro in più aggiunto davanti al nostro obiettivo, necessariamente la qualità dell’immagine finale ne risente), questa degradazione avviene solo una volta, quando l’immagine è catturata. Al contrario, l’uso di un filtro digitale in fase di post produzione, va a modificare un’immagine già salvata: se lo applicate su un file raw ed una sola volta, la degradazione sarà comparabile, ma se il filtro viene applicato su un’immagine Jpeg o addirittura vengono applicati sequenzialmente più filtri, l’immagine conclusiva sarà nettamente rovinata rispetto all’originale in termini di qualità.
Un filtro fisico risponde alla luce solare in funzione della luce stessa, ovvero il suo effetto finale non è mai lo stesso in funzione di riflessi, intensità, ombre e via discorrendo. Al contrario, un filtro digitale applica un algoritmo alla nostra immagine, rendendo il filtro uniforme sull’intera immagine (a meno di non usare maschere), cosa non proprio ben voluta.
Un altro esempio di un effetto positivo derivato dall’uso dei filtri fisici è quello dato dalla filtrazione del flash. L’uso di un filtro fisico permette di filtrare il flash molto meglio di quanto si possa fare in fase di post-processing.
Inoltre, l’uso di alcuni filtri, come un ND molto spinto, è praticamente impossibile da replicare in fase di editing: si tratta dei filtri impiegati con tempi di esposizione lunghi per sfocare il movimento nei cieli o nell’acqua.
I filtri ND graduati sono un altro esempio in cui un filtro fisico non può che portare dei miglioramenti rispetto all’uso di un filtro digitale. Anche se ci sono già degli ottimi strumenti a nostra disposizione in fase di post-produzione, tecnicamente non è ancora possibile diminuire le luci più basse con un filtro digitale (a parte lavorare l’immagine per sezioni –ovvero applicare un filtro per differenti sezioni della foto e quindi unirle – cosa che comunque richiede tanta tecnica, tanta padronanza dello strumento e soprattutto tanto tempo).
Un altro aspetto positivo relativo all’uso dei filtri fisici vs filtri digitali è che il filtro fisico vi costringe a rallentare, riflettere, valutare. L’uso di un filtro fisico vi costringe a rendervi consapevoli della scena che si trova davanti a voi e anche di quello che dovete o potete fare per avere un controllo maggiore sulla luce.
Rallentare vi porterà non solo ad una migliore comprensione della luce, ma anche della composizione, dell’effetto della lunghezza focale e della profondità di campo.
Quando prepariamo la nostra macchina fotografica allo scatto, dobbiamo innanzitutto pensare a quale filtro usare. Ci sono riflessi che provengono dall’acqua? Dovete smorzare il colore del cielo? La temperatura del colore del vostro flash si scontra con la luce ambientale che entra dalla finestra? Tutti questi problemi ci costringono a pensare e anche a cercare soluzioni alternative (anche il semplice spostarsi è una soluzione), cosa assolutamente positiva nel vostro percorso evolutivo come fotografo.
Filtri fisici vs filtri digitali: quali sono i problemi che si incontrano con i filtri in fase di post-produzione?
Quando si affronta la fase della post-produzione, ogni iniziativa che prendiamo sull’immagine tende sempre a degradarla un po’ (a meno di non lavorare in RAW).
Quanto più decidiamo di modificare un’immagine in fase di editing, tanto più arriveremo ad intaccarne la qualità tecnica. Grazie ai filtri fisici in vetro (soprattutto se di alta qualità) potremo ridurre in maniera significativa la perdita di qualità di una composizione, limitando o addirittura evitando l’uso della post produzione sulle nostre immagini.
Un altro aspetto della qualità riguarda l’uso della troppa filtrazione. Normalmente quando si usano filtri digitali nella post-produzione, c’è sempre quel desiderio di continuare a spingerne l’uso per trasformare l’immagine. Tuttavia, facendo così, finiamo con l’essere così coinvolti da dimenticarci lo scopo principale dell’immagine, il suo messaggio iniziale, creando qualcosa di completamente differente, a volte irreale. Al contrario, con i filtri installati sulla fotocamera, siamo molto più a contatto con il lavoro fotografico che stiamo realizzando.
Un’altra considerazione importante sull’uso dei filtri fisici vs filtri digitali è che ci sono alcune cose che semplicemente non possono essere riprodotte in fase di editing. L’esempio più evidente è dato dal filtro polarizzatore: alcuni di voi potrebbero sostenere che si possono riprodurre gli effetti di un polarizzatore saturando il cielo con il colore blu o comprimendo il contrasto (la qual cosa è, genericamente vera) ma provate a rimuovere i riflessi da un lago oppure la luce troppo forte dal fogliame. Vedrete che ci sono alcuni aspetti importanti che non possono essere replicati e che possono essere ottenuti solo grazie ad un filtro polarizzatore.
In conclusione, nella scelta tra i Filtri fisici vs filtri digitali, va detto che non c’è niente di sbagliato nell’uso dei filtri digitali in fase di post-produzione purché siano usati con moderazione e con cognizione di causa. Tuttavia, utilizzando un filtro fisico, non solo potrete permettervi di fare cose che non si possono fare in fase di post-produzione, ma potrete anche permettervi di analizzare, modellare e comporre la scena che si trova davanti a voi.