Controllo della luce, corretta esposizione, turni di lavoro lunghi e impegnativi per diventare un fotografo di poker events. Ma cosa significa davvero dedicare dalle 8 alle 12 ore di lavoro per sei o sette giorni seguendo le tappe dei tornei EPT?
Neil Stoddart è il fotografo ufficiale del torneo EPT – European Poker Tour, meglio conosciuto dal 2017 con il nome di PokerStars Championship, ed è a lui che dobbiamo le emozionanti inquadrature dei vincitori delle varie tappe; attraverso il suo obiettivo ha saputo ritrarre le gioie e i dolori dei partecipanti lungo un percorso narrativo cominciato nel 2006 con il torneo di Monte Carlo e proseguito fino ad oggi.
Gli eventi si svolgono in spazi chiusi spesso con troppa o troppa poca luce che rendono difficile trovare l’inquadratura giusta e l’esposizione corretta; l’uso dei flash è poi vietato perché potrebbe distrarre i giocatori. Date queste condizioni lo scenario del poker diventa molto più complesso da ritrarre, rispetto a setting diversi in cui il fotografo ha maggiore libertà d’azione.
Ma come sappiamo lo scenario perfetto non esiste e il vero professionista riesce a trasformare le difficoltà contingenti in risorse per la propria creazione artistica.
Questo sta facendo Neil Stoddart come fotografo ufficiale degli eventi di PokerStars. Ha saputo allargare il proprio obiettivo per ottenere una visione più ampia, capace di seguire una narrazione che non si limita a raccontare ciò che accade attorno al tavolo verde, ma abbraccia l’ambiente che fa da sfondo all’evento. Le foto dei paesaggi e delle location diventano quindi parte integrante del suo racconto. Se infatti le gare si svolgono in spazi in cui il tempo sembrano non scorrere mai, sono gli scatti dell’esterno che danno la giusta prospettiva, trasportandoci in luoghi concreti e facilmente identificabili.
Neil Stoddart cerca dunque di unire in una nuova visione creativa il ritratto al paesaggio come parte integrante di un’unica narrazione. Una relazione tra spazi aperti e spazi chiusi in cui i giocatori sono ovviamente i protagonisti. Il difficile sta nel riuscire a catturarli in foto chiare e pulite.
Il consiglio che vi diamo è quello di acquistare lenti veloci e mantenere una mano ferma per poter sopperire alle difficoltà tecniche che si incontrano negli spazi dove si svolgono i tornei: poca o troppa luce, come abbiamo detto.
E comunque non a tutti piace essere fotografati.
Nonostante ogni giocatore sappia della presenza di fotografi durante le fasi del torneo, accade spesso che ai partecipanti non piaccia per nulla trovarsi l’obiettivo puntato addosso. Durante le partite la tensione può essere alta e per quanto invisibile cerchi di essere il fotografo può anche diventare fonte di distrazione, soprattutto se si sta perdendo. Il professionista in questo caso sceglie le poker face più significative.
Si tratta di cogliere l’attimo, quell’istante epifanico che trascende il ritratto per diventare rappresentazione di un evento che racchiude in sé la potenza drammaturgica delle grandi fotografie: quelle capaci di emozionare. L’intenzione è di creare un’atmosfera catturandone i momenti più significativi. Non è ovviamente possibile modificare questi istanti o piegarli alla volontà del fotografo (grande fonte di frustrazione), ma quello che può fare, parafrasando Neil Stoddart, è catturare questi momenti nel modo più onesto possibile.
Incontriamo allora la campionessa dell’EPT di Sanremo 2010 Liv Boree, con le mani sul volto, incapace di contenere la gioia e la sorpresa per la vittoria finale; Andre Lettau, colto con un’espressione di sollievo nella foto del vincitore con il maggior numero di persone ritratte; oppure Jason Mercier con le braccia alzate dopo aver sbaragliato gli avversari in uno dei primi tornei della sua carriera.
E poi ci sono i personaggi che ogni fotografo vorrebbe avere dall’altra parte dell’obiettivo. A propri agio davanti alla macchina fotografica, sorridenti e capaci di interagire con gli altri giocatori, Daniel Negreanu è uno dei soggetti preferiti da Stoddart.
Potrebbe sembrare un lavoro faticoso, ma come ci ricorda Neil, quando fai quello che ami la fatica passa in secondo piano, perché scartare foto, recuperare scatti e trovare la giusta angolazione è pura passione