La fotografia è in continua evoluzione e lo stesso futuro della fotografia è “liquido”, ovvero è qualcosa di aleatorio e cangiante con il passare del tempo. L’avvento del digitale ha creato non poco scompiglio nel mondo della fotografia, e questo è sotto gli occhi di tutti: la massificazione della fotografia stessa (grazie alle macchine fotografiche presenti ovunque), il fotoritocco professionale (grazie a prodotti quali Photoshop) ma anche il fotoritocco fai da te che sta avendo proprio in questo periodo un boom impressionante grazie alla sempre crescente potenza degli smartphone e delle app connesse.
Ma qual è l’effetto di queste innovazioni nell’ambito delle nostre abitudini? Come impattano sul futuro della fotografia? Una fotografia modificata in fase di post produzione, può considerarsi arte? Discutere circa questo punto credo possa generare un’infinita discussione, con i favorevoli e contrari ben radicati sulle proprie posizioni.
Facciamo un esempio per capire di cosa stiamo parlando: prendete le tantissime immagini ad alta gamma dinamica (o HDR) che ci stanno letteralmente inondando in questo periodo.
La fotografia HDR si ottiene sovrapponendo una serie di immagini realizzate a differenti esposizioni (o anche in differenti momenti temporali), al fine di ottenere da tutte il meglio e così ottenere un’immagine che sia più dettagliata, più precisa, più intensa. A fare fotografie HDR sono sia i fotografi professionisti (come Roppel, uno degli artisti più famosi del momento), in grado di fondere una grande quantità di tecnica, innovazioni e sperimentazioni all’interno di una stessa immagine, sia fotografi dilettanti o amatoriali, soprattutto grazie alla comparsa, in quasi tutti i mezzi per fare fotografia (ad esempio gli smartphone), di sistemi per fotografare in HDR con un semplice click.
Le tecniche normalmente impiegate per la cattura delle immagini a gamma dinamica estesa, per quanto molti possano pensare, non sono certamente nuove. Certo, le attuali macchine fotografiche sono in grado di catturare una gamma dinamica sempre più ampia, ma la multi esposizione è una tecnica impiegata da sempre, soprattutto nell’ambito analogico. Probabilmente tra i più grandi esperti della tecnica della multi-esposizione è il fotografo Charles Wyckoff, famoso per aver scattato molte immagini di esplosioni nucleari, immagini pubblicate su numerosissime riviste come Time o Life, e questo ben prima che nascesse Photoshop. Anche il re dei fotografi, Ansel Adams, ha largamente impiegato questa tecnica (ricordo che Adams ha creato il sistema zonale che porta il suo none) per realizzare i suoi capolavori (la vividezza e nitidezza delle sue immagini non sarebbe stata possibile tramite la realizzazione di un semplice scatto).
Venendo ai tempi moderni, la manipolazione delle immagini, però, va ben oltre la sovrapposizione delle immagini: giochiamo con la luce prima che giunga al sensore, modifichiamo l’istogramma allungandolo o accorciandolo, applichiamo filtri digitali (ma anche fisici – a tal proposito vi rimando alla discussione filtri fisici vs filtri digitali) che modificano la struttura stessa della fotografia.
Il futuro della fotografia: la fotografia del futuro
Molte fotocamere di qualità egli ultimi smartphone sono dotati di modalità HDR. Grazie al fatto che si può scattare con un otturatore elettronico piuttosto che fisico, possiamo catturare una serie di immagini a differente esposizione in pochissimi secondi, permettendo a chiunque di sperimentare una tecnica che, fino a poco tempo fa, era relegata ad un élite di fotografi in grado di destreggiarsi con strumenti di post produzione.
E’ questa la fotografia del futuro? Probabilmente no. Va notato come l’HDR è una tecnica giunta alle masse dopo l’uso da parte dei fotografi professionisti. Si è passati dalla sovrapposizione delle immagini in fase di camera oscura a quella in Photoshop, fino a giungere all’automazione totale nelle macchine fotografiche moderne. Nel frattempo, i professionisti della fotografia hanno guardato oltre, hanno continuato a sperimentare. E la sperimentazione ha portato i fotografi a raggiungere nuovi obiettivi, a inventare ed applicare nuove tecniche, a vedere il mondo con occhi nuovamente differenti.
Questa sperimentazione, come per l’HDR, verrà portata alle masse dai produttori di macchine fotografiche smaniosi di introdurre qualcosa di nuovo per poter vendere i propri apparecchi: ma chi ci garantisce che quella particolare tecnica è realmente quella vincente? Il fatto di poter applicare una particolare tecnica non significa che noi stessi siamo in grado di usarla: il risultato può essere talmente deludente, talmente irreale da generare un moto negativo nell’osservatore, al punto di far accantonare quella tecnica stessa.
Facciamo un esempio nuovamente riferendoci all’HDR: una cosa sono le foto di cui abbiamo parlato prima (realizzate da professionisti), una cosa sono le foto che realizziamo con i nostri apparecchi fotografici. Indubbiamente le nostre foto tendono ad essere molto meno “ad effetto”, molto più irreali di quanto un professionista è in grado di fare. Inondando la rete con questa tipologia di immagini, si rischia di disaffezionare gli utenti a questa tecnica, si rischia che gli utenti stessi comincino a criticarla, senza differenziare tra professionista e amatore, con l’effetto di scartare a priori le immagini HDR, decretandone quindi la fine.
Il futuro della fotografia: l’evoluzione della stessa
Nei prossimi anni, le macchine fotografiche permetteranno ai fotografi, sia amatoriali che professionisti, di fare sempre di più semplicemente premendo un pulsante. Saranno infatti in grado di prendere decisioni sulla profondità di campo e sulla prospettiva, inoltre le macchine fotografiche del domani promettono anche di registrare molte più informazioni di quante possano esserne visualizzate in una stampa o a video.
Già oggi ci sono molti strumenti a nostra disposizione in grado di aiutarci con le immagini: pensate al bilanciamento del bianco nelle immagini RAW (tra un paio d’anni il bilanciamento del bianco stesso sarà del tutto superfluo) oppure la macchina fotografica Lytro Light Field Illum.
Facciamo un altro esempio: attualmente quando si fotografa un’immagine con degli oggetti in primissimo piano (una roccia o un fiore), il problema del profondità di campo non è banale, in quanto, mettendo a fuoco solo l’oggetto in primo piano, il resto della scena sarebbe fuori fuoco. Proprio in questi casi è fondamentale la tecnica della sovrapposizione delle immagini, potendo usare due differenti messe a fuoco (per il soggetto in primo piano e per il resto). Ora immaginate una macchina fotografica che sia in grado di catturare la stessa scena tramite più lenti, in modo da cancellare il problema della profondità di campo. Immaginate una macchina fotografica che vada a risolvere i problemi di diffrazione, distorsione o di nitidezza che si verificano quando si usano aperture molto spinte (come f/22).
La sperimentazione è alla base dell’immaginazione: tutto ciò che ho elencato poc’anzi non è qualcosa che al momento possiamo solo sperare, ma è qualcosa che già esiste, è qualcosa che i fotografi professionisti riescono a realizzare sperimentando. Le immagini di Roppel altro non sono se non la trasformazione in immagine di ciò che abbiamo immaginato: multi esposizione e multi profondità di campo, tarata in modo tale di evitare le distorsioni che, nel caso di immagine singola, ritroveremo nell’immagine finale.
Ma nuovamente, tutto questo è relegato ad un’élite di fotografi in grado di produrre qualcosa di realmente unico (arte?): cosa accadrà quando si avrà la massificazione sarà totalmente differente e probabilmente finirà con il modificare nuovamente il concetto di arte, con i professionisti della fotografia che saranno passati ad altri livelli di sperimentazione.
Il futuro della fotografia: Il disagio e il processo creativo
Non abbiate paura dei computer che in futuro saranno sempre più responsabili del processo creativo. La tecnologia del domani potrà far prendere alle macchine decisioni creative, cosa che sarà un bene per l’utente medio, ma non abbastanza o sufficiente per l’artista.
Facciamo l’esempio dell’HDR: quando si fondono più fotografie insieme, in base a quali parametri viene decisa la sequenza di fusione (ovvero quale parte di quale immagine prendere)? Può farlo la macchina ovviamente, come avviene ora per le macchine fotografiche dotate di funzione HDR, ma l’effetto finale non sarà mai quello che l’artista vuole o vorrebbe ottenere. La sperimentazione dentro la sperimentazione è qualcosa che prescinde il processo creativo meccanizzato: il poter decidere di fondere le immagini in modo differente (sia come sequenza che come parametri) è qualcosa che viene dall’artista, è insito in lui. Ma soprattutto va ricordato come l’arte non è un qualcosa di schematizzabile: l’arte è transitorietà, è saper sfruttare un particolare momento, è il saper avere una visione. Tanto in fase di scatto quanto in fase di post-processing.
Il futuro della fotografia: come diventare un fotografo migliore?
Veniamo quindi ora al vero valore della fotografia. State vendendo le vostre immagini in base a quello che gli altri si aspettano dal vostro lavoro oppure state facendo fotografie per voi stessi?
Credete davvero che in futuro la post-elaborazione sarà messa in discussione? Stiamo aspettando che le macchine fotografiche facciano per noi tutto il lavoro, riducendoci a meri esecutori, a coloro che premono un pulsante? Ma soprattutto, cosa è per noi l’arte?
Ci sono un sacco di fotografi, anche molto bravi, che han deciso di mollare tutto a causa di ciò che la gente pensa di loro: fotografi che hanno avuto la forza di non cedere all’appiattimento richiesto dal mercato ma che non hanno avuto la forza di opporvisi. Un fotografo dovrebbe sempre essere in grado di trovare la propria bussola morale, seguirla, scoprire i propri confini anziché dare retta ai consigli o ai commenti delle altre persone. Se siete voi fotografi a realizzare un’opera d’arte, perché chiedere ad uno che non è un artista come deve essere un’opera d’arte?
In quanto artisti, i fotografi dovrebbero prescindere dalle critiche, dovrebbero evitare di entrare in polemica e scendere nel personale con chi, nel bene o nel male, fornisce giudizi sulle loro opere.