I teleobiettivi sono quegli obiettivi la cui lunghezza focale è superiore ai ai 50mm nelle camere 35mm. Le focali più comuni sonoquelle da 85mm, 100mm (questi due obiettivi, in ogni caso, li troviamo elencati anche nella categoria zoom), 135mm, 200mm, 300mm e 400mm. Esistono teleobiettivi anche più spinti, con lunghezze focali pari a 600mm o anche più, ma si tratta di oggetti abbastanza infrequenti e costosi, creati appositamente per particolari situazioni quali i safari fotografici. Le massime lunghezze disponibili per gli obiettivi tele sono attorno ai 1200mm e sono caratterizzate dal presentare un angolo di visuale alquanto stretto: 2 gradi appena.
Il teleobiettivo ha, come funzione primaria, l’avvicinamento del soggetto quando il fotografo non ha modo di avvicinarsi lui stesso: si va dalle gare sportive alla ripresa di animali, nonché reportage in situazioni complicate e pericolose quali i campi di battaglia.
Tra le funzioni principali dei teleobiettivi ve n’è anche una rubata ai fissi: la ritrattistica. A causa infatti dello stretto angolo di visuale, un tele del tipo 85-135mm si presta molto bene alla ritrattistica (quando il volto del nostro soggetto impegna l’intera scena) anche perché, a causa della distanza dal soggetto stesso, non soffre di distorsioni e offre una prospettiva decente. Ovviamente lo svantaggio principale è la profondità di campo: a lunghe focali tende ad essere minima, con un appiattimento della scena. Profondità di campo che viene sfruttata, appunto, nella ritrattistica: a focale media e con un’apertura massima si riesce ad ottenere uno sfocato eccellente, tanto da far spesso protendere per questo tipo di soluzione invece di un’ottica fissa.
Aberrazioni cromatiche e poca luminosità sono due dei principali svantaggi dei teleobiettivi a causa della loro lunghezza nonché numero di elementi costitutivi. Così come non sono indifferenti il prezzo (alcuni tele superano i 10mila euro), la complessità costruttiva, il peso e la loro delicatezza. Da aggiungere anche l’estrema sensibilità che un teleobiettivo ha ai movimenti: l’uso di uno zoom molto spinto in assenza di cavalletto è spesso quasi impossibile (motivo per cui molti teleobiettivi sono dotati di una maniglia o piede necessaria per l’appoggio sopra un cavalletto). Occhio anche all’attacco dei teleobiettivi alla macchina fotografica: a causa del loro peso estremo, in alcuni casi non sarà possibile impugnare la macchina fotografica come nostro solido per evitare di fare troppa pressione (e quindi rischiare la rottura) sulla ghiera di attacco.
La maggior parte dei teleobiettivi in commercio è dotato di stabilizzatore d’immagine: questo permette in parte di ridurre il problema della sensibilità al movimento ma al contempo ne aumenta in maniera sensibile il prezzo finale.
I teleobiettivi amplificano i movimenti della camera, oltre che le immagini, perciò quasi sempre sono dotati di un “piede” da agganciare sopra un cavalletto. Infatti questi obiettivi sono quasi sempre più pesanti del corpo-macchina, quindi il piede viene a trovarsi sotto il punto di equilibrio. Canon, Nikon e altri costruttori, offrono teleobiettivi dotati di stabilizzatore di immagine che, entro certi limiti, permette di ottenere immagini nitide anche senza cavalletto. Si tratta di dispositivi molto efficaci nei casi in cui non sia possibile usare il treppiede, che comunque resta sempre l’opzione migliore.
Per quanto riguarda la luminosità dei teleobiettivi, non aspettatevi valori molto bassi: tanto per dare un’idea, uno degli obiettivi più interessanti sul mercato è il Nikon o il Canon 600mm f/4 (in foto sopra). Ottima luminosità considerata la lunghezza focale, ma molto “lungo” anche il prezzo: oscilla tra i 7 e gli 8mila euro.
Per chi volesse un teleobiettivo e non spendere un patrimonio, c’è una soluzione intermedia composta dalla composizione di un teleobiettivo meno spinto quale il 200mm f/2.8 accoppiato con un moltiplicatore di focale (che vedremo in un futuro articolo). Se per esempio si accoppia al 200mm di cui prima un moltiplicatore 2X si ha la possibilità di raggiungere la stessa lunghezza focale del 400mm. Attenzione che un convertitore/moltiplicatore di focale produce una perdita di luminosità pari ad 1 stop per il 1.4X e di 2 stop per il 2X (la distanza minima di fuoco rimane invece invariata). Il loro costo non è proprio abbordabile, ma di sicuro permette di ottenere un equivalente 400mm a circa la metà del prezzo.
Nella categoria dei teleobiettivi ricadono anche gli obiettivi catadiottrici di cui abbiamo parlato in precedenza.
Curiosità: il più grande teleobiettivo mai realizzato è firmato Canon e risale agli anni ’60. Si tratta di un 5200mm caratterizzato da una distanza minima di messa a fuoco pari a 120 metri e capace di riprendere oggetti posizionati tra i 28Km ed i 52Km. L’obiettivo, costruito in soli tre esemplari, era dotato di un diaframma fisso con f/14 (un po’ scuro!) ed era di fatto un catadiottrico.
Inutile dire che era necessario poggiarlo su qualcosa visto il leggerissimo peso nonché ingombro! Nelle due foto seguenti, un esempio di ciò che questo mostro era in grado di fotografare.
Ciao! innanzi tutto il mio scetticismo deriva dal fatto che lavorare con ottiche fisse è molto più difficile (scelta della distanza, inquadratura, tempo a disposizione per cambiare ottica…) per chi è abituato a girare una ghiera e variare la focale, comporta un pensare l’immagine prima dello scatto e nel caso del reportage, ove i tempi sono stretti, girare con due o tre corpi macchina al collo con relative ottiche fisse( io l’ho fatto, e non è per niente comodo!). Inoltre vorrei sfatare un altro luogo comune: il campo visivo umano, è molto più ampio del campo del 50mm, si avvicina, tenendo conto della famosa “coda dell’occhio” al 28mm, diciamo che il giusto compromesso è il 35mm, non per nulla l’obiettivo principe del reportage. Tutti hanno sempre indicato le ottiche fisse come strumenti ideali per chi inizia a fotografare…forse perche8 ai tempi gli zoom facevano veramente pena. In realte0 fotografare con ottiche fisse, necessita ( se vogliamo ottenere delle immagini di spessore) di una grande padronanza tecnica. La luminosite0 delle ottiche, considerando i nuovi sensori, non è più cosec discriminante come un tempo, la differenza tra un 1,4 è un 1,8 è diventata pura accademia; inoltre considera che per fare un ritratto devi chiudere (se vuoi il viso tutto a fuoco) almeno a 5,6 o addirittura a 8. E’ vero che un’ottica più luminosa anche a 5,6 fa passare più luce, ma se scatti in raw puoi ovviare al problema. Inoltre le differenze tra fotocamere, vanno ad interessare i gusti personali, e non puoi basarti su di una immagine gie0 editata, in quanto sottoposta a postproduzione e quindi con tutti i parametri variati; per giudicare quale immagine (e quindi quale fotocamera l’ha prodotta) rispecchia maggiormente i tuoi gusti, dovresti poter osservare una immagine nativa, cosec come e8 stata scattata, senza nessun intervento. Spero di essere stato esaustivo e quando necessiti di consigli, non esitare… Besos