Le ultime generazioni di fotocamere Nikon e Canon (oltre ad altri produttori di primo piano) permettono di affinare la messa a fuoco (regolazione) delle lenti agendo su alcuni parametri accessibili tramite il software a bordo delle fotocamere stesse, di salvare queste modifiche e di richiamarle ogni qual volta si monta l’obiettivo oggetto delle regolazioni. Alcuni modelli sono in grado in automatico di richiamare il file delle regolazioni riconoscendo l’obiettivo ed altri ancora (tipo le ammiraglie delle due case sopra citate) sono in grado di riconoscere anche la presenza di eventuali moltiplicatori di focali rendendo il nostro lavoro di micro regolazione molto semplice.
Ed è appunto di micro regolazione delle lenti che parliamo in questo articolo in quanto tantissimi fotografi non sanno di poter modificare alcuni parametri al fine di migliorare la qualità e l’usabilità della propria macchina fotografica. Ovviamente una micro calibrazione è possibile se la lente si discosta “un poco” dai parametri di riferimento: se lo scostamento è maggiore non potete fare altro che impacchettare l’obiettivo e rispedirlo alla casa madre.
Cosa si intende con micro-calibrazione e a cosa si applica
Se l’obiettivo e la messa a fuoco automatica della fotocamera sono perfettamente abbinati tra loro, avremo una messa a fuoco del nostro soggetto perfetta. Se il punto di messa a fuoco cade leggermente davanti al soggetto avremo un problema di front focusing. Al contrario, se il punto di messa a fuoco cade dietro al nostro soggetto avremo un problema di back focusing. Entrambi gli errori di messa a fuoco possono non essere immediatamente evidenti ma rendono le nostre immagini più morbide.
Chiedersi il perché un produttore commercializzi un obiettivo affetto da un problema di front o back focusing è una domanda decisamente retorica: tutti gli obiettivi sono prodotti per un intervallo di tolleranza. Se siamo sfortunati, potremmo entrare in possesso di un obiettivo che è al limite massimo positivo della sua tolleranza. Se anche la nostra macchina fotografica è affetta dallo stesso problema (ovvero è al suo limite massimo positivo di tolleranza), l’accoppiata della Reflex e dell’obiettivo sarà decisamente deleteria con un fenomeno di front focusing decisamente evidente e ben lontano dalle specifiche attese.
Per riassumere in modo chiaro il problema, supponiamo di avere una macchina fotografica che è al limite della sua tolleranza e che presenta un valore di +10 rispetto alla situazione ideale. Se il nostro obiettivo ha un errore pari a -10 rispetto l’ideale, allora la coppia reflex-obiettivo si comporterà in condizioni ideali in quanto i due errori si neutralizzano. Ma se anche il nostro obiettivo ha +10 rispetto al valore ideale, allora la coppia reflex-obiettivo avrà un discostamento pari a +20 rispetto all’ideale, pari al doppio del massimo valore ammesso. Essendo questo tipo di errore non coperto dai produttori (si tratta, in fin dei conti, di sfiga), gli stessi produttori han deciso di aiutare chi è in possesso di una coppia non perfetta introducendo nelle loro reflex la possibilità delle micro-regolazioni.
Quali fotocamere?
Buona parte delle Canon dotate di live view hanno la possibilità delle microregolazioni e oramai tutti i modelli in commercio ne sono dotati (ad esempio EOS 50D , 7D , 5DII , 1DmkIII e 1DSmkIII e successive). Per quanto riguarda Nikon, le macchine a partire dalla D300 e D700 ne sono dotati (quindi anche la D800). Sony ha introdotto la micro-regolazione inizialmente nella A900 mentre Pentax ha cominciato con la K20. Se la vostra fotocamera non è dotata della funzione di micro-regolazione, l’unica cosa da fare è rispedire, come detto prima, l’obiettivo al produttore chiedendo la sostituzione dello stesso.
Come si effettuano le micro-regolazioni?
Vediamo adesso come si procede ad effettuare delle micro regolazioni. Come riferimento prenderemo la procedura per la Canon 1DmkIV, del tutto simile, in ogni caso, a tutte le reflex dotate di questa funzione.
Selezionate Autofocus/Drive tra le funzioni del menu della macchina fotografica. Selezionate Adjust by lens (regola lente).
Premete Info per per modificare il valore. Modificate la regolazione muovendo il cursore in avanti (-) ed indietro (+).
Premete il tasto Set per accettare il valore. Per la cronaca, probabilmente dovrete spostare il cursore indietro (+) in quanto è il problema più frequente negli obietti.
La micro regolazione va bene per qualunque tipo di obiettivo: da quello fornito in kit con l’apparecchio fotografico fino a quelli da migliaia di euro. Ovviamente per tutti gli obiettivi, prima di procedere con la regolazione, bisogna calcolare l’entità dello scostamento, cosa che si può fare impiegando dei particolari grafici e fotografandoli. Grafici che possono essere acquistati in kit su qualunque negozio di fotografia o online oppure fatti in casa senza così dover spendere un solo euro. Un altro metodo, di gran lunga il più veloce, è quello di usare un laptop collegato in modalità “tethered” alla macchina fotografica: in questa modalità si usa il laptop come se fosse lo schermo della macchina fotografica in modalità “live view”.
Misuriamo il problema
Il metodo più veloce (che però è anche il meno preciso) consiste nell’utilizzare la funzionalità di zoom del display della macchina fotografica.
- Posizionate la macchina fotografica su di un treppiede.
- Passate in modalità live view.
- Focalizzate su di un bersaglio fisso che abbia un buon numero di particolari (una banconota attaccata al vetro di una finestra) e sia ben illuminato.
- Mettete a fuoco (in automatico, premendo a metà il pulsante di scatto).
- Passate in manuale
- Zoomate a 10X o anche di più
- Muovete lo zoom per vedere se è possibile migliorare la messa a fuoco che la macchina fotografica ha effettuato in automatico.
Se si può migliorare la messa a fuoco della macchina allora è necessario procedere ad una micro regolazione della lente come descritto nei metodi a seguire. Questa metodologia è una metodologia abbastanza empirica, basata sulla nostra percezione visiva ma, se paragonato con metodi più precisi quale l’uso del computer portatile, il risultato in fin dei conti non è malaccio (soprattutto se non avete altri strumenti sotto mano).
Vediamo adesso un secondo metodo, quello suggerito da Canon.
- Sistemate la fotocamera su un buon treppiede .
- Definite un soggetto su cui focalizzare l’obiettivo. Questo soggetto deve avere un sufficiente contrasto per il sistema AF, in modo da non creare problemi in fase di messa a fuoco. Il soggetto dovrebbe essere piatto e parallelo al piano focale della fotocamera nonché centrato.
- L’illuminazione deve essere brillante.
- Sistemate il soggetto dovrebbe a non meno di 50 volte la lunghezza focale dell’obiettivo. Per un obiettivo da 50 mm sistemate il vostro soggetto ad almeno 2,5 metri.
- impostate manualmente la messa a fuoco dell’obiettivo su infinito per ogni singola esposizione prima di consentire alla fotocamera di mettere a fuoco in automatico.
- Impostate la macchina fotografica in modalità autofocus (AF) a scatto singolo. Selezionate come punto di messa a fuoco quello centrale.
- Scattate una foto alla massima apertura della lente usando la modalità manuale o la priorità di diaframma. Regolate il livello di esposizione per ottenere un’esposizione accurata ed utilizzate l’impostazione ISO bassi.
- Se l’obiettivo è dotato di uno stabilizzatore d’immagine, disattivatelo.
- Utilizzate un remotizzatore di scatto o l’autoscatto. Fotografate in modalità con specchio sollevato.
- Fate tre serie di immagini con impostazioni di Microregolazione pari a -5, 0 e 5: il totale quindi deve essere di 9 immagini, tre immagini consecutive a -5, tre consecutive a 0 e tre consecutive a +5.
- Guardate le immagini sul vostro schermo al 100% di ingrandimento. Meglio se le scaricate e le osservate ad un computer.
- Aspettatevi alcune variazioni minori nella messa a fuoco nell’ambito della serie di tre foto alla stressa microregolazione: ciò è normale ed è dovuto alle tolleranze del sistema AF della fotocamera.
- A seconda del risultato ottenuto, dovreste essere in grado ad occhio di valutare quale tra le immagini è quella meglio a fuoco. Individuate anche la “direzione” di regolazione necessaria, partendo dallo zero, per migliorare la messa a fuoco.
- Prendete ulteriori set di immagini con diverse microregolazioni nella direzione definita in precedenza (se era verso il +, prendete un set di tre immagini a +1, un set a +2, un set a +3 ed uno a +4).
- Aspettatevi impostazioni di microregolazioni piccole per i teleobiettivi, ampie per i grandangolari.
- Valutate nuovamente le immagini per definire quella a fuoco migliore.
- Memorizzate le impostazioni di microregolazione così individuate nella fotocamera.
Nel caso stiate effettuando questa taratura su di un obiettivo zoom, ricordatevi che l’impostazione di microregolazione è accurata soltanto alla lunghezza focale che state usando per prendere il set di prova: ciò significa che, nel caso di lente zoom e di problemi di back o front focusing, saremo costretti ad adattarci a questi, riducendoli solo ad una lunghezza focale particolare.
Il metodo del grafico pendenza
Un altro metodo che altro non è se non una “raffinazione” del metodo esposto in precedenza (quello Canon) è il metodo del grafico a pendenza. In questo esercizio si concentra la messa a fuoco su di una spessa linea e si controlla se il testo posto sopra e sotto la linea è più o meno a fuoco. In una condizione ideale, la linea dovrebbe essere a fuoco mentre il testo presente al si sopra ed al di sotto, no. Nel caso di problemi di back o front focusing, al contrario, ci ritroveremmo con del testo molto più leggibile e, quindi, a fuoco.
Per fare questa prova vi serve un soggetto predefinito. Un ottimo esempio è quello realizzato da Tim Jackson che potete scaricare qui: Focus Test Chart di Tim Jackson. Stampatelo e attaccatelo a qualche cosa di rigido e soprattutto piano. Se proprio non avete tavolette di legno o altro a portata di mano, un vecchio atlante geografico può fare al caso vostro (essendo grande a sufficienza oltre che ben rigido). Altra alternativa è posizionare la stampa su di un tavolo e “muovere” la macchina fotografica.
Il vantaggio rispetto ad un bersaglio piatto generico è che si è in grado di vedere subito da che parte (anteriore o posteriore) bisogna regolare la fotocamera (il target piatto ti dice solo che abbiamo un problema di fuoco) . Di contro questo sistema è meno preciso in quanto dipende dalla fotocamera e dalla qualità di stampa del grafico, nonché dal suo allineamento perfetto rispetto all’obiettivo (l’allineamento deve essere a 45° in questo caso). Ovviamente è possibile ricorrere a prodotti commerciali o stampare al massimo dettaglio possibile il grafico allegato in precedenza per ottenere risultati migliori. Considerate comunque che, anche con una precisione di stampa o di allineamento non perfetto, le micro-regolazioni apportate di conseguenza incideranno sicuramente e positivamente sulle vostre fotografie.
La prova va effettuata con una fonte di luce regolare e non troppo forte. Occhio all’esposizione: essendo il cartoncino principalmente bianco, potrebbe essere necessario compensare la sotto esposizione che la macchina fotografica imposta.
Come nel caso del test Canon, la macchina fotografica va montata su cavalletto, la messa a fuoco va fatta in modalità AF partendo da infinito e per lo scatto va usato un remotizzatore, possibilmente con lo specchio alzato. Stabilizzatore di immagine rigorosamente disattivato e apertura del diaframma al massimo. Sistemate il cavalletto ad una distanza pari a circa 50 volte la lunghezza focale (nel caso di teleobiettivi riducetela a meno che non abbiate un hangar dove fare questa prova!), fate in modo che la messa a fuoco (il punto di messa a fuoco) cada sulla linea spessa orizzontale e scattate la fotografia. Come nel caso dell’esempio Canon, scattate sempre almeno tre fotografie.
Se il vostro LCD è ad alta risoluzione, usate il massimo zoom disponibile per vedere l’immagine scattata nell’intorno della linea di riferimento.
Osservando i caratteri sopra e sotto la linea orizzontale, è possibile determinare se la macchina fotografica soffre di front focusing o back focusing: nel primo caso la zona sotto la linea sarà a fuoco altrimenti, nel caso di back focusing, ad essere a fuoco sarà la zona sopra la linea. In un caso ideale, né la parte sopra né la parte sotto la linea dovrebbero essere a fuoco.
A questo punto, mano alle micro regolazioni: avete la direzione da seguire e anche l’ordine di misura, dato dalla scala graduata presente sul cartoncino (normalmente 10mm dovrebbero corrispondere a più o meno 4 punti). Effettuate le microregolazioni e ripetete la prova, fin quando non sarete in grado di ottenere il miglior risultato possibile. Si tratta, come nel caso del metodo Canon, di un sistema a tentativi e che quindi richiederà un poco di tempo.
Tecnica del pattern di Moirè
Questo metodo è molto simile a quelli descritti in precedenza ma usa un bersaglio visualizzato sullo schermo di un computer. Il test in questione è stato sviluppato da Bart Van Der Wolf e consiste nel visualizzare a video un bersaglio nel quale sono contenute tutta una serie di linee il cui obiettivo è quella di raggiungere il massimo numero di “interferenze” possibili, ovvero di generare l’effetto Moirè.
Fate una serie di tre foto seguendo i soliti consigli del metodo Canon e date un occhiata al risultato: se l’effetto Moirè è particolarmente evidente (parecchie onde di “colore” che attraversano la trama nonché ripetizioni della trama) allora il vostro obiettivo è ben calibrato.
Il tethering con un computer
Questo metodo è stato messo a punto da Arash Hazeghi, è utilizzabile solo con fotocamere dotate di live view ed è alquanto ingegnoso. Vi serve prima di tutto un computer sul quale è caricato il software datovi dalla casa madre (Canon EOS Utility oppure Pro2 di Nikon). Definite un soggetto con parecchi dettagli: può essere uno dei bersagli elencati in precedenza o anche una semplice banconota (che dovete stirare e posizionare parallelamente al piano dell’obiettivo).
- attaccate il bersaglio ad un muro o ad un supporto ad una distanza pari ad almeno 25/50 volte la lunghezza focale. Nel caso di obiettivo zoom, usate la lunghezza focale che usate più spesso.
- Livellate la macchina fotografica, posizionata su di un cavalletto, in modo che il piano dell’obiettivo sia perfettamente parallelo rispetto al bersaglio. Per essere sicuri di avere i piani paralleli, ricorrete a questo piccolo stratagemma: sistemate uno specchio al centro del bersaglio (attaccato con del nastro adesivo, ad esempio) quindi regolate la testa del treppiede finquando non sarete in grado di vedere (tramite il mirino ottico) il centro del vostro obiettivo.
- Impostate la fotocamera in modalità Av e selezionate il punto AF centrale .
- Compensate l’esposizione finquando non siete sicuri di aver ottenuto quella perfetta.
- Collegate la fotocamera al computer tramite il cavo USB fornito con la fotocamera
- Installate e lanciate i programmi Canon EOS Utility o Pro2 di Nikon sul vostro computer.
- Fate clic su Camera setting/remote shooting: la fotocamera dovrebbe automaticamente passare in modalità LiveView.
- Fare clic su Remote Live View Shooting . Si aprirà una nuova finestra con la “diretta video” di quanto la fotocamera sta riprendendo.
- Assicuratevi che l’autofocus sia in modalità di rilevamento di fase (modalità Quick AF, normalmente di default nel caso di Live View).
- Selezionate il punto AF centrale
- Fate clic sull’icona di ingrandimento per una visualizzazione a schermo intero dell’immagine.
- Fate clic sul pulsante AFON. La fotocamera eseguirà l’autofocus.
- Portate l’ingrandimento dell’immagine al 200%
- Agite sui pulsanti di spostamento del fuoco (posteriore o anteriore) in modo da spostarvi anteriormente o posteriormente di uno scatto alla volta fino a visualizzare un’immagine nitida sullo schermo.
- Annotate il numero di clic che avete dovuto fare e la direzione
- Ripetete questa operazione almeno tre volte o fin quando non otterrete dei risultati coerenti. Ad ogni tentativo sfocate la fotocamera manualmente portandola ad infinito.
- Come si è già capito, ad ogni clic sulle due frecce direzionali corrisponde un’unità di microregolazione: se avete fatto clic 3 volte sulla freccia “>” allora dovrete agire sulla microregolazione “+” incremendando il cursore fino al numero 3.
- Disinserite il Live View facendo clic su Chiudi.
- Andate nel menu della fotocamera dove si possono fare le microregolazioni ed apportate quelle necessarie.
- Tornate all’inizio di questa guida e rifate l’intera procedura (magari escludendo i primi passi se non avete mosso la macchina fotografica). Se al secondo passaggio l’immagine è nitida senza dover apportare correzioni, allora avete ottenuto il vostro risultato.
Grazie per il tuo articolo molto esplicativo. Ma mi sorge un dubbio riguardo la taratura di un 600mm , seguendo quanto scritto nell’articolo dovrei posizionare l’obiettivo a 30metri (600X50) di distanza dal cartoncino prova cosa alquanto difficoltosa per problemi logistici…dunque la mia domanda a che distanza porre il bersaglio prova??
purtroppo la dinstanza è quella se si vuole rispettare “la regola” e quindi avere una taratura fine (un 600mm è bello “lungo”). COnsidera che molti si limitano alla metà della distanza o ad un terzo proprio per problemi logistici. non è così fine ma va più che bene