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Huawei ha venduto il suo brand giovanile Honor a Shenzhen Zhixin New Information Technology Co. A conclusione dell’affare, Huawei non deterrà alcuna azione, né avrà alcun coinvolgimento nella gestione o nel processo decisionale del marchio Honor.
Come la stessa Huawei dichiara: Questa mossa è stata fatta su tutta la catena industriale di Honor per garantire la sopravvivenza del marchio. Oltre 30 agenti e rivenditori del marchio Honor in Cina si sono offerti di procedere con un’acquisizione, prima volta nella storia della telefonia. Dalla sua creazione nel 2013, il marchio Honor si è concentrato sul mercato giovanile offrendo telefoni nella fascia di prezzo medio-bassa. Durante questi ultimi sette anni, Honor si è sviluppato tantissimo, aggredendo anche la fascia di prezzo medio alta e espandendo il proprio mercato anche agli indossabili, come i Magic Watch. Attualmente, Honor spedisce oltre 70 milioni di unità all’anno.
Huawei apprezza molto la continua dedizione, l’attenzione e il supporto forniti dai consumatori, dai venditori , dai fornitori, dai partner e dai dipendenti di Honor. Ci auguriamo che questa nuova società possa continuare a lavorare con i suoi azionisti, partner e dipendenti. Non vediamo l’ora di vedere Honor continuare a creare valore per i consumatori e costruire un nuovo mondo intelligente per i giovani.
Una domanda che Huawei e gli utenti di Honor potrebbero porsi è se questo significa che i nuovi smartphone Honor saranno in grado di rientrare nell’ecosistema di Google. La risposta viene fornita da Ben Wood, capo della ricerca di CCS Insight: “Ci sono state infinite speculazioni circa la cessione del brand Honor da parte di Huawei negli ultimi tempi, e questa dichiarazione ufficiale è finalmente un passo importante. Tuttavia c’è ancora una netta mancanza di dettagli sui prossimi passi che rende difficile capire quale direzione prenderà il nuovo business, così come è ancora dubbio il modo in cui potrà riprendersi dalla batosta arrivata con le restrizioni americane. Partiamo dal presupposto che l’obiettivo della nuova società, indipendente da Huawei, sarà quello di ristabilire i legami con Google e i fornitori di componenti, alla stregua degli altri marchi di telefonia cinese quali Xiaomi o Oppo, che tutt’ora collaborano senza limitazioni con le miltinazionali americane.
Possiamo dire che in ogni caso che Huawei avesse poche altre opzioni oltre alla chiusura o alla cessione della divisione Honor, date le sanzioni imposte dall’amministrazione statunitense. Questo è sottolineato dal commento nella dichiarazione della stampa che questo è stato “su tutta la catena industriale di Honor per garantirne la sopravvivenza“.
Ovviamente i dubbi sono tanti, a partire dal fatto che Honor era di fatto un brand interno di Huawei, tale da utilizzare le catene produttive di Huawei stessa, così come ricerca e sviluppo e canali di vendita. Sarà quindi molto interessante capire come farà Honor a strutturarsi per divenire un’entità indipendente e se sarà in grado di riprendersi.
“Il marchio Honor era storicamente focalizzato sui dispositivi di fascia media e bassa destinati ai clienti più giovani. Si tratta di uno dei segmenti di prodotto più competitivi per gli smartphone Android, per cui questa nuova Honor dovrà lavorare sodo per competere con rivali come Realme e Xiaomi, che si sono concentrati in modo aggressivo su questa fascia di mercato, dato che le vendite di Honor sono diminuite“, conclude Ben Wood.
Passando invece all’acquirente, questi è una società costituita da un’impresa tecnologica di proprietà del governo della città meridionale di Shenzhen, dove ha sede Huawei, insieme ad un gruppo di circa 30 rivenditori Honor. Il consorzio prenderà il pieno controllo di Honor e dei suoi beni, che saranno presto legalmente noti come Shenzhen Zhixin New Information Technology.
Una valutazione economica non è stata annunciata nella dichiarazione, ma si stima che il brand Honor valfa qualcosa come 15,2 miliardi di dollari (100 miliardi di yuan).
La vendita “non influirà sulla stabilità dei suoi dirigenti e dei suoi team di talento“, secondo le parti coinvolte. Secondo le stime di Canalys, Honor ha rappresentato il 26% dei 51,7 milioni di smartphone Huawei venduti nell’ultimo trimestre. Ciò equivale a 13,4 milioni di unità, il che significa che Honor sarà presto l’ottavo marchio di smartphone al mondo davanti a Motorola e LG, ma dietro Realme e Oppo, dopo la separazione da Huawei.
Altri temi interessanti sono quelli legati alla partnership con Leica di Huawei (di cui Honor beneficiava di riflesso) e i processori HiSilicon. Huawei è impossibilitata a produrre processori come da sanzioni americane, ma nulla, tecnicamente, osta che sia Honor a prendere in mano lo sviluppo di processori: se così fosse il marchio ne uscirebbe rafforzato, potendo contare nuovamente sulla potenza di calcolo dei processori sviluppati da Huawei.
intanto, le vendite dei prodotti Honor prosegue senza sosta (anzi con sconti) sui vari canali italiani.