I filtri digradanti o graduali sono dei filtri per metà colorati e per metà neutri. Il passaggio tra le due zone è graduale (digradante, appunto).
Molto famosi nell’ambito della fotografia analogica in particolare negli anni 80, sono usati tutt’ora in ambito digitale, anche se non proprio spesso: la loro caratteristica è quella di introdurre una forte dominante (del colore del filtro) solo in una parte della fotografia.
Nella fotografia di sopra, è stato utilizzato un filtro digradante rosso: la parte bassa della foto è standard mentre le nuvole hanno guadagnato una colorazione prettamente rossa. Il cielo, nella parte centrale del filtro, ha qualcosa di viola. La loro utilità è appunto abbastanza dubbia, anche perché effetti del genere possono essere facilmente aggiunti ad una fotografia in fase di post produzione.
I filtri digradanti, oltre ad essere impiegati per gli scopi di cui sopra, assolvono anche ad una seconda funzione, un po’ più professionale: sono in grado di compensare lo scarto di esposizione che esiste tra due zone differenti di una fotografia. Immaginate di fotografare una scena dove metà inquadratura è coperta da neve e l’altra metà da verde, da montagne o dal cielo. La forte escursione tonale tra la parte alta e bassa della foto rischia di bruciare la neve o sottoesporre il cielo. Introducendo un filtro digradante si può compensare per esempio (scurire) la parte bassa della foto (quella con la neve) in modo da ridurre l’escursione tonale della fotografia ed evitare, quindi, di sovraesporre o sottoesporre parti dell’immagine. Ovviamente, per questo tipo di correzione, è il filtro grigio-neutro quello da impiegare.