Che cosa trasforma un semplice fotografo in un fotografo di successo? Con la parola “fotografo di successo” non intendo solo una persona che si impegna a crescere creativamente e che porta avanti la sua carriera, ma anche un individuo sicuro del proprio ruolo come artista / imprenditore.
Si parla dunque di artisti che si occupano del proprio lavoro in modo efficace, con il desiderio di seguire la propria passione diventando così, molte volte, imprenditori di se stessi.
In molti articoli si è scritto, riscritto fino alla nausea come fare per riscoprire la passione per la fotografia, o come riscoprire la propria creatività. In questo, invece, vogliamo semplicemente aiutare i fotografi professionisti a gestire il proprio tempo e il proprio lavoro in modo efficiente e dando, almeno speriamo, una mano a liberare ed impiegare il proprio talento nel migliore dei modi.
Iniziamo dunque: c’è l’idea e c’è la realtà. L’idea, ad esempio, della vita professionale di un fotografo freelance è che si tratta di un lavoro emozionante e pieno. Incontri con celebrità, viaggi in luoghi esotici, stare gomito a gomito con motori o sport in genere. In un articolo su Salary.com, la professione di fotografo è stata definita come uno dei posti di lavoro più glamour dei giorni nostri. Se è vero che questa carriera mette il fotografo spesso in prima linea in merito a stile, cultura, attualità, è altrettanto vero che il lavoro del fotografo non è diverso da qualsiasi altra attività lavorativa in cui, per fare carriera, si deve trascorrere la maggior parte del tempo a fare cose meno eccitanti e lontane dallo scattare una foto.
Per meglio capire cosa significa fare il fotografo, possiamo prendere spunto dalle parole dell’artista Tony Luna, che spiega in prima persona la vita di un artista/fotografo:
“Ho avuto l’onore di fare questa professione per 37 anni e non come fotografo, ma come artista rappresentante / produttore. Mi ha sempre affascinato constatare come alcuni artisti di grande talento siano disincantati in merito alla parte commerciale della professione e lottino tantissimo giusto per sopravvivere, mentre altri fotografi hanno la fortuna di dedicarsi completamente alla propria carriera per tutta la vita.
Poco più di 23 anni fa, ho avuto la fortuna di essere invitato ad insegnare alla facoltà di Fotografia presso l’Art Center College of Design (Pasadena, CA), scuola che prepara gli studenti a diventare dei fotografi professionisti. Nel corso dei miei anni da produttore, ho avuto modo di creare vari metodi di apprendimento basati sull’efficienza, soprattutto nel lavoro specifico. Ho fatto registri, i grafici e studiato programmi di gestione del tempo: il tutto con l’obiettivo di invogliare a rimanere concentrati, a trovare più facilmente lavoro e soprattutto ad essere pagati modo tempestivo. Al fine di trasmettere visivamente le mie idee agli studenti, ho creato un paradigma che ho usato come strumento didattico per trasmettere informazioni su come ottenere successo nell’ambito della fotografia.
Ho chiamato questo paradigma “Il ciclo di vita di un fotografo freelance” perché volevo che venisse compreso che ogni giorno un fotografo va a lavorare (sia in studio che sul posto). Volevo che si comprendesse come vi sono fasi distinte comuni a tutti i lavori e ogni fase rappresenta il prossimo passo per l’evoluzione di un lavoro stesso. La mia teoria è che, concentrandosi su ogni singola fase, il fotografo è più improntato a crescere sia come artista che come imprenditore.
È importante notare che quando un fotografo è all’inizio della propria carriera, deve compiere nove fasi da solo. Questo è un compito enorme, ma necessario. Mentre il suo business cresce e diventa sempre più prospero, questi arriverà al punto di assumere personale con cui dividere alcuni compiti. Tuttavia il fotografo deve essere consapevole delle qualità di tutte le persone che assume, delle loro attitudini e caratteristiche. La cosa più affascinante di questo semplice paradigma è che molti dei miei ex studenti sono sempre più consapevoli di come debba essere gestito questo tipo di business”.
Nella dichiarazione di Tony Luna si fa esplicitamente riferimento a nove fasi che bisogna affrontare: le nove fasi in questione sono descritte qui di seguito, per cui vi consiglio di prendervi un po’ di tempo libero e dargli una lettura.
Presentazione
La prima fase de “Il ciclo di vita di un fotografo freelance,” è la presentazione. Prima che si inizi un qualsivoglia lavoro, bisogna dedicarsi al proprio portfolio in modo che vengano tenute in considerazione le abilità, ma anche la passione e la visione. Il portfolio deve essere qualcosa di più di una scatola piena di belle immagini. Deve trasmettere in modo univoco il perché di quello che si è scelto (cioè delle immagini incluse nel portfolio stesso). In questa fase, è necessario avere ben chiaro in mente cosa si vuole dire e trasmettere, nonché scegliere accuratamente il numero di immagini che vogliamo mettere dentro il portfolio stesso. Bisogna sapere come modificare il portfolio per renderlo stimolante in modo che diventi una vera e propria narrazione e non una semplice presentazione di immagini.
Ciclo di vita di un fotografo freelance: Contatto Cliente
La fase successiva è il Contatto Cliente. Una volta che si è definito il portfolio, è necessario determinare chi sono i destinatari dello stesso.
Questa fase è abbastanza difficile perché bisogna definire una nicchia di mercato a cui rivolgersi, nella quale trovare dei potenziali acquirenti. La maggior parte delle persone vuole essere “onnisciente”, essere capace di fotografare qualunque cosa…e non c’è nulla di più sbagliato. Mandare un portfolio di immagini still life ad una rivista sportiva, per esempio, è quanto di più stupido si possa fare (nella mgliore delle ipotesi cestineranno il vostro portfolio). Ciò che voglio dire è che potrebbe essere necessario avere differenti portfolio per differenti clienti, in modo da stuzzicare il loro appetito con dei piatti che conoscono.
Auto-promozione e marketing
Per assicurarsi di colpire nel segno dei vostri clienti, è necessario dedicare un tempo sufficiente alla terza fase: il marketing. In questo caso, è necessario crearsi un proprio marchio e mantenerlo nel tempo. La cosa importante è impegnarsi nella campagna promozionale che rafforzerà il vostro lavoro d’artista, il vostro nome, il vostro (appunto) marchio. Il marketing è normalmente un settore nel quale i fotografi spendono ingenti somme di denaro e ne rimangono anche angosciati perché i loro sforzi sono inversamente proporzionali al loro bilancio economico.
Auto-promozione e commercializzazione richiedono molte ore di ricerca per assicurarsi di colpire il mercato giusto nel giusto modo.
Ciclo di vita di un fotografo freelance: Stima
Dopo aver ottenuto l’attenzione che si desidera, ecco che sarete (si spera) contattati per un preventivo. Questa è una delle fasi più critiche del ciclo di vita di una qualunque professione ed è necessario porre le domande giuste e ascoltare attentamente ciò che il cliente vuole davvero. Fidatevi del vostro istinto e valutate con attenzione la somma di denaro che rende giustizia al vostro lavoro. Questa fase richiede grande abilità nell’avere fiducia in se stessi in quanto si dovrà fare il possibile per garantire un ottimo prodotto finale in modo da far capire ai clienti che se hanno scelto voi c’è un motivo. Occhio ovviamente a non svendere il vostro lavoro: tasse, costi nascosti…ci sono tantissime voci che potreste dimenticare di prendere in considerazione.
Coordinazione
Se il vostro preventivo è approvato, si passa alla fase di coordinamento. La vostra capacità di coordinare e produrre il lavoro può creare o distruggere il lavoro stesso. Un lavoro mal concepito porterà ad un lavoro mal eseguito e può distruggere una reputazione. Dovete essere in grado di selezionare il personale di supporto nel modo corretto affinché questo abbia il controllo del lavoro, della situazione e dei possibili imprevisti, oltre che capire le restrizioni di tempo e budget. Un lavoro ben coordinato è una gioia, mentre un lavoro caotico è invece qualcosa a cui nessuno vorrebbe prendere parte.
Esecuzione
Dopo tutto questo, finalmente, si arriva all’esecuzione vera e propria del lavoro. In questa fase, si arriva a prendere la macchina fotografica e scattare una foto. Ma anche qui c’è qualcosa di più che premere il pulsante di scatto. Durante questa fase si deve essere in grado di prestare attenzione al linguaggio sottile utilizzato “sul set” dal cliente per capire se si sta realizzando ciò che il cliente si aspetta. È necessario sì creare un clima creativo, ma bisogna anche e sempre mantenere il controllo.
Ciclo di vita di un fotografo freelance: Responsabilità
Mentre fate il vostro lavoro ricordatevi sempre di avere un forte senso di responsabilità e assicuratevi di non andare fuori budget. Ciò richiede una forte comunicazione con il cliente e con i fornitori.
Fatturazione
Una volta completato il lavoro, inizia l’importantissima fase di fatturazione. Un lavoro ben orchestrato ha tutto pronto per passare alla fase di fatturazione: se vi siete organizzati, lavorare su ricevute e contabilità dovrebbe portarvi via pochissimo tempo. Bisogna essere organizzati e mettere da parte tutte le ricevute dei fornitori e tutti i tabulati, schedarle, tracciarle e organizzarle in maniera razionale.
Ciclo di vita di un fotografo freelance: Pagamento
La fase finale: il pagamento. Finalmente si viene pagati! Ricordatevi che il pagamento non è una cosa “automatica”, anche se dovrebbe esserlo. Tenere traccia delle scadenze delle fatture, contattare i clienti per ricordargliele o anche semplicemente sollecitare i pagamenti è un lavoro quasi a tempo pieno che non bisogna mai sottovalutare.
Conclusione
Queste nove fasi del “Ciclo di vita di un Fotografo freelance” definiscono l’evoluzione di un incarico e sono la vita quotidiana del fotografo. Ovviamente, ci sono altre cose che vanno al di là di questo semplice ciclo di vita: questi punti sono necessari per l’esecuzione di un business creativo e di successo ma ci sono questioni legali come proprietà intellettuale, termini e condizioni, etica, che andrebbero sempre presi in considerazione. Ci sono questioni tecniche come la tecnologia da impiegare, la strumentazione, l’illuminazione ed infine la manipolazione delle immagini. Poi, ci sono anche sfide e invidie di altri fotografi o altre persone: insomma…mai abbassare la guardia.
Articolo liberamente tradotto da qui.