Il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York ha riaperto la controversa causa per violazione del copyright intentata dalla fotografa Stephanie Sinclair contro ll noto portale Mashable, che ha incorporato una delle sue immagini attraverso Instagram dopo che lei ha negato la loro richiesta di concedere in licenza la foto per un articolo.
La controversia nasce da un articolo del 2016 intitolato “10 fotogiornaliste con i loro obiettivi sulla giustizia sociale”, che ha messo in evidenza il lavoro della Sinclair insieme ad altre nove rispettabili fotogiornaliste.
Durante la preparazione dell’articolo, Mashable ha offerto a Sinclair 50 dollari per la licenza di una delle sue immagini di una madre e di un figlio guatemalteco: quando Sinclair ha rifiutato, Mashable ha usato l’immagine comunque, scegliendo di incorporare la foto di Instagram come una sorta di scappatoia.
La fotografa ha successivamente citato in giudizio Mashable per violazione del diritto d’autore. Tuttavia, il caso è stato respinto lo scorso Aprile, quando il tribunale ha stabilito che la politica della piattaforma di Instagram consente alla società di concedere a Mashable (e a chiunque altro) una sub-licenza per l’utilizzo dell’opera fintantoché essa è in diretta e pubblica sul sito web di Instagram.
Tale sentenza è stata contraddetta all’inizio di questo mese dalla stessa Instagram, che ha dichiarato apertamente che “Mentre i nostri termini ci permettono di concedere una sub-licenza, non ne concediamo una per le nostre API embeds“. Quest’affermazione sembra di fatto invalidare l’opinione della corte, portando Sinclair a presentare una mozione di riesame alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York.
Il giudice Kimba Wood ha accolto la mozione di Sinclair per riaprire il caso. In un parere pubblicato un paio di giorni fa, il giudice Wood scrive che “le memorie contengono prove insufficienti per scoprire se Instagram ha concesso a Mashable una sub-licenza per incorporare la fotografia della querelante nel suo sito web“.
La nota continua sostenendo che Instagram ha il diritto di concedere una sub-licenza a chiunque voglia: tuttavia, citando un’altra causa molto recente e del tutto similare (contro il giornale Newsweek), il giudice Wood “ha rivisto l’opinione” perché “la corte non ha dato piena forza al requisito che una licenza deve trasmettere il consenso esplicito del licenziante per l’utilizzo di un’opera protetta da copyright”.
In altre parole, Instagram non ha dato a Mashable il consenso esplicito ad utilizzare la foto sotto tale sotto-licenza, quindi Mashable non può utilizzare la politica della piattaforma di IG come difesa legale contro la richiesta di violazione del copyright di Sinclair (qui trovate il documento completo, in inglese).
Riassumendo, ciò significa che la causa di Sinclair contro Mashable sarà autorizzata ad andare avanti e questa è una buona notizia per i fotografi. Se dovesse chiudersi a vantaggio della fotografa, si farà finalmente chiarezza su cosa possono e non possono fare piattaforme digitali quali Instagram: una cosa è che i termini del servizio aiutino gli utenti ad ottenere una licenza per l’opera altrui e un’altra cosa è che concedano agli utenti tali diritti anche quando il proprietario dell’opera si è già rifiutato di farlo.