Abbiamo già parlato di quanto sia importante la profondità di campo nella fotografia: giocando con apertura e lunghezza focale è possibile modificare radicalmente l’aspetto finale di una foto. Abbiamo anche parlato anche dello sfocato quale sistema per dare profondità ad una fotografia (fino a giungere all’effetto bokeh, ovvero l’uso dello sfocato per o sfondo in modo da far risaltare il soggetto, perfetto per le foto di ritratti).
Anche nell’articolo sulla prospettiva abbiamo giocato con la profondità di campo: la sistemazione di oggetti o particolari vicino all’obiettivo (tale anche da generare distorsioni) sono in grado di simulare una maggiore profondità.
La profondità di campo la si può ottenere fotografando molto da vicino un soggetto in modo tale da creare una marcata sproporzione tra ciò che è fisicamente vicino all’obiettivo ed il resto della scena.
Idem con la ripetizione di oggetti: nella foto di seguito si ha una sensazione prospettica molto marcata proprio perché ci sono più oggetti identici “scalati in dimensioni”.
Nonché con l’uso di linee, soprattutto oblique:
Se ci fate caso, però, tutte queste fotografie hanno una caratteristica comune: in tutte è presente un elemento di disturbo. Un elemento che, posizionato ad hoc nella scena, fa si che il nostro cervello interpreti l’immagine aggiungendo quella profondità che, essendo l’immagine bidimensionale, dovrebbe essere totalmente assente. L’elemento di disturbo è la macchina fotografica a fuoco nella prima foto, il corpo del fotografo nella seconda, quindi la bottiglia sfocata, il missile ed infine il bambino con impermeabile giallo.
In tutte queste foto, in soldoni, è stato applicato questo basilare concetto:
Dobbiamo insomma, quando effettuiamo una foto, introdurre un elemento di disturbo. E questo concetto vale anche nell’ambito della fotografia di panorama che normalmente tende ad essere molto piatta. Introducendo, per esempio, un ramo (una cornice, insomma) in prossimità dell’obiettivo si riesce a dare profondità alla fotografia. Prendiamo la foto di questo castello. E’ stata ottenuta con la massima apertura possibile, il che si traduce nell’appiattimento della scena.