Dopo aver visto gli effetti positivi della distorsione prospettica per le nostre foto (la possibilità di dare maggiore profondità) , passiamo ad analizzare quelli che sono gli aspetti negativi.
La distorsione prospettica si verifica ogni qual volta l’asse della fotocamera ed in particolare la linea di mira non è perfettamente ortogonale piano dell’immagine. Se questo effetto, come detto nel precedente post, ci aiuta a formare una visione tridimensionale della scena, lo stesso effetto ci danneggia e non poco quando è nostra intenzione fotografare una forma geometrica posta dinanzi a noi e noi stessi siamo impossibilitati nel porci perfettamente ortogonali all’asse della stessa. Un esempio? Una casa, un grattacielo o qualunque struttura sia più alta di noi.
Nella fotografia di sopra, perfettamente coerente dal punto di vista della prospettiva e dell’effetto finale, non siamo ortogonali al piano di scatto (il pavimento). Ne deriva una fortissima convergenza delle linee presenti nella foto.
In questa seconda fotografia accade lo stesso problema: non siamo perfettamente ortogonali ma un po’ più in basso e le linee del Duomo di Milano tendono a convergere verso il centro della foto. L’effetto è decisamente brutto con una foto rovinata. Se ci fossimo posti al livello del balconcino avremmo evitato la distorsione prospettica, ma la cosa sarebbe stata un po’…complicata. Se si osserva con attenzione all’altezza delle guglie laterali si nota anche un minimo di distorsione a barilotto.
Molte persone tendono a dire che la distorsione prospettica aumenta con i grandangolari e tende a ridursi con i tele: FALSO. La distorsione è tanto più accentuata quanto più siamo VICINI al soggetto: è ovvio che per ottenere la stessa inquadratura del Duomo di cui sopra dovrò posizionarmi più vicino con un grandangolare e più lontano con un obiettivo a focale più lunga.
Correggere la distorsione prospettica non è una cosa facile: la via più facile ma probabilmente scomoda è quella di trovare una posizione di scatto quanto più ortogonale con la scena da riprendere. Fattibile in alcuni casi, impossibile nel caso di foto di grattacieli dal basso. La seconda via è quella di intervenire in fase di post produzione: esistono parecchi programmi anche gratuiti che permettono di intervenire sulle fotografie per raddrizzarle come per esempio il gratuito PhotoScape (c’è proprio un filtro chiamato “perspective” che vi permette di intervenire “live” sulla fotografia per raddrizzarla).
La terza via è quella di usare il software integrato in alcune Reflex digitali come la D5000 (vedremo nel dettaglio come funziona la correzione della distorsione in un altro articolo). Basti sapere che dal menu ritocco si può accedere ad una funzione di correzione distorsione. La modifica all’immagine è fatta direttamente in camera (occhio ad usare il formato RAW) e l’effetto è sicuramente interessante: nella foto si seguito il confronto tra una foto affetta da distorsione prospettica (dal basso verso l’alto) e la stessa corretta tramite la Nikon D5000.
La quarta via, quella più costosa ma sicuramente più efficace, è ricorrere a degli obiettivi fatti a posta per correggere alla fonte la distorsione: sto parlando degli obiettivi tilt-shift di cui parleremo diffusamente in un articolo ad hoc. In soldoni, questi obiettivi non fanno altro che correggere, con il loro movimento (sono basculanti in due direzioni – tilt e shift – nella parte vicino alla macchina fotografica, come si vede dall’immagine), la distorsione permettendo di fotografare “più ortogonalmente” rispetto ad un obiettivo normale.