La pre-pianificazione è molto importante in taluni campi della fotografia (come nella fotografia di viaggio) ma è un approccio un po’ troppo meccanico, scientifico, che non aiuta ad ottenere delle fotografie eccelse. Nella maggior parte dei casi, infatti, conta molto più avere un approccio casuale, totalmente non scientifico: meglio fare fotografia olistica.
Cosa è la fotografia olistica e come funziona?
L’idea di base è quella di sfocare interamente la nostra mente per cercare di raggiungere un particolare tipo di scatto ed aprire la mente ed i sensi al mondo intorno a noi. Invece di preparare un piano di scatto ( per esempio programmare la fotografia di un particolare edificio in un particolare momento della giornata), la fotografia olistica prevede di andare in un luogo a caso in un momento in cui ti va di fotografare ed scattare seguendo semplicemente l’istinto.
La fotografia olistica è molto simile al girovagare senza meta per una strada: una volta giunti ad un bivio, si prende la direzione che più si ritiene giusta, senza pensare a dove porti quella particolare strada, quanta strada c’è da fare e le difficoltà che si potrebbero incontrare sul percorso. In pratica, nella fotografia olistica, l’importante è far si che tutte le interconnessioni (ovvero le scelte) siano quanto più casuali possibili.
Un esempio di interconnessione casuale è che si potrebbe vedere una bella donna in un bel vestito rosso e pensare che questa potrebbe essere un ottimo soggetto. Invece di avvicinarsi a lei a scattarle un ritratto, potremmo pernsare di seguirla e scoprire che è diretta ad una festa di piazza dove potremmo scattare varie fotografie ben più interessanti di un semplice ritratto. In tal caso l’interconnessione è tutta nell’associazione di idee che la nostra mente è in grado di fare: abbiamo notato una ragazza in abito rosso, e questo perché lei si trova in mezzo alla folla e si distingue dal resto delle persone per il colore sgargiante del vestito. Una cosa insolita, per cui vi è una buona probabilità che stia recandosi da qualche parte, come appunto una festa, un concerto o un evento. E ci sono buone possibilità che si tratti di un evento pubblico, per cui seguirla può davvero essere una buona idea. Ovviamente questo approccio sembra (e propbabilmente è) un po’ bislacco e strano, ma spesso e volentieri funziona davvero.
Non solo l’aspetto visivo
Adattare un approccio olistico alla fotografia non è solo aspetto visivo. Si tratta di accordare tutti i nostri sensi con il mondo intorno a noi. Camminando lungo una scala e toccando il corrimano, ci si potrebbe accorgere che questo è “diverso”. Guardandolo meglio ci possiamo rendere conto che vi è un’incisione su di esso e che la luce intorno a noi è perfetta per prendere un primo piano di questa scitta. Si potrebbe sentire l’odore di cibo che viene cucinato all’aperto e finire in un mercato, una fiera o anche presso un venditore di cibo di strada. Se invece si sente un rombo di motore in lontananza, ci sono buone possibilità che, seguendo la direzione del suono si finisca in un qualche evento motoristico, un radino o anche semplicemente un macchina molto potente. Il punto di tutto ciò, ovvero dell’approccio olistico alla fotografia, è che abituando i nostri sensi a guardare, ascoltare, annusare e toccare possiamo scoprire nuove possibilità fotografiche.
Diventare tecnicamente Istintivo
Un altro aspetto dell’approccio olistico alla fotografia è quello di diventare tecnicamente istintivo. In parole povere, se ci imbattiamo in una la scena incredibile, non impantaniamoci nel cercare di definire i migliori aspetti tecnici per ottenere la migliore fotografia possibile. La prima cosa da fare è alzare la fotocamera ad altezza occhio, comporre e scattare. In questo modo lascieremo la mente libera di cercare una bella composizione, modificando le impostazioni di tempo e di apertura “ad istinto”, ovvero senza pensarci su. Ovviamente questo approccio porterà a fare delle fotografie diverse, che molti potrebbero definire come errate (dal punto di vista dell’esposizione), ma chi può dire che un “errore” non ha generato una bella fotografia?
Il concentrarsi sulla definizione di parametri di scatto può far perdere sia il momento propizio per scattare la fotografia perfetta ma sopratutto tende a “bloccare” la fase creativa della nostra mente, richiamata ad un ragionamento tecnico/scientifico. Al contrario, scattando con impostazioni casuali (o meglio, istintive), potremmo catturare qualcosa di unico, di nuovo. Prendiamo un ballerino: scientificamente possiamo fare si che la fotografia congeli il movimento…ma che succederebbe se al contrario il movimento non venisse congelato? Chi ci può garantire che la foto risultate, con il ballerino “sfocato” in alcune sue parti, non sia una bella foto?
La fotografia olistica, ripeto, è solo un modo per intendere la fotografia. Non sto dicendo che sia la nuova frontiera o il modo giusto per intendere la fotografia, ma di sicuro è un modo nuovo per approcciare la fotografia stessa, per allenare la nostra mente a vedere al di la dei nostri stereotipi. Seguire le regole o gli schemi tende a limitare la nostra immaginazione e creatività ed ogni tanto, anche solo per allenamento, è utile dimenticare qualunque cosa e…scattare. Un po’ come avviene con la fotografia lomo.
Articolo liberamente tradotto ed adattato da qui.
bellissimo questo modo di intendere la fotografia …grazie !!!