Pier Maurizio Greco, romano di adozione e modenese di nascita, è un artista eclettico molto attivo sia nell’ambito della pittura che della fotografia. Se nell’ambito pittorico è l’astrattismo a farla da padrone, in quello fotografico Pier Maurizio si concentra principalmente su textures materiche e dettagli di oggetti casuali. All’attivo ha oltre una trentina di mostre ed esposizioni realizzate negli ultimi anni (di cui potete trovare un elenco sul sito personale). Fotografo dal 1987, Pier Maurizio ci ha gentilmente concesso un’intervista che potete trovare qui di seguito, congiuntamente ad alcuni suoi scatti significativi.
Quando hai capito che la fotografia era parte della tua vita?
Alla fine degli anni ’80. In quel periodo acquistai una Pentax K1000 e una ME super.
In seguito passai a Nikon con una FE2 e una FM2 New che usavo contemporaneamente, utilizzando pellicole diverse.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti, il tuo stile fotografico predominante?
Ho sempre fotografato di tutto, luoghi, persone, oggetti. Mi piace entrare nei soggetti, “sezionarli”, mi affascinano le superfici materiche, i contrasti forti. Nei ritratti cerco tutte le angolazioni; l’obiettivo dettaglia ed estrapoli frammenti che attraverso lo scatto divoro mentalmente. Allo stesso modo, rivolgo l’attenzione agli oggetti, cercando particolari e “sezioni modulari” da associare.
Nel realizzare le tue fotografie, quanto tempo dedichi alla preparazione della stessa?
Non c’è una regola, dipende dalle condizioni, dai luoghi. Il tempo lo utilizzo soprattutto per la composizione, per decidere dove e come posizionare ciò che in quel momento desidero fotografare.
Il postprocessing è divenuto oramai un qualcosa alla portata di tutti. Ne fai uso ed in che misura?
Con il digitale è tutto così diverso. All’inizio pensavo che lo scatto non dovesse essere modificato, credevo alla “sacralità” del binomio tempo/diaframma, alla scelta irrevocabile della partizione scelta. Attualmente non è più così: scatto una serie infinita di foto, le osservo e, dopo la naturale selezione delle migliori, eseguo su di esse alcuni piccoli interventi di post produzione.
Macchina fotografica ed obiettivo preferito?
La scelta della fotocamera e delle lenti dipende assolutamente dalla finalità e dalla tipologia delle immagini che si intende scattare. Negli ultimi anni, amo muovermi velocemente, senza vincoli e senza troppo peso. Per questo motivo, dopo un breve periodo con una digitale reflex Nikon, ho scoperto con grande piacere le mirrorless, leggere, maneggevoli, compagne straordinarie per viaggiare, senza rinunciare alla qualità dell’immagine. Ho una Olympus OM-D EM-5 e una Lumix-Panasonic GX1. A queste associo volentieri un Lumix 20 mm f/1.7, un Sigma 60 mm f/2.8 e uno zoom Lumix 45-45 mm f/3.5-5.6.
Se potessi tornare indietro di dieci anni, che consiglio daresti a te stesso?
Nessuno in particolare, forse la scelta di un’attrezzatura diversa.
C’è qualcosa in particolare che vuoi far sapere di te stesso?
La fotografia è un linguaggio potente, in bilico tra “miracolo” tecnologico ed emanazione del pensiero. Per questo ritengo che ogni foto rappresenti una porzione di sé, di un flusso che si sovrappone alla crescita individuale. C’è la memoria, la scoperta del desiderio, la capacità di sedurre, la smania di possedere, il segreto da condividere.
C’è tutto un mondo che continua ad emozionarmi.
Il tuo scatto (o incarico) da sogno: Quale potrebbe essere e pensi di essere in grado di farlo?
Ho in mente due cose: un ritratto di donna e la copertina di un disco. Sul risultato, non ho alcun dubbio…
Qualche parola o consiglio per i fotografi di domani?
Non serve una straordinaria fotocamera o un corredo fantastico di obiettivi. Quello che davvero serve è la capacità di comporre, di saper osservare la realtà da innumerevoli punti di vista, sfruttando quella lente complessa che unisce esperienza e sensibilità al desiderio di un’ottica “personale”.
Ricordo che tutte le immagini sono proprietà di Pier Maurizio Greco, che ne detiene tutti i diritti.