Avere un buono sfondo in uno studio fotografico è fondamentale. Per quanto possiate pensare di utilizzare il muro, uno sfondo di qualità fa la differenza. Soprattutto perché un muro presenta delle imperfezioni che anche se piccole divengono molto visibili nelle fotografie (soprattutto in termini di ombre). Utilizzare uno sfondo ha anche il vantaggio di poter variare il colore in pochissimi minuti, di modificarne la posizione e l’illuminazione sempre in pochi istanti. Per non parlare della possibilità, come vedremo, di renderlo “continuo” con il pavimento.
Quando acquistate uno sfondo, cercate un modello il più largo possibile. Una buona dimensione dalla quale partire è qualcosa del tipo 3mt x 4mt. Il motivo è presto detto: supponendo di fotografare con una reflex full frame equipaggiata con un obiettivo da 55mm e posizionandoci a soli 5 metri dal soggetto, il campo visivo è di circa 2.7×3 metri. Non volendo catturare anche parti del muro alle spalle dello sfondo, è necessario acquistare qualcosa di sufficientemente ampio.
Esistono fondali di differenti materiali, dalla carta al tessuto, passando per la plastica.
Nel caso di fondali di carta, molto comuni sono i fondali cartacei Neewer da 2,7mt per 11 metri di lunghezza: una soluzione ottima se volete coprire anche il pavimento e non avete problemi nel sostituirlo.
Per i fondali di stoffa, Dynasun commercializza una serie di teli di qualità e che non costano tantissimo (circa 60 euro cadauno): 3 metri per 6 di lunghezza, sono disponibili in bianco, nero, grigio e verde.
Per quanto riguarda il supporto, fate molta attenzione alla qualità: il peso che una struttura tubolare delle sopportare non è indifferente e non deve spostarsi alla minima corrente d’aria. Inoltre, considerando che spesso il fondale fa anche da base, deve resistere a strattoni dovuti alla modella o al modello. Un buon supporto costa abbastanza, ma ne vale la pena: un esempio è il Monfrotto1314B da 2,7×3 metri. Se avete più fondali di diversi colori, potete orientarvi verso un porta-fondali triplo (come il Dynasun FS931 da circa 180 euro).
Consiglio: se avete un fondale, potete pensare di agganciare una luce sul supporto (in alto o di lato) per illuminare lo sfondo o i capelli del soggetto. Non essendoci dei portaluci ad hoc, potete dotarvi di una pinza molto resistente da impiegare all’uopo.
Tipo di sfondo in uno studio fotografico
Il modello basico è il fondale grigio al 18%. Il suo vantaggio è che, usando le luci da studio con delle gelatine colorate, potete cambiarne in colore in funzione della gelatina utilizzata. Un bel risparmio sia dal punto di vista economico (un solo fondale) che di tempo (non dovendo sostituire il fondale).
Il problema è quando si vuole però fotografare su un fondale bianco o nero: in tal caso non potete utilizzare il grigio 18% ma dovete orientarvi su dei fondali ad hoc. La carta è sicuramente più pura nel tipo di colore (molto più della stoffa) ma come detto in precedenza è delicata: si può strappare o sporcare. Il tessuto è anche meno riflettente, il che richiede una maggiore potenza delle luci di fondo.
Quando acquistate uno sfondo, acquistate un telo o un foglio di carta molto lungo: non basta che si sistemi alle spalle del soggetto ma deve coprire anche il pavimento. Il soggetto dovrà esserci sistemato su, praticamente. Questo permette di evitare angoli vivi (la carta o il tessuto piegano dolcemente e non con l’angolo tra muro e pavimento, per esempio), arricciamenti degli angoli e colori differenti: il pavimento, oltre a venire fotografato, ha anche funzione riflettente. Meglio assicurarsi che non crei problemi ma che rifletta esattamente come il fondale.
Anche nel caso di fondali bianchi è possibile impiegare i gel per “colorare” il fondale, ma l’effetto è molto più blando del grigio 18%: i colori sono slavati e molto tenui, tenetelo a mente.
Quando si usa un fondale, il controllo della luce e la distanza dallo sfondo sono fondamentali , specie quando si vuole ottenere un’immagine con un fondo nero puro. Con una grande distanza tra il soggetto e lo sfondo ed una buona padronanza delle luci (posizionate vicino al soggetto) si può ottenere uno sfondo nero puro anche con un fondale bianco. In ogni caso, nelle situazioni tradizionali, occhio alla superficie del fondale: il velluto è il più popolare in quanto è praticamente antiriflesso. La carta nera è invece da evitare: riflette troppo.
Molto spesso, quando si realizzano ritratti, può venire voglia di aggiungere una riflessione ai piedi del soggetto stesso (una sorta di blanda immagine riflessa): per ottenere questo effetto basta aggiungere ai piedi del soggetto un foglio di acrilico trasparente (lungo come il fondale e largo in modo che non rientri nella parte anteriore dell’immagine). Occhio ovviamente ai graffi: si tratta di un materiale delicato e un graffio rovinerebbe l’effetto finale (fate quindi pulire bene i piedi nudi al soggetto o aggiungete, sotto le suole delle scarpe, del nastro adesivo vellutato nero).
Un ultimo consiglio: quando stendete il tessuto anche a terra, utilizzate del nastro di carta per fissarlo al pavimento (agli estremi). Questo eviterà la formazione di grinze, oltre che limitare il rischio di inciampo.
Il fondo bianco continuo
Per ottenere un fondo bianco perfetto, ricordatevi di fare particolarmente attenzione al fondale. Deve essere tirato quanto più possibile, nonché illuminato uniformemente.
Dotatevi quindi di un fondale bianco quanto più lungo possibile, in modo da estenderlo anche ai piedi del soggetto della fotografia. Aggiungete dei sacchetti di sabbia (quale contrappeso) al fondale, usando delle pinze robuste, nella zona bassa, prima della curva del passaggio da muro a pavimento.
Fate attenzione alla curva tra il muro ed il pavimento. Deve essere la più dolce possibile in modo da evitare che faccia pieghe e quindi generi ombre. Per quanto riguarda l’angolo tra muro e pavimento, la soluzione è quella di costruire una curva “ciclorama” curva (CYC). Ci vuole un po’ di manualità, ovviamente, ma il risultato varrà il tempo speso. Il mio suggerimento è comunque di usare il supporto in questione alle spalle del telo, fissandolo ad esso con del nastro adesivo.
Per realizzarlo, vi serviranno: tavole di legno, di plexiglass o di vinile della lunghezza del telo (3 metri, per esempio), chiodi di acciaio e della colla. Se usate del legno, dovete procurarvi anche una levigatrice e della pittura mentre, nel caso del plexiglass, è sufficiente prendere un foglio abbastanza rigido di colore bianco.
L’obiettivo è realizzare qualcosa del genere: uno “scivolo” che permetta al telo di passare dal muro al pavimento in maniera gentile, senza pieghe e con il telo stesso teso. Va da se che, senza una struttura di supporto, sarà quasi impossibile ottenere una superficie pulita e lineare.
Le dimensioni sono ovviamente le stesse del telo che andrete ad usare: se il telo è largo 3 metri, allora la struttura dovrà essere larga a sua volta tre metri. Per quanto riguarda altezza e profondità, per esperienza sono sufficienti 50 centimetri: in questo modo il pannello non dovrà essere piegato “troppo” (vedi lo schema di figura sotto).
Fissate gli estremi della lastra piegata con dei chiodi o della colla a presa rapida, nonché mettete in forma la struttura usando dei morsetti o anche dei pesi (tipo dei libri). Normalmente con legno e vinile servono un paio di giorni per formare perfettamente la curva, con il plexiglass potrebbe essere più lungo e complicato. Come lavoro finale, con una piccola pialla, rendete molto sottile il bordo che poggia per terra, al fine di evitare ogni possibile gradino (non serve lato muro essendo il vostro fondale leggermente staccato dal muro stesso).
Una volta pronto il tutto, attaccate la struttura nell’angolo tra muro e pavimento usando della colla o del nastro bi-adesivo ed il gioco è fatto: non resta che stendere il telo e fare attenzione che non ci siano pieghe o curve strane sulla struttura che avete realizzato. Se necessario attaccate il telo alla struttura con del nastro biadesivo molto sottile.
Una volta che il vostro fondo bianco continuo è pronto, non dovete fare altro che illuminarlo a dovere (ad esempio con un paio di luci, al fine di cancellare, tramite l’illuminazione, altre possibili piccole imperfezioni).
Esistono anche soluzioni prefabbricate: date un occhio a questo prodotto, purtroppo non disponibile per la vendita in italia.
Isolamento del soggetto
L’estrazione del soggetto rispetto allo sfondo è una pratica molto diffusa, soprattutto in ambito cinematografico. Ma che può essere replicata facilmente anche in uno studio fotografico. Il fondale verde è fondamentale per l’estrazione di un soggetto da un video, ma è sconsigliato (anzi, è il peggiore possibile) per le immagini statiche. Il motivo è legato ai capelli: la luce che si riflette su di esso sul fondale tende a creare un alone intorno ai capelli del soggetto stesso (e anche altre parti traslucide). Eliminare questa contaminazione non è possibile, soprattutto se si vuole realizzare un lavoro fatto bene. In un video questo problema non si presenta o meglio non è visibile a causa del movimento del soggetto che “maschera” questo problema (bleeding in inglese).
Per ottenere un isolamento del soggetto perfetto, dovete impiegare un fondale bianco o grigio. Una volta realizzata la fotografia, non dovete altro che passare in fase di post produzione e “editare” la fotografia, eliminando appunto lo sfondo. Esistono tantissimi tutorial che spiegano come fare, così come esistono della actions Photoshop in grado di automatizzare del tutto il lavoro (ce ne sono anche di gratuite, non ha senso spendere soldi, provate prima strumenti a disposizione sulla rete). Un esempio di Actions gratuite sono quelle messe a disposizione da Chip Springer, scaricabili dal suo account su mediafire (https://www.mediafire.com/?q8ln7xbsqcr0v)