La fotografia macro è una branca della fotografia molto particolare, complessa quanto affascinante e complesso è anche il mondo che ruota intorno ad essa, a partire dagli obiettivi macro. A differenza infatti di qualunque altra fotografia dove, bene o male, è possibile “arrangiarsi” con quello che si ha, la macrofotografia ha dei requisiti molto stringenti dai quali è difficile divincolarsi.
Il problema principale è legato a cosa è la macro fotografia: è la fotografia del piccolo. Per fotografare soggetti piccoli e molto piccoli è necessario avvicinarci al soggetto. Si potrebbe pensare di far ricorso a dei teleobiettivi, ma occhio alla distanza minima di messa a fuoco: più un obiettivo è lungo maggiore sarà anche la distanza di messa a fuoco (un 70-300 ha una distanza di messa a fuoco di circa 1 metro). Il che non ci permette di avvicinarci fisicamente al soggetto, rendendo il riempimento della scena problematico. Al contrario, scegliere degli obiettivi con distanza di messa a fuoco molto corta quale un grandangolare ha lo stesso problema: per quanto ci avviciniamo al soggetto (un 18-55mm ha una distanza di messa a fuoco di circa 30cm) questo non riuscirà mai a riempire la scena a causa della mancanza di zoom.
Insomma, soggetti piccoli non possono essere fotografati né con un telezoom né con un grandangolare in quanto non saremo mai in grado di riempire tutta la scena con il nostro soggetto. Per la fotografia macro,quindi, servono degli specifici obiettivi macro. Questi obiettivi sono specificamente progettati per la fotografia macro (o close-up) e sono adatti a mettere a fuoco un soggetto tanto vicino da produrre sul sensore una immagine a grandezza naturale (1:1): la caratteristica che contraddistingue questi obiettivi è infatti il rapporto di ingrandimento, ovvero il rapporto che esiste tra la dimensione reale del soggetto che stiamo inquadrando e la dimensione del sensore. In soldoni, se il nostro sensore ha la diagonale di 28mm (un Nikon) e fotografiamo un oggetto lungo 28mm, questi alla minima distanza di messa a fuoco occuperà l’intera area di scatto.
Oltre al rapporto di ingrandimento, come già citato poc’anzi, è fondamentale per un obiettivo macro avere una certa distanza minima di messa a fuoco (la distanza alla quale si avrà il rapporto di ingrandimento pari a 1:1): questa non deve essere necessariamente la più corta possibile, ma deve essere commisurata all’uso che di quell’obiettivo vogliamo farci. Se il nostro scopo è fotografare oggetti inanimati, della distanza minima di messa a fuoco può anche non importarci. Ma se il nostro obiettivo è la fotografia naturalistica, è fondamentale che questa distanza non sia troppo minima: avvicinarci troppo con il nostro obiettivo al soggetto potrebbe farlo scappare via. Un 100mm per esempio focalizza (in rapporto 1:1) a 14cm mentre un 50mm a soli 7cm: probabilmente sono entrambi troppo “corti” ma di sicuro un 50mm non è utilizzabile per fotografare un insetto (scappa).
Gli obiettivi macro sono obiettivi a focale fissa: diffidate sempre da quegli oggetti, a focale variabile, su cui compare spesso la dicitura Macro. Io ho per esempio un buon Tamron 70-300mm (un bel teleobiettivo) su cui compare, appunto, la dicitura “macro” con tanto di selettore per bloccare lo zoom ad una determinata lunghezza focale (tale quindi da trasformarlo in “fisso”). La lunghezza focale in questione è quella alla quale la distanza di messa a fuoco raggiunge la minima distanza su quell’ottica (intorno ai 90cm), ma il rapporto 1:1 non è per nulla realizzato (si ferma ad 1/3 o addirittura 1/4 della dimensione reale, troppo piccola). Ovviamente se siete alle prime armi e volete cimentarvi con questo tipo di fotografia, vi consiglio questo tipo di obiettivo: male che vada avrete un telezoom abbastanza economico che vi permetterà di sperimentare la macro fotografia (ribadisco, sperimentare e non fare).
Gli obiettivi macro si possono dividerein tre categorie: lunghezze focali normali (50mm o 60mm), telefoto corti (da 100mm a 105mm), e telefoto (180 o 200mm). Gli obiettivi macro a focale lunga producono l’ingrandimento voluto a grande distanza e sono quindi adatti a riprese di soggetti che non possono essere avvicinati troppo (insetti volanti, per esempio).
Nota: quando si parla di obiettivi macro, non si considera mai l’apertura massima a disposizione. Non si tratta di una svista o di una mancanza da parte di chi scrive o dei produttori, ma di una diretta conseguenza del tipo di fotografia: quando si scatta una foto macro si setta infatti sempre l’apertura su un valore parecchio elevato. Da cui la scarsa importanza circa la massima apertura dell’obiettivo.