Perché fare fotografie? Cos’è che rende una fotografia così differente da un dipinto, una scultura, o una poesia?
Ci sono molte risposte a questa domanda. Una delle più comuni e forse più veritiera è che la fotografia riesce a catturare istantaneamente la realtà, imprigionando anche la luce, le sensazioni che fanno da contorno alla scena fotografata, catturando quindi l’attivo così come viene percepito.
Guardando al passato, la fotografia documentaria ha fatto la storia. E’ stato il mezzo più veloce ed immediato per cominicare alle masse la verità in tempi difficili, è stato un modo di esporre scene inquietanti per aumentare la consapevolezza di un qualcosa che spesso era ingnorato come la povertà e la fame. E’ stato un mezzo per rimodellare il parere del pubblico sulle politiche governative applicate dai differenti governi, mettendo a nudo le magagne, i problemi, le decisioni troppo spesso sconosciute ai più.
La fotografia documentaria dimostra come le immagini possano cambiare il mondo. Prendete per esempio le foto che mostrano la morte e la distruzione causata dalla presenza degli Stati Uniti in Vietnam: queste immagini sono state la prima causa del ritiro degli Stati Uniti dalla guerra. La chiave della fotografia documentaria, il perché è così importante è tutta nel mostrare, non nel raccontare. Una fotografia è molto più diretta, veloce e cruenta di un gruppo di parole. E soprattutto è capace di scolpirsi nella mente delle persone per tanto, tanto tempo. I fotografi documentaristi sono stati in grado di catturare le emozioni e i traumi dell’umanità sofferente e di ispirare, spingere gli osservatori a dare il via al cambiamento.
Certo, la fotografia documentaria non sempre riesce a rappresentare nel giusto modo la perdita e la disperazione. Il realismo, il contesto e la tempistica sono temi chiave che i fotografi documentari devono sempre prendere in considerazione, soprattutto considerando la difficoltà nel fotografarli. Quando vi cimentate con questo tipo di fotografia, per sempio, ritenete che la fotografia che avete appena scattato rappresenti veramente il suo soggetto? E’ in grado la vostra fotografia di divenire il simbolo di un problema, di un evento? E soprattutto perché pensate che lo sia?
Prendiamo ad esempio la fotografia di Piazza Tienanmen realizzata da Jeff Widener nel 1989: un uomo si trova in piedi ed in segno di protesta davanti a i carri armati governativi cinesi. Questa fotografia, tanto osteggiata dal governo cinese, permette di rivivere un momento storico fondamentale, è in grado di trasmettere coraggio, nonché il messaggio che anche una sola, piccola persona può fare il cambiamento. In questa logica, il fotografo documentario potrebbe essere paragonato a quell’uomo nella fotografia, in quanto ha creato qualcosa di straordinario impatto. Senza di lui, senza il fotografo, senza la sua fotografia, quella persona sarebbe passata quasi inosservata, e soprattutto oggi non ce lo ricorderemmo.
Esistono diversi stili per la fotografia documentaria. Fotografare il matrimonio o un evento è fotografia documentaristica. Allo stesso modo, lo sport può essere documentato attraverso foto d’azione che catturano il movimento del gioco, della gara o della corsa. La fotografia di cibo può anch’essa essere documentaristica, in particolare durante cattura delle immagini della preparazione, una fase durante la quale il cibo si rivela attraverso il suo aspetto più importante: il suo creatore, lo chef. Ed i suoi componenti principali, gli ingredienti.
Nei tempi moderni, la fotografia documentaria è ancora estremamente importante: il fotogiornalismo come professione è diventata sempre più complicata, sempre più messa in pericolo dall’avvento delle macchine fotografiche di massa (vedi gli smartphone, sempre più potenti), con conseguenti guadagni ridottissimi e licenziamenti di massa. Tuttavia è sempre importante, fondamentale più che mai documentare la vita in tempo reale e condividere le storie e le immagini con il mondo.
Alcune persone credono che come fotografo è vostra responsabilità documentare i luoghi, gli eventi e le persone. E’ vostra responsabilità renderli importanti, desiderati, voluti. Ma si tratta solo di una semplice, sbagliata credenza: le storie accadono e con esse i ricordi, e i fotografi sono in grado di catturare ciò in fotogrammi, catturali così come avvengono. Il fotografo, insomma, può essere più o meno bravo a catturare la realtà quanto più reale possibile. E basta.
E voi, cosa ne pensate? Vi siete mai cimentati in questo tipo di fotografia? Avete mai provato a realizzare un qualche tipo di scatto capace di catturare la realtà, i sentimenti, la vita?
articolo liberamente tradotto da qui.